Fatti, non parole e slogan
Roccella difende Valditara: no a lezioni di educazione sessuale della sinistra. Lotta alla violenza di genere? Si guardi alla realtà, non all’ideologia
Il ministro interviene nel dibattito sostenendo che non esistono elementi concreti che correlino la formazione scolastica alla riduzione dei femminicidi, e chiedendo un approccio basato sui dati e non sulla demagogia dem
Dopo il caos scatenato oggi alla Camera dalle opposizioni e la replica ferma del ministro Valditara, il dibattito sull’educazione sessuale e affettiva nelle scuole che si è spostato dai dicasteri alle aule parlamentari, torna ora in seno al dibattito ministeriale con il ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, intervenuta i difesa dell’operato del collega e per mettere in guardia le opposizioni.
Violenza di genere, altro che educazione sessuale a scuola. L’altolà della Roccella: si guardi alla realtà, non all’ideologia
Roccella ha respinto l’equazione automatica tra educazione sessuale a scuola e il contrasto ai femminicidi, invitando a una discussione basata sulla «verifica dei dati» e sulla «concretezza dei risultati», anziché sull’ideologia. Sottolineando contestualmente come l’attuale governo sia in prima linea nella sensibilizzazione ai temi del rispetto fin dalle giovani generazioni. Ma anche evidenziando come non esistano dati che dimostrino una «correlazione proficua» tra lezioni di educazione sessuale e riduzione del numero delle violenze. Un richiamo chiaro a tenere distinti il piano della politica e quello della lotta effettiva alla violenza di genere.
Violenza di genere, Roccella: questo governo sta facendo tantissimo sul piano della sensibilizzazione al tema
Queste, allora, le sue dichiarazioni a riguardo, rilanciate dall’Italpress. «Se vogliamo discutere di programmi didattici e attività nelle scuole discutiamone, ricordando, come ha fatto il ministro Valditara, che questo governo sta facendo tantissimo per diffondere la sensibilizzazione sui temi del rispetto e della lotta alla violenza fin dalle più giovani generazioni», ha sostenuto Eugenia Roccella.
No all’approccio ideologico: si guardi alla verifica dei dati e alla concretezza dei risultati
Aggiungendo poi a stretto giro: «Se invece – prosegue – parliamo di prevenzione e contrasto dei femminicidi – argomento anche oggi evocato alla Camera a proposito di un disegno di legge che semplicemente riafferma il ruolo della famiglia nell’educazione dei più piccoli – riteniamo che le azioni e le decisioni non debbano essere guidate dall’ideologia, ma dalla verifica dei dati e della concretezza dei risultati. E non sembra che ci siano dati dai quali risulti una correlazione proficua tra l’educazione sessuale nelle scuole, laddove esiste da tempo, e il numero delle violenze sessuali e dei femminicidi».
«Non abbiamo mai fatto della lotta alla violenza una questione politica»
E ancora. «Il metodo che il nostro governo si è dato fin dal primo giorno – afferma ancora Roccella e registra Italpress – è quello della valutazione empirica dei risultati dei provvedimenti e delle esperienze delle altre nazioni. Non abbiamo mai fatto della lotta alla violenza una questione politica. E, anzi, abbiamo sempre cercato la massima collaborazione con tutti. La bussola però deve essere la realtà. Se parliamo di ideologia è un conto. Mentre, se parliamo di contrasto alla violenza e ai femminicidi – conclude il ministro – il piano è un altro»…