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Prodi rimprovera ancora Elly: “Il sindaco di New York non è un modello”. Poi l’affondo: servono leader e idee credibili

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Prodi rimprovera ancora Elly: “Il sindaco di New York non è un modello”. Poi l’affondo: servono leader e idee credibili

Politica - di Sara De Vico - 14 Novembre 2025 alle 15:51

Nuova zampata di Romano Prodi a Elly Schlein e alle opposizioni urlanti e senza prospettiva. Sono mesi che il professore di Bologna, padre nobile della sinistra, consiglia alla segretaria di uscire dal massimalismo dem destinato alla sconfitta. Finora la segretaria, assediata da ogni parte, si è ben guardato dall’ascoltarlo, soffre la presenza a distanza del fondatore dell’Ulivo. Serve una manina esterna, una forza moderata per sperare di battere il governo Meloni, sussurra Romano che non ha grande fiducia di Schlein e Conte nel ruolo di leader.

Prodi avverte Schlein: attenta ai modelli sbagliati

In una lunga intervista al Corriere della Sera Prodi smonta l’ultimo innamoramento della segretaria: il neosindaco di New York Zohran Mamdani. “Mamdani ha fatto cose interessanti: ha risvegliato la partecipazione, ha attratto i giovani, è stato capace di mettere in campo una campagna elettorale con pochi fondi. Ciò detto, la sua non mi pare esattamente la cifra del rivoluzionario”. Insomma non può essere un modello da seguire. Poi l’affondo. “Dobbiamo poter parlare di argomenti veri come tasse, immigrazione, sanità, scuola con le parole giuste, senza un radicalismo che spaventa gli elettori e che nella nostra storia non ha mai pagato. Senza slogan facili, ma con un riformismo concreto che impasti insieme realismo e coraggio”. Ogni riferimento ai vertici del Nazareno è voluto. È tempo di cambiare, allargare i confini senza i quali non esiste un’alternativa concreta.

Servono idee e leader credibili. Schlein e Conte? Non proprio

Poco dopo gli scappa di dire che servono “idee e leader credibili”, come se Schlein e Conte non ne avessero il profilo. “I leader possono nascere”, aggiunge Prodi elencando, indirettamente, tutti gli scivoloni del primo partito d’opposizione, a partire dalla patrimoniale. “Parlarne oggi verrebbe interpretato come l’inizio di un’oppressione fiscale…”. Nel corso del colloquio Prodi racconta di aver sentito telefonicamente la segretaria Schlein. È stata lei a chiamarlo dopo l’accusa al centrosinistra di aver voltato le spalle all’Italia. Pace fatta? Non proprio. “Ho ribadito quanto sostenuto in pubblico. La mia preoccupazione è che una parte dell’elettorato si allontani dal centrosinistra perché ritiene che dall’opposizione arrivi una lettura troppo ristretta della società, non sufficiente per un’alternativa concreta di governo”. Ed è già tardi perché siamo oltre metà legislatura”, prosegue. Il messaggio prodiano è chiaro: continuando così la destra risulta imbattibile. “Le ho anche spiegato che a me non interessano i partiti, ma le coalizioni di governo. C’è tanto da cambiare, ma a dire il vero molti anche nel Pd vogliono semplicemente conservare il proprio ruolo”.

 

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di Sara De Vico - 14 Novembre 2025