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Accesso a Medicina, il ministro Bernini nega passi indietro ma annuncia anche correttivi e migliorie

Indietro non si torna

Accesso a Medicina, Bernini esclude il ritorno ai vecchi test ma apre a correttivi e migliorie. Ma all’opposizione ancora non basta, e Renzi sprizza veleno

Il ministro dell'Università e della Ricerca annuncia novità sul semestre filtro e non solo: propone un tavolo permanente per le revisioni e le aggiunte del caso, puntando a lezioni più estese e a carichi di studio alleggeriti per gli studenti. E non solo...

Politica - di Bianca Conte - 17 Dicembre 2025 alle 15:27

Indietro non si torna, ma si prosegue sulla strada della riforma annettendo al percorso correttivi e migliorie. Il sistema di accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia si appresta a vivere una nuova fase di revisione. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha recentemente incontrato il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) per discutere le criticità emerse durante la prima applicazione del cosiddetto “semestre aperto“. Sebbene il governo escluda un ritorno ai tradizionali test d’ingresso a crocette, la porta è dunque aperta a modifiche strutturali per rendere il percorso più sostenibile.

Università, Bernini incontra il Cnsu: possibili modifiche per l’accesso a Medicina

Un passo avanti nella giusta direzione. La proposta di istituire un tavolo di confronto sulla riforma delle procedure di accesso alla facoltà di Medicina e la disponibilità ad intervenire con modifiche già dal prossimo anno accademico, sono le coordinate del cammino intrapreso dal ministro Bernini, esposto in un incontro con il Cnsu, Consiglio nazionale degli studenti universitari. E al netto di migliorie e semplificazioni, una cosa sembra già certa: non si tornerà al test d’ingresso “vecchia maniera”, ma si potrebbe intervenire su altri aspetti: come ad esempio l’ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e gli appelli.

Accesso a Medicina, le novità all’orizzonte: programmi light e tempi dilatati

Il confronto, durato oltre tre ore, ha delineato la volontà del ministero di istituire un tavolo permanente di monitoraggio. Tra le soluzioni ipotizzate per correggere il tiro già dal prossimo anno accademico figurano allora: una semplificazione dei programmi d’esame, per evitare carichi didattici eccessivi. L’estensione della durata delle lezioni, garantendo una preparazione più solida. E una maggiore distanza temporale tra la conclusione dei corsi e le date degli appelli, tutelando così il tempo necessario per lo studio individuale.

Il ministero apre al dialogo dopo le polemiche sul “semestre filtro”

Il ministro Bernini che ha anticipato una parte dei correttivi e delle novità allo studio, ha comunque difeso l’impianto della riforma, definendola un passo verso una maggiore inclusività, pur ammettendo che, trattandosi di una fase sperimentale, «tutto è perfettibile». Eppure, nonostante le aperture annunciate, il clima sembra restare teso, con associazioni come Udu, Adi e Primavera degli Studenti che, attraverso le dichiarazioni dei loro rappresentanti, fanno sapere di essere ancora sul piede di guerra. Del resto, i dati relativi alle prime prove di novembre hanno rilevato delle criticità: solo una piccola percentuale di candidati (tra il 10% e il 23% a seconda della materia) ha superato gli scogli di Chimica, Biologia e Fisica. Proprio quest’ultima materia, peraltro, è risultata la più ostica, spingendo il Ministero a una valutazione specifica con le Università.

Non solo. Riguardo esiti negativi del test d’esame per il semestre filtro e le prospettive (e i correttivi possibili), la Bernini ha precisato con chiarezza: «I 55mila studenti che hanno avuto accesso per la prima volta al corso di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria non perderanno un anno: si stanno formando. Stanno accumulando crediti formativi. E avranno la possibilità di accedere alla graduatoria, che sarà tutta riempita, anche attraverso debiti di esame. Questo sarà oggetto di una informativa al Parlamento nella giornata di domani.

Tre minuti non bastano per illustrare la riforma e illustrare alle persone cosa stiamo facendo. Non mi sono mai sottratta al dialogo, né nelle sedi istituzionali né nelle piazze. Vorrei sgombrare il campo da un equivoco di fondo: parlare di fallimento perché meno del 10% ha superato tutte le prove al primo colpo significa non aver compreso il senso della riforma», ha chiosato con nettezza il ministro nel corso del question time alla Camera dei Deputati.

Accesso a medicina, Bernini aperta a dialogo e confronto con le parti in campo

Specificando ulteriormente: «Gli appelli sono due ed esiste una graduatoria di recupero. Siamo al primo tempo e mezzo di una procedura che si svolge in tre tempi: questa è una riforma che cammina con gli studenti. Non avevamo certezze su quello che sarebbe accaduto e sui risultati degli studenti – prosegue Bernini – per questo abbiamo già predisposto dei correttivi, come avevamo predisposto dei decreti delegati a maggio. Proprio ieri, all’insediamento del nuovo consiglio nazionale degli studenti universitari abbiamo deciso con loro di istituire un gruppo permanente di confronto su Medicina, proprio come con la Conferenza dei Rettori».

I nodi e le criticità del “vecchio sistema”

E ancora. «Noi abbiamo intenzione di continuare ad esercitare lo svolgimento di questa riforma, sulla base dell’equità, inclusività e democrazia: per la prima volta sono entrati tutti gli studenti che chiedevano di entrare, li stiamo formando non solo attraverso la didattica ma anche attraverso materiali messi a disposizione e piattaforme di simulazione. Non abbiamo intenzione di tornare indietro perché consideriamo inaccettabile tornare all’orribile mercato dei test e delle società che erogano finta formazione, su test selettivi e non formanti, dai quali tutti noi– conclude Bernini – abbiamo convenuto di dover fuggire».

Il fronte politico e le prossime tappe

E dagli atenei alle aule istituzionali, intanto, il dibattito ferve e incombe. L’opposizione fa quello che fa sempre: si oppone al di là di ogni ragionevole dubbio. E attacca duramente, parlando di un “inganno” ai danni degli aspiranti medici e chiedendo che il Parlamento riprenda centralità nella definizione della riforma. Nel frattempo, si attende il 23 dicembre per gli esiti del secondo appello. Mentre il 12 gennaio verrà pubblicata la graduatoria nazionale. Per favorire l’ingresso, a riguardo, il Ministero ha previsto che anche chi ha superato solo due esami su tre potrà essere ammesso, con l’obbligo di recuperare il debito formativo entro fine febbraio.

Accesso a Medicina, Renzi su La7: Le battute di Berlusconi facevano ridere, la Bernini fa piangere»

Eppure, sembra non bastare mai. Così, mentre il ministro Bernini è pronta a riferire in Parlamento, ribadendo che i risultati definitivi della sperimentazione verranno analizzati solo a conclusione effettiva del semestre, tra i vari il primo a posizionarsi sulla linea di fuoco è l’immancabile Matteo Renzi che, chiudendo la questione con una freddura di dubbio gusto, interpellato sullo stato dell’arte a L’aria che tira sentenzia: «Le battute di Berlusconi facevano ridere, quelle della Bernini fanno piangere… ».

Schillaci: «Il ministro Bernini troverà modo di migliorare una riforma tanto attesa»

Altro che piangere, invece. Il dinamismo e la plasticità, le aperture sul fronte dei correttivi utili e la disponibilità al dialogo con tutte le parti in campo interessate, sono tutt’altro che questioni da archiviare con una battuta (neanche tanto riuscita)… Non a caso, tra gli altri, il ministro della Salute Orazio Schillaci all’Adnkronos Salute ribadisce con forza: «Sono sicuro che la ministra Bernini troverà dei meccanismi per migliorare questa riforma che era tanto attesa». Mentre, a sua volta in una nota, il presidente della Commissione università della Camera e deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone, afferma lapidario: La replica di oggi del Ministro Bernini in Commissione sul semestre filtro è stata chiara e esaustiva».

Mollicone: «La replica della Bernini chiara ed esaustiva»

Non solo. A detta di Mollicone le argomentazioni mosse in Aula dal ministro «bruciano i quesiti strumentali posti domani dalle opposizioni in Aula. La trasparenza è la risposta più efficace per difendere il percorso formativo, in particolar modo da chi vuole screditare la riforma per interessi di parte. Questa riforma è stata concepita fin dall’inizio come un processo in evoluzione e dinamico, non come un provvedimento rigido».

Le parole del ministro «bruciano le strumentalizzazioni della sinistra»…

Pertanto, conclude Mollicone, «l’approccio di analizzare i risultati “sul campo”, come nel caso della prova di Fisica, è l’unico modo per sostenere lo sforzo dei giovani candidati medici. Continueremo a lavorare per raggiungere l’obiettivo primario: non lasciare posti inutilizzati e non escludere studenti meritevoli dal sistema». E se non è neppure questo un argomento che silenzia polemiche e strumentalizzazioni…

 

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