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Perché serve controllare l’età di chi accede ai siti per adulti. Troppi bambini senza controllo davanti ai dispositivi

La stretta dell'Agcom

Perché serve controllare l’età di chi accede ai siti per adulti. Troppi bambini senza controllo davanti ai dispositivi

Cronaca - di Giovanni Teller - 12 Novembre 2025 alle 13:29

Entra in vigore da oggi la stretta sui porno online, con cui impossibile accedere a 48 siti web con contenuti per adulti senza aver prima superato una verifica dell’età: dai 18 anni in su sarà possibile entrare nei domini. Sul proprio portale, l’Agcom ha pubblicato la lista dei primi portali che rientrano nelle restrizioni previste dal decreto Caivano per l’accesso, da parte dei minorenni, ai contenuti di carattere pornografico.

Il rapporto di Save the children sui siti porno consultati dai minori

Secondo un rapporto di Save the children, un minore su quattro accede ai siti pornografici prima di aver compiuto la maggiore età. Peraltro, il Children’s commissioner di Londra ha avvertito che molti di loro finiscono per scambiare la pornografia con la realtà dell’affettività e della sessualità. “Non c’è nessun moralismo”, ha spiegato il commissario dell’Agcom Massimiliano Capitanio. Poi ha aggiunto: “Tutti, da adulti, abbiamo avuto a che fare con quei contenuti. Ma a otto anni non abbiamo gli strumenti per capirli. Il rischio è crescere con aspettative distorte o con traumi profondi”. La misura, quindi, punta a difendere la crescita emotiva e sessuale dei più piccoli, non a criminalizzare chi è maggiorenne.

Ecco cosa cambia con le nuove restrizioni dell’Agcom

“Con la pubblicazione della delibera dell’Agcom, 48 portali specializzati in pornografia saranno inaccessibili ai minorenni”, ha sottolineato il Codacons in una delibera, rimarcando che “in tale data scatterà infatti un sistema di riconoscimento dell’età anagrafica degli utenti che tentano di visitare i più famosi siti porno, che bloccherà in automatico l’ingresso a chi ha meno di 18 anni”. In seguito, l’associazione dei consumatori ha aggiunto che si tratta di una misura “giusta che tuttavia rappresenta una goccia nel mare e non bloccherà, purtroppo, la diffusione di materiale pornografico tra i giovani, fenomeno che secondo una recente indagine del Cnr coinvolge l’88% degli adolescenti maschi italiani e il 40% delle femmine“.

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