Ai tempi di De Benedetti
Taroccarono i pre-pensionamenti a “Repubblica”, arrivano le condanne per 16 dirigenti del gruppo Gedi
Condannato anche un ex sindacalista della Cgil. Grazie agli artifizi in pensione persone poco più che cinquantenni
Si conclude con 16 patteggiamenti, 2 assoluzioni, 7 messe alla prova il caso della presunta truffa all’Inps da parte di Gedi, la società che edita tra gli altri anche il quotidiano La Repubblica. Tra le persone che hanno concordato la pena (anche pecuniaria) con il giudice ci sono Monica Mondardini, all’epoca Ad di Gedi, che ha patteggiato 5 mesi, e Roberto Moro (1 anno), ex responsabile del personale, difesi dallo studio Severino. Accolte anche le richieste di patteggiamento di 5 società del gruppo editoriale. La pena massima patteggiata da tutti è di un anno.
Gli Elkann estranei: affare da 40 milioni di euro
L’inchiesta riguarda vicende iniziate nel 2009 e del tutto precedenti all’acquisto del gruppo da parte della Exor della famiglia Agnelli-Elkann, i cui componenti sono dunque estranei all’indagine e ai fatti contestati. In quel periodo Repubblica apparteneva a Carlo De Benedetti. Per i Pm, gli indagati avrebbero fatto figurare “come sussistenti i requisiti per (…) ottenere il pre-pensionamento” di decine di dipendenti, “inducendo in errore l’Inps che erogava agli stessi i relativi ratei di pensione in realtà non spettanti”, risparmiando sul costo del personale circa 38,9 milioni di euro, cifra calcolata al mese di ottobre 2020 compreso.
L’indagine riguardava i prepensionamenti truccati del gruppo Gedi (i requisiti venivano modificati in vari modi, modificando i libretti di lavoro o demansionando i dirigenti o spostando i dipendenti da un’azienda all’altra), ossia della casa editrice all’epoca di proprietà di De Benedetti, e delle cinque società (Gedi Gruppo editoriale Spa, Gedi news network Spa, Gedi printing Spa, A. Manzoni & C. Spa ed Elemedia Spa). La pena concordata con la Pm Terracina dalla Mondardini (difesa dall’ex Guardasigilli Paola Severino e da Maurizio Bellacosa) e da Moro (assistito da Francesco Dottore), era di cinque mesi e dieci giorni di reclusione con pena sospesa.
Restituiti 19,2 milioni
Il giudice ha anche disposto la restituzione al Gruppo GEDI di 19,2 milioni di euro che erano stati precedentemente sequestrati. Hanno patteggiato, tra gli altri, anche un ex sindacalista della Cgil e l’ex segretaria del direttore dell’Espresso. Alla fine la Procura di Roma ha disposto come risarcimento in favore dell’Inps la somma complessiva di 16.107.539 euro (compresi 639.894 euro a titolo di interessi legali). All’inizio dell’inchiesta la Guardia di finanza aveva valutato che il danno per l’Inps fosse di circa 22 milioni per le pensioni erogate sulla base di documentazione fasulla a un’ottantina di dirigenti e impiegati che avevano usufrutto dello scivolo quando erano poco più che cinquantenni.