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Addio a Peter Arnett, premio Pulitzer per il giornalismo e reporter di guerra più famoso del secolo scorso

Un personaggio incredibile

Addio a Peter Arnett, premio Pulitzer per il giornalismo e reporter di guerra più famoso del secolo scorso

Cronaca - di Giovanni Teller - 18 Dicembre 2025 alle 12:32

Il giornalista statunitense Peter Gregg Arnett, uno dei più celebri e controversi reporter di guerra del Novecento, vincitore del Premio Pulitzer e volto storico del giornalismo mondiale, è morto mercoledì 17 dicembre a Newport Beach in California, all’età di 91 anni. La notizia della scomparsa è stata confermata dalla figlia Elsa, che ha specificato  la causa della morte sia stata un tumore alla prostata. Corrispondente di guerra coraggioso, Arnett divenne noto all’attenzione mondiale durante la guerra del Vietnam, raccontata dal fronte per Associated Press: fu grazie a quel lavoro che riuscì a raggiungere l’ambito premio giornalistico.

Successivamente, fu uno dei reporter televisivi più riconoscibili al mondo. Ha seguito guerre e insurrezioni per oltre 18 anni con la Cnn, spesso in prima linea, anche nei momenti più drammatici dei conflitti contemporanei. Peter è stato una figura centrale nel racconto della guerra nella seconda metà del XX secolo: stiamo parlando di un giornalista che è stato determinante per ridefinire il ruolo dell’inviato nelle zone di battaglia, oltre al rapporto tra informazione, potere e opinione pubblica. Il suo stile diretto, a volte discusso, ha lasciato un segno profondo nel modo di fare informazione dai fronti bellici.

Addio a Peter Arnett, il reporter di guerra più famoso al mondo

Ha viaggiato nelle giungle del Vietnam fino all’Iraq, dove ha intervistato il presidente Saddam Hussein. Tra l’altro, fu due volte tra gli ultimi giornalisti televisivi occidentali a restare a Baghdad: all’inizio della Guerra del Golfo nel 1991 e durante l’invasione della coalizione guidata dagli Stati Uniti nel 2003. Peter Arnett ha infranto regole e dato notizie esclusive, facendo arrabbiare leader politici e ispirando generazioni di reporter. In oltre 45 anni di carriera, Arnett ha raccontato 17 guerre in Asia, Medio Oriente, Europa e America Latina. Prima per Associated Press, poi per Cnn e altre testate televisive e della carta stampata. Ha realizzato anche documentari, scritto due libri, tenuto conferenze in tutto il mondo e nel 1997 ha intervistato Osama bin Laden, leader di Al Qaeda, in un luogo segreto dell’Afghanistan.

Una vita intrepida al servizio del giornalismo e dell’informazione

Il suo primo grande scoop risale al 1960, in un colpo di stato in Laos. Quando i carri armati bloccarono l’ufficio del telegrafo a Vientiane, Arnett si tuffò nel Mekong e nuotò fino in Thailandia per trovare una linea aperta con cui trasmettere la notizia all’Associated Press. Un’avventura rocambolesca di cui ha raccontato alcuni passaggi:”Avevo la storia battuta a macchina, il passaporto e venti banconote da dieci dollari stretti tra i denti”. “Mi credevano pazzo, ma per me aveva senso – diceva – dovevo far uscire la notizia il più in fretta possibile”.

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di Giovanni Teller - 18 Dicembre 2025