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Pure lo spread a 2 anni raggiunge il minimo: dai mercati fiducia sempre più forte nel governo Meloni
In campagna elettorale il differenziale tra Btp e Bund era a 100 punti, ora è a 20: conti in ordine e stabilità politica hanno fatto il "miracolo"
Lo spread a 2 anni ai minimi col governo Meloni
Benché poco familiare per chi non si occupa di finanza in modo professionale, lo spread a due anni è un indicatore non meno importante di quello decennale per valutare la fiducia dei mercati. Che, con questa quota così bassa che non si vedeva da oltre un decennio, è chiaramente molto alta.
Conti in ordine e stabilità politica: dai mercati sempre più fiducia nell’Italia
Merito diretto delle scelte economiche del governo, che hanno puntato a conciliare crescita ed equità sociale con la tenuta dei conti pubblici. Un obiettivo che è stato perseguito con tutte le finanziarie e, più in generale, con l’intera strategia economica del governo, anche con l’obiettivo ormai alla vicinissima portata di uscire dalla procedura di infrazione nel più breve tempo possibile.
Epperò, come per lo spread a lunga durata e anzi di più, qui vale moltissimo anche la stabilità che questo governo ha saputo esprimere in termini politici e che rappresenta il primo viatico per qualsiasi tipo di credibilità economica e finanziaria.
Da questo punto di vista i titoli a due anni sono uno strumento privilegiato per la gestione, da parte delle banche e delle aziende, della liquidità a breve termine. Uno spread basso ha dunque un ritorno concreto molto forte, ma ciò che forse interessa maggiormente, per il suo valore strategico, è l’aspetto della fiducia che rappresenta: i mercati credono nell’Italia, in questa Italia, che attraverso scelte oculate e di prospettiva ha saputo farseli amici. Per un Paese con il debito pubblico come il nostro non è un dettaglio secondario: significa lavorare con venti a favore per l’obiettivo, titanico, di sottrarre risorse al pagamento degli interessi per metterle a disposizione dei cittadini.