La sinistra alcolica
Più la mandi su, più ti butta giù. Schlein e il “patto della birra” con Decaro: un rito che portò malissimo a Bersani e al “campo largo”
Se In vino veritas è un motto latino che funziona per tutti, perfino per i politici, In birra malum (leggi, volgarmente, sfiga) si addice perfettamente quando si parla dei leader del centrosinistra, che su quella immagine proletaria al gusto di luppolo hanno provato, negli anni, a costruire momenti simbolici da consegnare alla storia. Con risultati, va detto, a sbornia smaltita e ruttino espulso, disastrosi.
Il patto della birra che puntualmente fa naufragare la sinistra
Sarà che la birra trionfa da sempre nelle feste dell’Unità, sarà che l’amatissimo Baudelaire ammoniva sui segreti che nasconde chi va solo ad acqua, sarà che Arbore invitava a meditare dopo aver sorseggiato la birra “e sai cosa bevi”, sta di fatto che anche ieri sera, a Bari, quel brindisi tra il candidato del centrosinistra Antonio Decaro e la leader del Pd, Elly Schlein, è stato filmato, immortalato e festeggiato sui media come un fondamentale snodo politico, il “patto della birra”. Domanda: se si fossero scolati un Crodino o una tisana allo zenzero, il rito per battere la destra avrebbe fatto registrare la stessa enfasi? Domande su cui potrebbe fare chiarezza solo un “palloncino”, quello del test alcolico, ovviamente.
Intanto, oggi, sui giornali, si celebra il Decaro-barman per Elly,che ieri si è esibito al birrificio sociale ”Fuori orario” di San Pio di Bari per l’appuntamento elettorale del Pd per le elezioni regionali. “Da presidente operaio a presidente spillatore”, ha scherzato l’aspirante governatore della Puglia offrendo un bicchiere pure a Stefano Bonaccini, suo compagno di banco al Parlamento europeo oltre che presidente del Pd. Cin cin e battute a mente già parzialmente annebbiata, fino all’altro rito del coro “Bella ciao”, anche qui, non proprio un talismano. Il video dettaglia un momento goliardico che non imbarazza quella sinistra che da giorni strepita sul balletto con coretto anti-comunista del comizio campano di Meloni & Company in Campania. Strabismo alcolico?
I precedenti alcolici del Pd
Ma siamo sicuri che il rito della birra “politica” a sinistra porti fortuna? No, siamo sicuri del contrario. Un paio di esempi al volo. Nel gennaio del 2012, governo Monti, l’aspirante segretario del Pd Pierluigi Bersani fu ritratto da un giovane Luca Sappino, oggi inviato de “La7”, all’epoca dirfene romano di Sinistra Ecologia e Libertà, al pub Open Baladin, dietro via dei Coronari. L’immagine fece il giro dei media e del web, inizialmente portò fortuna a Bersani, che scalò il Pd alle Primarie e si presentò come aspirante premier in una coalizione di centrosinistra. Alle elezioni, nonostante la vittoria relativa, Bersani non riuscì a formare un governo e tentò di cercare alleanze, ma la situazione politica rimase bloccata e impossibili si rivelarono i tentativi di agganciare i grillini. Dopo mesi di ingovernabilità, Bersani si dimise da segretario del Pd nel aprile 2013, aprendo la strada a nuove leadership nel partito. Nel frattempo, si formò il governo di grande coalizione guidato da Enrico Letta, con l’appoggio di varie forze politiche tra cui il Pd, con conseguente pre-pensionamento di Bersani. Birra, e sai come perdi, verrebbe da dire.
Ma c’è un’altra immagine, più recente, che descrive bene il fallimentare rito del “patto della birra”. Il brindisi tra Giuseppe Conte, Elly Schlein e Angelo Bonelli in occasione della festa di Avs (Alternativa Verde Sinistra) al Monk di Roma il 4 settembre 2025. Da quel momento il centrodestra è cresciuto, il governo Meloni viaggia a gonfie vele e il “campo largo” si sfascia un giorno sì e un giorno no. Homar Simpson, in merito, avrebbe commentato così: “Tutti noi abbiamo bisogno di credere in qualcosa: io credo che tra poco mi farò una birra...”.
La bevuta pugliese di Schlein e Decaro
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