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Moody’s promuove l’Italia e boccia i gufi: innalzato il rating per la prima volta in 23 anni. Meloni: premiato il lavoro serio del governo

Conti in ordine

Moody’s promuove l’Italia e boccia i gufi: innalzato il rating per la prima volta in 23 anni. Meloni: premiato il lavoro serio del governo

Politica - di Luigi Albano - 22 Novembre 2025 alle 08:38

Arriva l’ennesimo attestato di fiducia dei mercati all’Italia: Moody’s dopo 23 anni promuove i conti pubblici del nostro Paese, alzando il rating a Baa2. L’outlook passa da positivo a stabile. Il rialzo è motivato “dall’azione di governo sulle riforme economiche”, spiega l’agenzia di rating.

Meloni: grazie a Giorgetti per la gestione dei conti

“Accogliamo con grande soddisfazione l’upgrade di Moody’s sull’Italia – commenta la premier Giorgia Meloni – un risultato importante che non avveniva da 23 anni. Questo riconoscimento premia il lavoro serio e responsabile del nostro governo, frutto di scelte coerenti sui conti e di riforme strutturali, ma anche il lavoro e l’impegno delle nostre imprese e dei nostri lavoratori. Desidero ringraziare in particolare il ministro Giorgetti per lo sforzo costante e scrupoloso nella gestione dei conti. La promozione di Moody’s è una conferma della fiducia dei mercati non solo nel governo, ma nell’Italia tutta”.

Tajani: “Successo delle politiche del governo”

“Ancora un importante passo in avanti dell’Italia sulla strada di una nuova credibilità internazionale. Il miglioramento del giudizio di Moody’s sulla solidità economica del nostro Paese è frutto del lavoro di questi anni del nostro governo. La stabilità politica, le entrate fiscali più solide, i minori costi di servizio del debito ci permetteranno di uscire con un anno di anticipo dalla procedura di infrazione della Ue”. Questo il commento del vicepremier Antonio Tajani, sui social. “È un successo delle politiche del governo, ma è soprattutto un successo conseguito da tutti noi cittadini, una promozione di cui gli italiani presto potranno godere i frutti, il successo di un’Italia più stabile, credibile ed economicamente più solida”.

Foti: Italia più forte e credibile che mai

“L’upgrade, che arriva dopo i giudizi positivi di tutte le altre agenzie di rating S&P, Fitch, DBRS e Scope, premia un percorso coerente di stabilità politica e serietà nelle politiche economiche, elementi che rafforzano l’efficacia delle riforme, degli investimenti e degli interventi fiscali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, commenta il ministro per gli Affari Europei e per il Pnrr Tommaso Foti. “Chi con il centrodestra al Governo profetizzava crisi economiche e isolamento internazionale resta smentito dai fatti – prosegue Foti – l’Italia ha cambiato passo, torna protagonista, ispira fiducia ai mercati globali e mostra finalmente stabilità, credibilità e capacità di costruire una crescita duratura”. L’impegno del Governo, concretizzato anche con il primato europeo dell’Italia nell’attuazione del PNRR e con il suo allineamento al nuovo contesto geoeconomico, è quello di rendere strutturale questo cambiamento positivo, attraverso scelte ambiziose e strategiche che consolidino una crescita stabile e competitiva. L’Italia – conclude Foti – è tornata più forte, più credibile e più ascoltata che mai”.

“Una notizia davvero eccellente che conferma come l’azione del governo di centrodestra di cui Forza Italia costituisce un pilastro fondamentale, stia andando nella giusta direzione e venga premiata dalla fiducia dei mercati per la stabilità, per le politiche economiche, fiscali e di riforma capaci di spingere il Paese verso crescita e sviluppo”, affermano in una nota congiunta i capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. 

L’agenzia Moody’s ha alzato il rating dell’Italia a Baa2 e ha portato l’outlook a stabile

Da Moody’s arriva dunque un nuovo segnale di fiducia da parte dei mercati finanziari: il riconoscimento arrivato la sera del 21 novembre segue una serie di miglioramenti arrivati dalle altre principali agenzie: S&P Global Ratings aveva promosso l’Italia da BBB a BBB+ lo scorso aprile (con conferma a ottobre); Fitch Ratings aveva effettuato lo stesso upgrade a settembre; DBRS aveva alzato il giudizio a ‘A (low)’ con prospettive stabili; mentre Scope, il 31 ottobre, aveva portato a positivo l’outlook sul rating BBB+. Con Moody’s però siamo di fronte a una svolta che mancava da 23 anni: l’ultima promozione risaliva al maggio 2002, quando il giudizio era stato portato da Aa3 ad Aa2.

Un primo segnale era comunque arrivato il 23 maggio scorso, quando l’agenzia aveva alzato l’outlook da stabile a positivo confermando allora il rating Baa3. L’ultima decisione di un certo peso sull’Italia, da parte di Moody’s, risaliva invece all’ottobre 2018, quando l’agenzia aveva declassato il Paese da Baa2 a Baa3 appena sopra la soglia “junk” per le tensioni sulla politica economica del governo gialloverde e le incertezze sulla manovra finanziaria. Sabato 21 novembre, invece, è arrivata una promozione per il nostro Paese soprattutto “grazie un percorso coerente di stabilità politica e di continuità nelle politiche economiche, elementi che rafforzano l’efficacia delle riforme, degli investimenti e degli interventi fiscali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.

“Stabilità politica e strategica”

“L’innalzamento del rating – spiega Moody’s – riflette una solida storia di stabilità politica e strategica, che rafforza l’efficacia delle riforme economiche e fiscali e degli investimenti attuati nell’ambito del Pnrr. Prevediamo che questo contesto politico continuerà anche oltre la scadenza del piano, prevista per agosto 2026”. Per Moody’s “l’Italia sta compiendo notevoli progressi nel raggiungimento degli obiettivi e delle tappe del Pnrr, posizionandosi al primo posto tra tutti i Paesi dell’Ue in termini di numero di richieste di pagamento ed erogazioni. Prevediamo che l’Italia sarà in grado di utilizzare appieno i fondi stanziati, per un totale di 194,4 miliardi di euro (9,1% del Pil nel 2023), suddivisi in sovvenzioni (71,8 miliardi di euro) e prestiti (122,6 miliardi di euro).

Sebbene l’allocazione dei fondi – spiega l’agenzia – “sia stata ostacolata da vincoli di capacità e colli di bottiglia nell’assorbimento, posticipando l’impatto positivo sulla crescita rispetto alle stime iniziali, gli investimenti pubblici sono aumentati negli ultimi anni. Il governo si impegna a mantenere elevati investimenti pubblici anche dopo la fine del Pnrr. Secondo il progetto di bilancio 2026, gli investimenti pubblici rimarranno superiori al 3,5% del Pil per tutto il periodo 2026-2028. Poiché si è creato spazio contenendo la spesa corrente e aumentando le entrate, riteniamo che questi piani di investimento siano probabili. A loro volta, investimenti pubblici sostenuti miglioreranno il profilo creditizio dell’Italia attraverso il miglioramento delle infrastrutture e della competitività e sosterranno la crescita economica”.

Il solido settore bancario, i solidi bilanci del settore privato e la sana posizione esterna sono ulteriori fattori di sostegno alla stabilità economica. Questi fattori economici positivi attenuano, ma è improbabile che riescano a compensare completamente, l’impatto negativo sulla crescita potenziale dell’Italia dovuto all’invecchiamento della popolazione.ù Inoltre, rivela Moody’s “la crescita del gettito fiscale ha superato quella del PIL nominale dal 2021. Ad esempio, le imposte dirette e indirette sono cresciute in media del 6% su base annua dal 2023, superando la crescita media del Pil nominale del 4,4% nello stesso periodo. In un contesto di stabilità politica e di policy, ci aspettiamo che il governo italiano sia in grado di continuare a realizzare il consolidamento fiscale attraverso misure di entrate e di spesa”.

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