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Referendum, via libera della Cassazione ai 4 quesiti. “Svelata” la domanda: stavolta si capisce

Riforma della giustizia

Referendum, via libera della Cassazione ai 4 quesiti. “Svelata” la domanda: stavolta si capisce

Politica - di Eugenio Battisti - 19 Novembre 2025 alle 15:57

Via libera al referendum sulla riforma della giustizia che sta surriscaldando il dibattito politico. L’Ufficio centrale per il referendum, presso la Corte suprema di Cassazione, ha dichiarato ammissibili le quattro iniziative referendarie sulla riforma Nordio. Le richieste sono state presentate da parlamentari sia della maggioranza che dell’opposizione all’indomani dell’approvazione definitiva del Parlamento, con maggioranza dei due terzi come vuole la Costituzione. Fratelli d’Italia è stato il primo partito a consegnare in Cassazione le firme necessarie per il referendum costituzionale su uno dei pilastri dell’azione riformatrice del governo. La riforma Nordio, dopo decenni di tentativi falliti, ridisegna i rapporti tra magistratura requirente e giudicante, introduce un nuovo assetto del Csm e interviene su autonomia, responsabilità e separazione delle carriere.

Via libera ai quesiti referendari: il sì della Cassazione

L’Ufficio indica che le proposte risultano “conformi alle norme dell’articolo 138 della Costituzione e della legge n. 352 del 1970”. Valido  anche il quesito destinato alla consultazione, che avrà una formula di immediata comprensione, diversamente da casi passati in cui l’elettore rischiava di andare in confusione tra codici e codicilli. Questa la versione del quesito: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare’ approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 253 del 30 ottobre 2025?”. Trattandosi di referendum confermativo gli elettori favorevoli alla riforma che ha per punto cardine la separazione delle carriere dovranno votare “sì”, i contrari ‘no’. La data delle consultazioni non è ancora ufficializzata ma sarà collocata tra metà marzo e aprile 2026.

Approvata la versione del quesito di immediata comprensione

L’ordinanza verrà “immediatamente comunicata” al presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere, al presidente del Consiglio dei ministri e al presidente della Corte costituzionale e sarà notificata entro cinque giorni dal deposito ai delegati dei parlamentari richiedenti. Non trattandosi di referendum abrogativo non è previsto l’intervento della Consulta sull’ammissibilità ne è richiesto il quorum.

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di Eugenio Battisti - 19 Novembre 2025