Le indagini sull'urbanistica
Inchiesta di Milano, la Cassazione smonta le ipotesi accusatorie: “Manfredi Catella non andava arrestato”
Per la Suprema Corte il manager di Coima non doveva essere sottoposto a custodia cautelare. L'indagine continua e coinvolge anche San Siro
La Procura di Milano non aveva motivo di arrestare gli indagati per le inchieste sull’urbanistica, i sette mandati di arresto spiccati alla fine del luglio scorso non erano basati su prove sufficienti di colpevolezza. Con un’ordinanza depositata questa mattina la Cassazione boccia la linea dura seguita dai pm milanesi, guidati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, contro i costruttori, amministratori e architetti accusati di avere fatto parte della “Cupola” che secondo l’accusa governava lo sviluppo edilizio della città-
La decisione della Suprema Corte
Nell’ambito della maxi inchiesta sull’urbanistica milanese, la Cassazione, respingendo il ricorso della Procura di Milano, ha confermato i provvedimenti del Tribunale del Riesame con cui lo scorso agosto sono stati revocati “per assenza di gravi indizi sulla presunta corruzione” gli arresti domiciliari per il Ceo di Coima, Manfredi Catella . Lo conferma Coima, in una lettera agli stakeholder. Confermata la revoca degli arresti domiciliari anche per uno dei componenti della Commissione paesaggio del Comune di Milano, Alessandro Scandurra, e la misura cautelare per il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, l’unico che era finito in carcere lo scorso luglio.
“Nel corso dell’udienza del 12 novembre la Procura Generale della Corte di Cassazione, conformemente a quanto scritto nella memoria dello scorso 24 ottobre, ha a sua volta richiesto alla Suprema Corte il rigetto del ricorso della Procura di Milano, sostenendo che il Tribunale del Riesame aveva svolto un vaglio puntuale delle risultanze prodotte e fatto buon governo dei principi di diritto, disattendendo quindi le tesi e le richieste dell’accusa”, conclude la nota di Coima.
L’inchiesta continua e coinvolge pure San Siro
L’inchiesta della Procura di Milano, intanto, continua. E coinvolge pure la vendita dello stadio San Siro a Inter e Milan. Per questo procedimento i magistrati hanno aperto un altro filone, ipotizzando la turbativa d’asta. Con il sindaco Beppe Sala a respingere ogni ipotesi accusatoria.