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Addio a Nicola Pietrangeli, il campione di tennis si è spento a 92 anni, ma la sua grandezza sportiva e la sua eleganza nella vita resteranno per sempre i simboli di un’icona intramontabile

Grazie maestro

Addio Nicola Pietrangeli, campione sul campo da tennis e fuoriclasse di stile nella vita: un elegante ambasciatore dell’italianità vincente

Il grande tennista azzurro si è spento all'età di 92 anni a pochi mesi dal grande dolore per la morte dell'amato figlio Giorgio. Mix inconfondibile di garbo e grinta, e un palmarès da record, ha scritto capitoli della storia del tennis italiano e di un'epoca d'oro intramontabile. La commozione di Binaghi (Fitp): «Perdiamo un simbolo... e io perdo un amico»

Cronaca - di Lara Rastellino - 1 Dicembre 2025 alle 10:53

Oggi siamo tutti più soli e orfani di un pezzo della nostra storia dello sport che con la sua dipartita perde un tennista esempio di agonismo, combattività e eleganza: è morto a 92 anni Nicola Pietrangeli, l’uomo che, con il suo stile inconfondibile e un palmarès da record, ha contribuito a scrivere i capitoli di storia e di un’epoca d’oro del tennis italiano, elevandolo a una dimensione internazionale. La sua scomparsa arriva a breve distanza da quella del figlio Giorgio, morto a luglio a soli 59 anni per un male incurabile: un dolore personale che ha accompagnato gli ultimi tempi della sua vita straordinaria.

Perché Nicola Pietrangeli non è stato semplicemente un tennista, ma un ambasciatore dell’italianità vincente. In una realtà nazionale, e in momento in cui il tennis era percepito come sport elitario e distante dai grandi successi internazionali, lui ha portato l’eleganza, il carisma e, soprattutto, la vittoria, dimostrando che l’Italia poteva competere e trionfare ai massimi livelli mondiali. È l’icona che ha dato un volto al sogno sportivo di un intero Paese.

È morto Nicola Pietrangeli, campione di tennis, stile sportivo ed eleganza

Sì, perché Pietrangeli non è stato solo un tennista, ma un pioniere e una vera e propria icona mondiale, tanto da essere l’unico italiano inserito nella Hall of Fame del tennis. I suoi record, molti dei quali ancora imbattuti a livello globale, testimoniano una carriera di grandezza: 1) Coppa Davis: detiene il primato mondiale assoluto per partite giocate (164), incontri vinti in singolare (78-32) e in doppio (42-12). 2) La coppia leggendaria: insieme a Orlando Sirola, ha formato la coppia di doppio più vincente di sempre nella Coppa Davis, con un impressionante bilancio di 34 successi su 42 incontri. 3) il trionfo da capitano: sebbene non sia riuscito a vincerla da giocatore, sollevò l’insalatiera della Coppa Davis da capitano non giocatore nel 1976: un trionfo storico.

Il trionfo al tavolo della diplomazia e sul campo da tennis in Cile

Proprio la vittoria del 1976 è legata a quello che Pietrangeli considerava il suo merito più grande: aver portato la squadra italiana a giocare la finale in Cile, un Paese all’epoca sotto il regime militare di Augusto Pinochet. Nonostante le forti pressioni per il boicottaggio, Pietrangeli insistette per giocare, dichiarando di aver “vinto la partita sul piano diplomatico e politico”, scegliendo il campo da gioco per affermare la sua posizione e superare l’impasse internazionale. Uno sfidante leale, un combattente coraggioso e un uomo per bene, Pietrangeli, che non a caso il presidente della Fitp Angelo Binaghi nell’esprimere il cordoglio per la scomparsa del tennista, descrive come non solo un campione, ma come un amico e sodale di tante battaglie.

Binaghi, con l’addio a Pietrangeli «perdiamo il simbolo più grande del tennis e io perdo un amico»

«Oggi il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico – dichiara Binaghi commosso –. Nicola Pietrangeli non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo. Che sognare in grande non era più un azzardo».

Perché, aggiunge Binaghi, «quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record. Alle Coppe Davis. Ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano».

Lo stile, il coraggio, l’irriverenza garbata

L’omaggio al campione e il tributo all’uomo, quello che Binaghi dedica a Pietrangeli, ricordando quel suo essere diretto, sincero, incapace di potersi rivelare banale. «Gli devo molto, come uomo e come presidente. Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi. Ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse», ha sottolineato il presidente della Fitp, che ha definito il tennista dei record «un monumento del nostro sport, ma anche un amico vero». Congedandosi con un augurio speciale: «Oggi ci piace pensare che abbia raggiunto in cielo Lea, e che insieme stiano già giocando uno straordinario doppio misto, divertendosi come solo loro sapevano fare. Due icone del tennis italiano, inseparabili anche lassù».

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di Lara Rastellino - 1 Dicembre 2025