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Leo smonta le bufale della sinistra sulle tasse: “Il 75% dei tagli Irpef riguarda redditi sotto i 50mila euro”

La manovra per ricchi?

Leo smonta le bufale della sinistra sulle tasse: “Il 75% dei tagli Irpef riguarda redditi sotto i 50mila euro”

Economia - di Robert Perdicchi - 11 Novembre 2025 alle 09:26

Il taglio dell’Irpef “interesserà circa 13,6 milioni di contribuenti, circa tre quarti di loro dichiara redditi inferiori a 50.000 euro. “Si tratta quindi di un intervento calibrato sul blocco centrale della distribuzione del reddito, non certo sui ricchi”, ribadisce il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, in una intervista al Il Sole 24 Ore. Circa i rilievi avanzati dall’Istat, Leo spiega che “non è metodologicamente aderente all’impianto dell’Irpef, considerando i quinti di reddito equivalente e quindi un indicatore che fotografa la dimensione familiare. Ma l’Irpef è un’imposta personale e progressiva, e la valutazione redistributiva deve essere condotta sui redditi individuali, non quelli familiari”.

Leo e la manovra sull’Irpef che aiuta i ceti medi

E cosa cambia? Secondo Leo il reddito equivalente “è un indicatore economico che consente di confrontare le condizioni economiche delle famiglie tenendo conto non solo del reddito individuale ma anche di quelli dei componenti del suo nucleo familiare: ad esempio una coppia senza figli con un reddito di 60.000 euro è più ricca di una coppia con tre figli e con lo stesso reddito di 60.000 euro”, dice il numero due del Mef. E quindi “capita che un ragazzo con un reddito basso (15-20.000 euro) possa trovarsi nel quinto più alto se inserito in una famiglia i cui genitori hanno un reddito molto alto. Ugualmente un lavoratore con un reddito medio può trovarsi in cima alla distribuzione per reddito equivalente se il coniuge ne ha uno alto”. E dunque “il riferimento al reddito equivalente è incoerente”.

Insomma, il governo procede in continuita’, ma con qualche differenza significativa: “Nella legge di Bilancio per il 2022, il Governo Draghi ha rivisto l’Irpef adottando un approccio generalista, rivolto all’intera platea di contribuenti. Gli scaglioni passarono da 5 a 4, furono cambiate diverse aliquote e la soglia per l’accesso all’ultimo scaglione di reddito, quello con l’imposizione piu’ incisiva, fu ridotta da 75mila a 50mila euro. Questa misura e’ costata 7 miliardi di euro, garantendo un beneficio medio di 233 euro che e’ andato anche ai redditi piu’ alti. Noi abbiamo adottato un’impostazione piu’ selettiva, con interventi su determinate categorie reddituali e una strategia improntata alla sostenibilita’ e alla gradualita’. Di conseguenza – osserva Leo -, abbiamo prima ridotto ulteriormente il numero di scaglioni e aliquote, passando da quattro a tre, accorpando i primi due scaglioni e abbassando dal 25 al 23 per cento l’imposizione dei redditi fino a 28mila euro”.

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di Robert Perdicchi - 11 Novembre 2025