CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Checco Zalone travolge pubblico e botteghino già all’uscita del suo Buen Camino la sera di Natale

Esordio col botto

Checco Zalone da record, batte pure se stesso e umilia gufi e tic radical chic: “Buen Camino” travolge botteghino e sinistra da salotto

Il nuovo film del regista e attore pugliese traina il mercato cinematografico italiano e lo riporta a livelli che non si registravano dal 2011, polverizzando le critiche snob dei giornaloni del mainstream

Spettacoli - di Giulia Melodia - 26 Dicembre 2025 alle 12:00

Dopo attese e pronostici, strizzate d’occhio e storcimenti di naso, diciamocelo già: il “buon cammino” lo stanno facendo gli spettatori verso le sale, lasciando i gufi di redazione a commentare, soli, i loro pregiudizi. Già, perché proprio mentre la stampa “illuminata” affilava i coltelli nei salotti romani, gli italiani facevano la fila al botteghino. E il verdetto del botteghino di Natale 2025 non ha tardato a stilare i suoi numeri da record: e per la critica radical chic si rivela una disfatta su tutta la linea. Checco Zalone non è solo tornato: ha già cominciato a rimpinguare e rilanciare letteralmente il cinema italiano, riportandolo a poche ore dalla uscita nelle sale del suo ultimo film, Buen Camino, a fasti che non si vedevano da oltre un decennio. Ma procediamo con ordine.

Esordio straordinario di Checco Zalone con “Buen Camino”: un debutto da “tsunami”

E ripartiamo dai numeri: i dati Cinetel dell’esordio di Buen Camino (diretto da Gennaro Nunziante e distribuito da Medusa) sono da capogiro. Nel solo giorno di Natale, il film ha incassato 5.671.922 euro, con una media copia mostruosa di 7.744 euro. Ma è il dato politico-industriale a impressionare: Zalone ha divorato il 78,8% dell’intero mercato, trascinando il box office totale oltre i 7 milioni di euro. Era dal 2011 che il cinema italiano non respirava un’aria così carica di ossigeno e di pubblico.

Non solo: Zalone ha abbattuto anche i suoi stessi record, perché se Quo Vado (2016) e Tolo Tolo (2020) avevano dominato il mercato rispettivamente con il 65% e il 75%, Buen Camino vola già quasi all’80%. E lo fa unendo l’Italia intera, dal Brennero a Santa Maria di Leuca, smentendo chi lo voleva confinato al successo regionale o meridionale.

La disfatta dei critici col maglione a collo alto

Eppure, alla vigilia della programmazione del film nelle sale il coro dei “tromboni” era stato unanime nel cercare la nota dissonante, il cavillo distonico. Repubblica aveva già sentenziato su un «Zalone in tono minore». Mentre Il Fatto Quotidiano, con la consueta bramosia di etichette, ci aveva visto una deriva verso il «buonismo ciellino». E che dire dell’affondo di Paolo Mereghetti sul Corriere, che ha storto il naso davanti al nuovo personaggio — un ricco ignorante che ignora la geografia — liquidandolo come una brutta copia del Briatore di Crozza?

E alla fine della fiera la solita domanda retorica aleggiava su parole e post: troppo “zotico”? Troppo “popolare”? O semplicemente troppo libero per i canoni del politicamente corretto che vorrebbero un’ironia castrata e certificata in esclusiva dai premi dei festival? La verità è che la critica d’élite non perdona a Zalone la sua capacità di sbertucciare vizi privati e pubbliche virtù nazionali senza passare per la loro validazione pedagogica ed estetica (con buona pace di riscontri popolari, ma sommo gaudio dell’ego critico autoreferenziale)…

Se Checco Zalone intercetta il “Buen Camino” degli italiani

Nel frattempo, però, mentre i critici analizzano il film col bilancino del moralismo e col filtro dell’ortodossia critica cinematografica, gli italiani si godono l’intrattenimento a suon di risate. E dopo tante discussione sul sesso degli angeli e sguardo fisso sull’ombelico del Paese, il successo di questa produzione Indiana con Medusa e Netflix è la risposta più efficace a chi vorrebbe un cinema autoreferenziale, due camere, bagno e cucina, ma sempre nel cerchio di una Ztl narrativa che non arriva nelle case dei più. Zalone ha dimostrato che per riempire le sale non servono le prediche, ma il talento di chi sa guardare in faccia la realtà, anche quella più ruvida, e trasformarla in specchio collettivo. Del resto, non è stato forse questo il segreto della mitica commedia all’italiana che ancora decreta grandezza e successo intramontabile dei nostri maestri di sempre?

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Giulia Melodia - 26 Dicembre 2025