L'intervista
Laura Castelli al Secolo: “Fico lo conosco bene, Cirielli è una spanna sopra. È l’uomo giusto per il rilancio della Campania”
Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord e già viceministro dell’Economia nei governi Conte e Draghi, avete confermato il vostro sostegno al centrodestra anche in Campania e Puglia. Un impegno che nasce sulla base di quali presupposti?
«Per le Regionali il nostro percorso è chiaro, indicare persone valide. Dapprima nelle Marche, abbiamo dato fiducia al presidente Acquaroli che meritava di proseguire il lavoro svolto nel primo mandato. Poi abbiamo sostenuto Occhiuto in Calabria, che conosco personalmente e ritengo un amministratore capace. Uno che ha in comune col segretario di Sud chiama Nord Cateno De Luca di affrontare con decisione e concretezza anche le questioni amministrative più complicate».
Anche per la Puglia puntate sul candidato di centrodestra. Conosce anche Lobuono?
«Non lo conoscevo personalmente. Di sicuro, la lotta tra Decaro e Emiliano non è una modalità di far politica che mi appartiene. Lobuono è un uomo di impresa che sa come rilanciare l’economia del territorio».
Per la Campania avete indicato Cirielli…
«L’esponente di Fratelli d’Italia è una spanna sopra Fico, che da ex collega di partito conosco bene. Cirielli da viceministro agli Esteri ha dimostrato le sue qualità. Il candidato del centrodestra ha grande capacità di ascolto. E poi Fico, a dirla tutta, non ha mai amministrato un bel niente».
Le potrebbero rispondere che il candidato del centrodestra è stato presidente della Camera…
«Ha ricoperto un importante ruolo dal punto istituzionale, ma governare è un’altra cosa. Tra l’altro, anche da presidente della Camera, se lo faccia dire da chi è stata nel Movimento 5 Stelle, è stato davvero poco operativo. Le faccio un paragone: con l’allora presidente del Senato Casellati era molto più facile interfacciarsi e avere un’interlocuzione produttiva, anche sugli emendamenti e altre azioni amministrative. Lui era, come dire, meno operativo…»
Possiamo dire, viste le polemiche di questi giorni sul suo gozzo, che Fico è più bravo a navigare che amministrare?
«La battuta ci sta. Come appare evidente che Fico pretendeva questa candidatura a tutti i costi. E pensare che, in passato, quando gli offrirono la candidatura a sindaco di Napoli si era tirato indietro».
Il motivo?
«Aveva paura di amministrare, aveva il terrore degli eventuali contenziosi che potevano sorgere, essendo lui digiuno della materia».
Ha rinunciato a fare il sindaco di Napoli, ma ora non ha paura di candidarsi alla Regione Campania?
«Perché ora Fico sta a casa. Dopo cinque anni lontano dal Parlamento, evidentemente la paura gli è passata».
Dopo le Regionali, un’altra data importante è rappresentata dal referendum sulla giustizia.
«Lo sosteniamo convintamente. Questo Paese ha bisogno di mettere a posto la giustizia. Non è questione di essere di destra o sinistra, la gente è stanca. Forse qualcuno si oppone perché avrebbe voluto fare prima questa riforma. Ora che il governo Meloni c’è riuscito non possiamo perdere questa occasione. Ecco perché voteremo sì».
E nel 2027 le politiche…
«Sud chiama Nord ha eletto due parlamentari nel 2022, uscendo fortemente dalla Sicilia e concentrandosi soprattutto nel centrosud. Siamo realisti e pensiamo che questo bagaglio possa essere messo a disposizione della destra per aiutare un processo di governo stabile, importante. Un governo che ha un leader donna che per l’ultima volta negli ultimi 40 anni parla con un linguaggio che la gente capisce».
Ogni riferimento ad altri esponenti politici non è casuale?
Non c’è paragone. Giorgia Meloni è una leader che oggettivamente la politica non vedeva da tempo. Sono stata colpita in particolare dal discorso ai ragazzi di Atreju. Ha parlato come deve fare un politico, che vuole provare a guidare le nuove generazioni. Mi ha emozionato. Quindi, per le politiche del 2027, mi pare sia chiaro qual sia la nostra traiettoria».