Fino a 10mila euro a immigrato
Smantellate due centrali dell’immigrazione clandestina: a Bologna finto Caf per 500 irregolari, a Modena il business delle false badanti
La Polizia di Stato di Bologna, coordinata dalla Procura della Repubblica felsinea, ha smantellato una vera e propria fabbrica dell’immigrazione clandestina che, attraverso un finto Caf, ha consentito l’ingresso in Italia di almeno 500 stranieri, attraverso false domande di nulla osta, collegate al cosiddetto ‘Decreto Flussi’ .
Le tariffe per entrare in Italia: a Bologna il business dell’immigrazione clandestina
Sono state eseguite otto misure cautelari – tra carcere, arresti domiciliari e obbligo di firma – con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha coinvolto complessivamente 25 persone. Gli investigatori hanno scoperto che un gruppo organizzato utilizzava un finto Caf-Centro di Assistenza Fiscale per presentare alle Pubbliche Amministrazioni centinaia di istanze contenenti dati e documenti falsi, permettendo l’ingresso in Italia di cittadini stranieri in cambio di denaro. La tariffa variava tra i 3.000 e i 10.000 euro a seconda della provenienza – Pakistan, Bangladesh o Nord Africa – in totale sono state individuate circa 500 domande di falsi nulla osta nelle province di Bologna, Foggia e Milano.
A Modena il business delle false badanti dell’Est Europa
Dall’Emilia Romagna arriva un altro colpo al business dell’immigrazione clandestina: i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Modena hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione personale e locale a carico di 44 georgiane e di un loro connazionale, tra i 38 e i 66 anni, indagati per ingresso e soggiorno irregolare nel territorio nazionale, possesso di documenti di identificazione falsi validi per l’espatrio e falsità materiale commessa dal privato. Ad una delle indagate, una 53enne residente nel centro di Modena, che aveva adibito la propria abitazione quale luogo di dimora temporanea delle connazionali dopo il loro arrivo in Italia, è contestato il favoreggiamento della permanenza sul territorio dello Stato italiano di stranieri irregolari.
Nel 2024, le indagate si erano presentate nell’Ufficio Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Modena per chiedere l’attribuzione del codice fiscale, esibendo dei documenti di identità lituani, poi risultati contraffatti. Trentotto tra le indagate erano riuscite ad ottenere l’attribuzione di un codice fiscale attribuito ad identità false. Dopo aver così regolarizzato la loro posizione fiscale, aggirando la normativa sul soggiorno, gli indagati sono stati assunti in qualità di badanti presso anziani residenti in questa provincia o in altre regioni del territorio nazionale, hanno beneficiato di ammortizzatori sociali, hanno richiesto e ottenuto da istituti di credito dei finanziamenti di fatto mai estinti.
Le indagini hanno consentito di accertare che le donne georgiane, attraverso l’utilizzo di documenti falsi, risultavano cittadine comunitarie aggirando le norme sull’immigrazione e godendo di benefici giuridici, fiscali e sanitari. All’esito dell’attività di ricerca svolta a Modena ed in altre province del territorio nazionale, quali Reggio Emilia, Firenze, Pistoia, Mantova e Pordenone, sono state
