La tutela dell'identità
La lingua italiana è un fattore di sviluppo, fa bene il governo a valorizzarla nel mondo con la Comunità dell’Italofonia
Nel marzo 2020, il gruppo “Attivisti dell’italiano” lanciò un manifesto-petizione che così iniziava: “Noi vogliamo arginare l’anglicizzazione della lingua italiana non in nome del purismo, non per ostilità nei confronti dell’inglese, ma perché la amiamo e ci è cara”. Passaggi essenziali di questo appello: la “malattia” della nostra lingua, che ha perso la capacità di produrre i propri neologismi; l’abuso dell’inglese a scapito delle alternative italiane; il valore della “libertà di scelta e della ricchezza lessicale, che davanti all’inglese stereotipato viene sempre più a mancare”; la necessità che la nostra lingua “vada tutelata perché fa parte del nostro patrimonio culturale che va promosso e difeso alla stessa stregua dell’arte, delle nostre eccellenze e delle nostre radici di cui andiamo fieri”.
Al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella venne poi indirizzato un apposito appello: “La preghiamo, infine, di incoraggiare una campagna mediatica per difendere e favorire l’italiano che denunci l’abuso dell’inglese, come si è fatto con successo in Spagna o in Francia, e come da noi è avvenuto per sensibilizzare tutti sui temi sociali più importanti, dalla violenza contro le donne al bullismo. Ci piacerebbe vedere un’analoga iniziativa anche contro la discriminazione lessicale delle nostre parole.” L’iniziativa però non sortì grandi risultati …
In linea con queste aspettative ci piace oggi sottolineare l’attenzione del Governo Meloni per favorire la diffusione e la valorizzazione della lingua italiana all’estero, attraverso l’istituzione della Comunità dell’Italofonia, nuovo forum internazionale dedicato alla promozione della lingua italiana nel mondo come strumento di pace, dialogo e cooperazione. Il momento fondativo si è svolto lo scorso 18 novembre nella cornice di Villa Madama, alla presenza del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani,
Il documento sottoscritto dai rappresentanti di governi, istituzioni culturali e realtà imprenditoriali, uniti dall’interesse per la diffusione della nostra lingua nazionale, riconosce l’italiano come “lingua privilegiata di pace, dialogo, creatività e scambio”, e sottolinea il suo ruolo storico nella costruzione del patrimonio culturale mondiale: una lingua che ha dato voce ad arte, scienza, musica, letteratura e che continua a essere portatrice di innovazione e relazioni internazionali.
Tra gli obiettivi della nuova Comunità: creare una rete internazionale di enti, istituzioni e persone italofone; potenziare gli scambi economici, con forum dedicati e collaborazioni tra sistemi produttivi; rafforzare i rapporti accademici e scientifici, facilitando progetti, ricerche e mobilità; promuovere l’insegnamento dell’italiano in tutti i contesti formativi, dalle scuole alle università; favorire la diffusione dell’italiano nello spazio digitale e nell’intelligenza artificiale; sostenere l’editoria e la traduzione, istituendo un’assemblea di scrittori italofoni e varando programmi di incentivi.
“E’ un’iniziativa” – ha detto Giorgia Meloni, in un video registrato per l’iniziativa – “nella quale crediamo molto perché si pone un obiettivo di fondo: rispondere alla sempre crescente domanda di Italia che c’è nel mondo. Dalla musica al design, dall’arte alla letteratura, dalla scienza all’industria, dal turismo alla moda…È una domanda che si declina in tante lingue ma che riassume la sua essenza nella lingua italiana. La lingua di Dante, Leonardo, Michelangelo, dei più grandi artisti di tutti i tempi, la lingua del belcanto e della grande opera lirica, da poco riconosciuta Patrimonio immateriale dell’umanità. La lingua della cucina più famosa del mondo, apprezzata e stimata ogni giorno per la sua eccellenza e per la sua qualità. Una lingua straordinariamente ricca, tanto antica quanto moderna, che sprigiona la sua posizione culturale in ogni angolo del pianeta”.
I dati più recenti (2024) calcolano, del resto, che circa due milioni di studenti provenienti da 130 nazioni diverse siano impegnati nello studio dell’italiano. Un apprendimento che avviene in varie sedi, dagli istituti scolastici italiani agli oltre 900 atenei internazionali, e ancora tramite i corsi degli Istituti italiani di Cultura, dagli enti gestori e dalla Società Dante Alighieri. Per promuovere questa diffusione, nel corso del 2024 il Maeci ha distribuito più di 500 finanziamenti per creare e sostenere i lettorati e le cattedre di italiano in scuole e università di circa 70 Paesi a livello globale. Bisogna anche considerare che fuori dai confini nazionali, l’italiano è parlato da oltre 80 milioni di persone e si conferma una delle lingue più studiate al mondo grazie al prezioso lavoro di promozione che portano avanti gli Istituti di cultura e le scuole all’estero.
L’italiano ci identifica, racconta ciò che siamo, racconta la nostra storia e il nostro stile di vita. Ed è grazie all’italiano, alla sua bellezza, alla sua ricchezza, se il nostro popolo ha saputo farsi strada nel mondo: se ci hanno ascoltato è anche grazie alla nostra lingua, germogliata dalla sintesi di classicità e cristianesimo.
Di tutto questo è giusto essere orgogliosi, ma anche creare le condizioni per una piena valorizzazione di questo patrimonio. L’idea del “forum stabile” a questo mira: superare le semplici occasioni, rappresentate da incontri occasionali o conferenze temporanee, offrendo un contesto duraturo e organico per il dialogo tra le varie parti coinvolte. Questo strumento garantirà un raccordo continuo tra attori pubblici e privati, facilitando l’adozione di strategie condivise e sostenendo attività di elevato impatto nel promuovere la italiana nel mondo, specie nelle aree con una presenza storica o crescente di italiani. La creazione di un forum stabile mira anche a rafforzare i legami culturali, economici e accademici tra le nazioni, contribuendo a consolidare il ruolo dell’italiano come lingua di comunicazione globale e a valorizzare il patrimonio linguistico e culturale delle comunità italofone. Attraverso questa iniziativa, si intende inoltre creare un network efficace, partecipato e duraturo, che possa rispondere alle sfide di oggi e di domani nel campo della diffusione della lingua italiana nel mondo globalizzato, facendo crescere le opportunità di studio, lavoro e collaborazione tra paesi, oltre a una più forte identità culturale e linguistica. Le istituzioni saranno chiamate a sostenere e promuovere il progetto, mentre le comunità italiane all’estero potranno contribuire con iniziative e programmi specifici di valorizzazione culturale e linguistica. Al centro la volontà di migliorare la visibilità e la diffusione dell’italiano nel mondo globale: una visione strategica e di lunga durata che va condivisa e supportata a livello di più vasta opinione. Anche su questi crinali si gioca la battaglia identitaria, dando visibilità e forza al nostro patrimonio “immateriale”: un investimento strategico non meno importante della promozione della nostra offerta economica o industriale.