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Ursula von der Leyen e Volodymyr Zelensky durante un precedente incontro sull’Ucraina

L'accelerazione

L’Ue al lavoro su un piano per Kiev alternativo a quello di Trump. Von der Leyen: «Niente sull’Ucraina senza l’Ucraina»

L'iniziativa del presidente Usa ha rimesso in moto la trattativa ed è stata accolta con «apprezzamento» dai partner europei. Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna in prima linea: la clausola sulla falsa riga dell'articolo 5 della Nato, proposta da Meloni, resta un punto fermo

Politica - di Sveva Ferri - 21 Novembre 2025 alle 14:20

Il Piano di pace americano per l’Ucraina, inevitabilmente, irrompe al G20 in corso a Johannesburg, dove sarà al centro dei colloqui tra i  leader, a partire da quelli europei convocati per una riunione d’emergenza. La portavoce della Commissione Ue, Paula Pinho, ha spiegato che Ursula von der Leyen «discuterà la situazione sia con i leader europei sia con i leader del G20» e «contatterà il presidente Volodymyr Zelensky per discutere la questione». Possibile anche una telefonata con Donald Trump, così come «ulteriori chiamate». «Potrebbero essere imminenti», ha detto ancora Pinho, nel corso di un briefing con la stampa monopolizzato dal tema. La linea europea comunque è chiara e a indicarla è stata la stessa von der Leyen, in conferenza stampa a Johannesburg: «Un principio fondamentale è: niente sull’Ucraina senza l’Ucraina».

Von der Leyen: «Niente sull’Ucraina senza l’Ucraina»

«Abbiamo lavorato intensamente per una pace giusta e durevole», ha aggiunto la presidente della Commissione Ue, chiarendo che il piano in 28 punti preparato dagli Usa con «lo discuteremo» con i vari leader presenti «a margine» del summit. È stato poi il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa a precisare che «all’Ue non è stato comunicato alcun piano, quindi per noi non ha senso commentare, in questa fase». «L’Ue è pienamente impegnata in un sostegno incrollabile all’Ucraina», per raggiungere una soluzione del conflitto basata sui «principi della Carta delle Nazioni Unite».

Tajani: «L’Europa non può non essere protagonista, lo dicono anche gli Usa»

Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha chiarito che «intanto bisogna vedere quando (il piano, ndr) sarà portato a conoscenza di tutti». «L’Europa non può non essere protagonista, mi pare che anche gli americani lo continuano a dire, perché senza l’Europa non si può arrivare a un accordo», ha ribadito, parlando con i giornalisti a margine dell’evento di presentazione degli interventi per il rafforzamento del “Turismo delle Radici” finanziati con il Fondo Sviluppo e Coesione a Villa Madama. «L’Europa ha imposto delle sanzioni ed è l’Europa che decide se ritirarle o meno quindi per forza dovrà essere parte di una trattativa, come lo dovranno essere gli ucraini perché non potrà esserci una pace senza la partecipazione dell’Ucraina».

Il metodo del Piano per Gaza

Il principio di metodo, insomma, è un po’ quello adottato per il Piano per Gaza, dove i Paesi della regione sono stati imprescindibili protagonisti delle trattative. Per l’Europa si pone però un problema che attiene agli assetti interni ed è dunque possibile che in questa partita ad avere un ruolo da protagonisti in seno all’Ue saranno gli Stati membri che più si sono spesi al fianco di Kiev, a partire dall’Italia che ha proposto quella clausola sulla falsa riga dell’articolo 5 della Nato, oggi considerata il vero punto qualificante del piano Usa: fu avanzata dalla premier Giorgia Meloni già la scorsa primavera durante un Consiglio europeo straordinario e poi presentata direttamente anche a Trump nel corso del vertice di Washington di agosto. Il Financial Times riferisce che Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer stanno pianificando una riunione a margine del G20.

La telefonata tra i leader europei e Zelensky

Secondo quanto riferito dai media ucraini, Macron, Merz e Starmer hanno intanto sentito Zelensky al telefono. La conversazione sarebbe stata incentrata sulla bozza di nuovo piano di pace, diverso da quello preparato dagli americani. In un comunicato diffuso da Berlino si legge che i leader hanno confermato il loro «incrollabile e pieno sostegno all’Ucraina nel cammino verso una pace duratura e giusta» e hanno «accolto con favore gli sforzi degli Stati Uniti per porre fine alla guerra in Ucraina», comprese le proposte per confermare la sovranità dell’Ucraina e fornire «robuste» garanzie di sicurezza – la clausola simile all’articolo 5, appunto – su cui intendono «coordinarsi strettamente» ulteriormente.

Il presidente ucraino: «Lavoriamo sul documento americano, il Piano deve garantire una pace reale e dignitosa»

«Abbiamo discusso il piano per la pace per l’Ucraina e per l’intera Europa. Apprezziamo gli sforzi degli Stati Uniti, del presidente Trump e del suo team per porre fine a questa guerra», ha detto Zelensky. «Stiamo lavorando sul documento preparato dalla parte americana», ha annunciato, specificando che «deve essere un piano che garantisca una pace reale e dignitosa».

Le indiscrezioni sul pressing Usa su Kiev

Anche un retroscena del Wall Street journal, poi, riferisce che l’Ue sarebbe al lavoro su un piano di pace basato su «condizioni alternative» e «più favorevole» all’Ucraina. L’Ue, si legge ancora sul quotidiano Usa, «spera di avere la proposta pronta entro pochi giorni». Allo stato attuale, infatti, sembra che il tempo non giochi a favore di Kiev: ancora il Ft racconta di pressioni Usa su Kiev affinché accetti il Piano entro il giorno del Ringraziamento, che cade giovedì 27. Reuters ha riferito di una presunta minaccia di interrompere la fornitura di intelligence e armi. Si parla inoltre di una telefonata tra Trump e Zelensky che dovrebbe svolgersi la prossima settimana, dopo che il presidente ucraino ha detto di voler parlare del piano direttamente con il presidente americano.

Ma sul tavolo resta sempre “l’incognita Trump”, vale a dire quel meccanismo già osservato in precedenza su altri dossier per cui il presidente Usa utilizza un’accelerazione improvvisa e spesso controversa per spingere negoziati in stallo, aprendo poi alla possibilità di rivedere i termini delle proposte una volta che il tavolo ha ripreso slancio. Non è escluso che anche stavolta possa trattarsi di qualcosa del genere, con un messaggio all’Ucraina perché l’Europa intenda.

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di Sveva Ferri - 21 Novembre 2025