L'operazione
Sfruttavano gli immigrati pagandoli cinque euro l’ora, quattro arresti per caporalato nel messinese
Gli stranieri costretti a lavorare con turni massacranti. Anche un tunisino tra gli arrestati. Coinvolte due persone di un patronato
All’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di quattro persone, tra cui un cittadino tunisino di 48 anni e tre imprenditori titolari di aziende florovivaistiche. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale su richiesta della locale Procura della Repubblica. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I fatti
L’indagine, condotta dai Carabinieri della Stazione di Terme Vigliatore e dal Nucleo Operativo e Radiomobile, e coordinata dalla Procura diretta dal Procuratore Capo Giuseppe Verzera, ha permesso di accertare l’arrivo irregolare in Italia di circa dieci cittadini tunisini in condizioni di grave bisogno economico. Questi venivano impiegati nelle aziende coinvolte in condizioni di sfruttamento.
Secondo quanto ricostruito, il 48enne avrebbe organizzato l’ingresso e la permanenza dei connazionali tramite false richieste di assunzione presentate dagli imprenditori, ottenendo in cambio somme di denaro. L’operazione avrebbe coinvolto anche due persone legate a un patronato e a un centro servizi, che avrebbero gestito pratiche amministrative pur consapevoli dell’irregolarità della documentazione. Nei loro confronti sono state effettuate perquisizioni e notificate informazioni di garanzia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, eludendo le procedure previste dal cosiddetto “Decreto Flussi”.
Pagati 5 euro l’ora
Gli investigatori hanno inoltre accertato che i lavoratori venivano impiegati con turni fino a 10 ore giornaliere, senza pause, retribuiti 5 euro l’ora invece dei circa 16 euro previsti dal contratto collettivo. Venivano inoltre ignorate le norme in tema di sicurezza sul lavoro e di condizioni abitative. Le prove raccolte hanno consentito all’Autorità giudiziaria di emettere la misura cautelare e di iscrivere complessivamente 10 persone nel registro degli indagati, coinvolte a vario titolo nel sistema illecito. Questa operazione rientra nelle attività di contrasto al caporalato promosse dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina e dal Comando per la Tutela del Lavoro, in collaborazione con l’Autorità giudiziaria, per garantire la tutela dei lavoratori e prevenire situazioni di sfruttamento