La vergogna
Scontri con la polizia a Torino e Bologna per il “No Meloni Day”: l’odio degli antagonisti, vogliono la premier “appesa”
Montaruli: "Non siamo di fronte a una normale manifestazione di dissenso, ma all’ennesima dimostrazione della sterilità di idee e posizioni che mirano a colpire il Governo a prescindere. La magistratura applichi le norme del decreto sicurezza a tutti i responsabili delle violenze di oggi e dei precedenti cortei"
Non solo a Roma, anche a Bologna, Torino e Milano, i cortei studenteschi di sinistra danno il peggio di sé in occasione del “No Meloni day”. Una cinquantina di piazze si sono riunite in tutta Italia da stamattina: si è trattato di proteste a cui hanno manifestato anche gli ambientalisti del “Fridays for future”, in occasione del Cop30 in Brasile, e gli arcinoti pro-Pal. Nel capoluogo emiliano ci sono state tensioni e cariche della Polizia contro un corteo dei collettivi, che ha provato a raggiungere la fiera per contestare i ministri all’assemblea Anci. In particolare, i tafferugli sono iniziati quando i contestatori hanno provato a forza il blocco degli agenti al ponte di San Donato. Una parte degli studenti, dietro agli striscioni di Cambiare rotta e del Cua, si e’ poi diretta verso il polo universitario di via Berti Pichat, dove ha fatto irruzione nelle aule per interrompere le lezioni.
A Torino, invece, davanti all’Ufficio scolastico regionale è stato esposto lo striscione con la scritta “Guerra, repressione, genocidio. Cacciamo il governo”. Lo sciopero in questione è il primo di tre agitazioni, programmate fino alla metà di dicembre con lo slogan “Un’altra Scuola, un altro mondo è possibile”. A Milano c’è stato un corteo studentesco contro la “scuola del genocidio” che è arrivato fino in piazza della Scala, ribattezzata “piazza Gaza” dai pro-Pal. Alcuni ragazzi hanno esibito uno striscione con la scritta “Palestina libera dal fiume fino al mare”. Sono apparsi anche cartelli con i volti della premier Meloni, dei ministri Valditara, Salvini, Crosetto e Tajani. Gli antagonisti non hanno risparmiato neanche Elly Schlein e Carlo Calenda, esposti allo stesso modo dei politici di centrodestra.
Tafferugli a Torino e Bologna per il “No Meloni day”: prosegue l’odio degli studenti di sinistra
Dopo una carica, a Bologna, i manifestanti hanno fronteggiato i poliziotti gridando “corteo, corteo”. L’obiettivo, dicevano i presenti tenendo strette in mano le bandiere che recitano lo slogan “no Meloni day” e “blocchiamo tutto per un mondo migliore”, era quello di “procedere in corteo il più vicino possibile all’Anci per far ascoltare a migliaia di sindaci e amministratori lì riuniti le nostre rivendicazioni”. Tra gli slogan ce n’è uno in particolare: “Nessuno spazio a Bologna per i ministri di guerra e di genocidio”. Un’accusa senza fondamento verso chi ha preso parte al raduno dell’arci, ma il metodo degli antagonisti è quello di infangare e criminalizzare ogni avversario per averla vinta.
Nel capoluogo piemontese, i partecipanti al corteo del “No Meloni day” hanno raggiunto la sede della Città metropolitana, dove al grido di “ci servono più aule e non più bombe” hanno lanciato fumogeni e uova contro le forze dell’ordine schierate a protezione del palazzo. Qualcuno ha provato ad entrare nel garage della struttura, ma è stato respinto dalla sicurezza. Insomma, non vogliono che l’Italia investa per difendersi, ma protestano in modo violento: un controsenso incredibile. Poi, una trentina di studenti hanno forzato il cancello d’ingresso laterale secondario della stazione di Porta Susa e sono entrati nello scalo. I contestatori hanno provocato disagi al trasporto ferroviario, visto che sono riusciti ad arrivare ai binari, salendoci sopra e bloccando le normali operazioni. Infine, davanti alle Our (Officine grandi riparazioni ndr) di Torino è apparsa la scritta “Meloni appesa”. In quello stesso punto era già passato un corteo degli studenti e degli universitari di sinistra.
Milano, la solita solfa pro-Pal
Non è comunque un’aria distesa quella che si respira a Milano, dove i manifestanti hanno esposto un grande manifesto con su scritto: “‘No Meloni day. Blocchiamo scuola di Valditara, università della Bernini e governo”. Successivamente, hanno rilanciato lo sciopero generale del 28 novembre e la manifestazione a Roma del giorno successivo, contro “questa manovra finanziaria, che alza le spese belliche”. Gli studenti che hanno sfilato per le vie del centro hanno cosparso di vernice rossa il negozio di Zara home, lanciando volantini con lo slogan:”Boicotta questo marchio che supporta il genocidio” contro Armani home.
Montaruli: “Piazza svilita da parole d’odio e minacce contro Meloni, intervenga la magistratura”
“La piazza di oggi a Torino si è purtroppo svilita da sola con parole d’odio e minacce contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con le ennesime aggressioni alle Forze dell’Ordine”. Questa la denuncia della deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, che ha poi sottolineato come “non siamo di fronte a una normale manifestazione di dissenso, ma all’ennesima dimostrazione della sterilità di idee e posizioni che mirano a colpire il Governo a prescindere. La magistratura applichi le norme del decreto sicurezza a tutti i responsabili delle violenze di oggi e dei precedenti cortei“.
“L’impunità non è più ammissibile: sta diventando un via libera a trasformare gli agenti in bersagli, come accaduto oggi in via Sacchi – ha concluso l’esponente di FdI -. Si provveda inoltre all’immediata rimozione delle scritte e dei messaggi minacciosi contro gli uomini in divisa, che continuano a imperare negli spazi pubblici a causa della noncuranza di qualcuno”.