C'è anche il reo confesso
Uccisero Filippo Verterame per una lite in un lido in Calabria: cinque persone a giudizio immediato
A Giuseppe Paparo vengono contestati anche il tentato omicidio dello zio della vittima, rimasto gravemente ferito, nonché le lesioni personali ad Alessandro Bianco e il porto abusivo di coltello.
È stato disposto il giudizio immediato per le cinque persone coinvolte nella rissa del 19 agosto scorso a Isola Capo Rizzuto, nei pressi della spiaggia di località Le Cannella, culminata con l’omicidio del 22enne Filippo Verterame. Il giovane morì tre giorni dopo per una coltellata alla gola inferta da Giuseppe Paparo, che si è poi autoaccusato del delitto. Il processo si aprirà il 18 dicembre davanti alla Corte d’assise di Catanzaro. Gli imputati hanno ora quindici giorni per optare per il rito abbreviato o per il patteggiamento.
Per Paparo l’accusa è di omicidio volontario
A Giuseppe Paparo vengono contestati anche l’omicidio volontario di Filippo Verterame, il tentato omicidio dello zio della vittima, Giuseppe Verterame, rimasto gravemente ferito, nonché le lesioni personali ad Alessandro Bianco e il porto abusivo di coltello.
A Giuseppe Verterame, invece, è attribuito a sua volta il tentato omicidio di Paparo, colpito con più fendenti che gli hanno perforato un polmone, oltre alle lesioni a Francesco Paparo e al possesso di un coltello. La Procura ha invece stralciato la posizione di Carmine Verterame (54 anni), padre della vittima, inizialmente indagato.
La dinamica dell’omicidio
Secondo quanto dichiarato da Giuseppe Paparo ai carabinieri, durante la lite sarebbe rientrato in casa per prendere un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri, con il quale avrebbe prima ferito Bianco al braccio, poi aggredito Giuseppe Verterame, mozzandogli un dito e ferendolo gravemente, e infine colpito mortalmente Filippo Verterame alla gola.
Paparo potrebbe evitare l’ergastolo
Se sarà accertata l’assenza della premeditazione, Giuseppe Paparo potrebbe avere accesso al rito abbreviato evitando l’ergastolo. In questo caso la pena potrebbe oscillare fra i 18 e i trent’anni di carcere. Tra poco più di un mese l’inizio del dibattimento.