L'ultima farsa
Divieto di “Passaggio al Bosco”: gli editori rossi s’inventano i teli neri sugli stand in segno di protesta
Mentre pubblicano immagini di Israele con la svastica e inneggiano ai pro-Pal, molti attivisti fanno la doppia morale in cerca di pubblicità gratuita
Ormai non sanno più cosa inventarsi contro Passaggio al Bosco, la casa editrice presente a Più libri più liberi nonostante gli appelli degli antifascisti da copione. La fiera del libro in corso alla Nuvola di Roma. E così, dopo che Corrado Augias aveva declinato l’invito alla fiera per protestare contro la casa editrice, ecco spuntare i pannelli oscurati per mezz’ora, domani, da alcune aziende editoriali che accusano Passaggio al Bosco di apologia al nazismo.
I pannelli oscurati
Domani alle 15:00 e/o, Fandango, Bao, Voland, Sur e Round Robin editrice chiuderanno simbolicamente i propri stand per 30 minuti, oscurandoli con dei teli neri. Tra gli autori di punta di Bao, figura proprio Zerocalcare che in dissenso con l’organizzazione per la presenza di Passaggio al Bosco alla Nuvola, ha deciso di disertare la fiera e i firmacopie in calendario. Insieme a lui, sono molti gli autori che hanno deciso di non partecipare alla kermesse romana. Emblematica anche l’assenza del Comune di Roma al taglio del nastro di quest’anno.
“Vogliamo una fiera antifascista”
“Durante la ‘chiusura’ sarà distribuito un volantino che spiegherà la scelta: “Questo è ciò che è accaduto alla libertà di stampa e di pensiero quando i fascisti e i nazisti hanno messo in pratica la loro libertà di espressione. Vogliamo una Più libri più liberi antifascista”, si leggerà nel volantino.
La doppia morale e la “pubbliciteria”
Molti attivisti e case editrici che protestano contro Passaggio al Bosco sono gli stessi che definiscono gli israeliani (quelli che hanno vissuto la Shoah) dei “nazisti” e che pubblicano immagini della bandiera di Tel Aviv con una vergognosa svastica. La solita doppia morale di una certa sinistra. Ma ciò che emerge ancora di più da questa noiosa e ossessiva campagna mediatica è la ricerca di pubblicità per se stessi e nulla funziona meglio come l’antifascismo. Jannacci direbbe, “pubbliciteria”.