Rinascimento urbano
Atreju, Zecchi al convegno sulle periferie: “Solo la bellezza vince il nichilismo, malattia spirituale del nostro tempo” (video)
“La bellezza ci dà il sentimento della costruzione, del progetto, dell’utopia. La bellezza non è mai distruttiva. Quando si pensa al bello si dà un senso e una visione alle cose. A maggior ragione quando questa rappresentazione è sulla città, sulla realtà abitativa, lo spazio che condividiamo. Lì ci sono i nostri affetti, lì si curano il nostro sentimenti religioso, la nostra formazione, la nostra famiglia. Pensare di creare creare cose belle per la città e nella città è decisivo perché si supera il nichilismo che è la malattia spirituale del nostro tempo”. Così Stefano Zecchi a margine del convegno che si è svolto ad Atreju dal titolo “Un nuovo rinascimento urbano: decostruire le periferie e ricostruire la città” al quale hanno preso parte anche diversi esponenti, italiani e internazionali, dell’architettura tradizionale.
Zecchi: “Le periferie sono il luogo della dissoluzione di un’idea di abitabilità civile”
Bellezza e bruttezza incidono fortemente sul vivere civile e sull’urbanistica, ha detto il filosofo e docente di Estetica alla Statale di Milano intervistato da Sabrina Fantauzzi. Inevitabile che il nichilismo “ispiri” la degenerazione urbana. “Le periferie – dice Zecchi – sono il luogo della dissoluzione di una idea di abitabilità civile, affettuosa. Le periferie urbane, non è un caso che li chiamiamo casermoni, sono luoghi senza identità, sono brutte perché sono pensate non per far vivere con decenza le persone, ma per massificarle. Per creare una socialità legata a una coscienza di classe. Questo è il brutto, la negazione di un’idea di bellezza che è condivisione”. Parole forti e ultimative quelle del docente di estetica che invita la politica a essere responsabili della bellezza del mondo. “Lo dicevano già Platone e Aristotele, ma anche Sant’Agostino e Thomas More. L’idea di città deve corrispondere alla nostra interiorità”.