CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York

Nuovi scenari

Il socialista Mamdani nuovo sindaco di New York: sfida Trump, ma i guai sono tutti per i democratici

Nel discorso della vittoria, il primo cittadino ha rivendicato la sua vittoria come la vittoria di chi «non si riconosce» nel partito. I dem vincono in Virginia e mantengono il New Jersey, ma con candidate moderate

Esteri - di Sveva Ferri - 5 Novembre 2025 alle 08:37

Come ampiamente previsto, Zohran Mamdani è stato eletto sindaco di New York. Il candidato socialista, primo sindaco musulmano e di origini indiane, ha ottenuto il 50,4% dei voti e la sua vittoria è stata chiara già mezz’ora dopo l’inizio dello spoglio, quando la notizia è stata data dall’Associated Press. Il democratico Andrew Cuomo, che correva come indipendente, ha ottenuto il 41,6%, anche lui superando i sondaggi che lo davano invece al 33%, mentre il terzo sfidante in campo il repubblicano Curtis Sliwa si è fermato al 7,1% a fronte del 14% accreditato alla vigilia. Segno che l’appello di Donald Trump agli elettori repubblicani affinché votassero per Cuomo, perché «meglio un democratico che un comunista», ha avuto una qualche presa, sebbene non sia stata sufficiente ad arrestare l’ascesa della nuova stella nascente della Grande Mela, subito ribattezzata “Mela Rossa” sulla prima pagina del New York Post. Mamdani, 34 anni, è il più giovane sindaco di New York dai tempi di Hugh John Grant, eletto nel 1892.

Mamdami, nuovo sindaco di New York, sfida Trump: «Alza il volume»

«In questo momento di buio politico, New York sarà la luce», ha detto Mamadani nel suo primo discorso dopo il voto al Brooklyn Paramount Theater. «Se qualcuno può dimostrare a una Nazione tradita da Donald Trump come sconfiggerlo, è la città che gli ha dato i natali», ha aggiunto il 34enne Mamdani, che ha parlato di «nuova era» e utilizzato anche nei toni quel radicalismo che ne contraddistingue i programmi: «Rispondiamo all’oligarchia e all’autoritarismo con la forza che temono. Se c’è un modo per terrorizzare un despota è smantellare le condizioni che gli hanno consentito di accumulare potere». «Donald Trump, so che stai seguendo, ho quattro parole: “Turn up the volume (alza il volume)”».

Il Washington Post ha descritto il presidente come «livido» per la vittoria di Mamdani. E, del resto, Trump ci era andato giù piuttosto pesante: non solo l’appello a votare Cuomo, ma anche la minaccia di azzerare i fondi federali per la città, la descrizione del nuovo sindaco come «un comunista, un folle totale e un odiatore degli ebrei», che vuole «distruggere la città», e l’affermazione secondo cui «qualsiasi ebreo che vota per Mamdani è uno stupido».

Ma la vittoria è una grana per i democratici

Più che per Trump, però, la vittoria di Mamdani è un problema per i democratici. Benché ne fosse il candidato ufficiale, dopo aver vinto le primarie contro Cuomo, Mamdani è contro i democratici. Almeno per come sono ora. Lo ha ribadito lui stesso nel suo discorso , dicendo che la sua vittoria è la vittoria di «non si riconosce» nel partito. Intervistato dalla Cnn, Bernie Sanders, grande sostenitore di Mamdani insieme alla deputata Alexandria Ocasio-Cortez, ha detto che il neo sindaco «ha sconvolto l’establishment democratico». Il quale establishment, da Barack Obama a Hillary Clinton, si sta sperticando in lodi per questa «vittoria per la democrazia» (Clinton), che fa apparire «il futuro un po’ più luminoso» (Obama). Ma se ora va così, bisognerà vede come andrà più avanti, quando il neosindaco inizierà a dare corpo al suo programma radicale, fatto di blocco degli sfratti, negozi a gestione pubblica, asili e bus gratis, tasse ai ricchi e alle imprese, che funziona per attrarre voti e rischia di trasformarsi in realtà nell’opposto della città inclusiva per tutti promessa in questi mesi.

I dem vincono in Virginia e New Jersey con due moderate

Intanto i democratici registrano anche le vittorie in Virginia e New Jersey, dove però i candidati erano dei moderati. In Virginia ha vinto la 46enne Abigail Spanberger, ex operativa della Cia che ha strappato la leadership ai repubblicani diventando la prima donna governatrice dello Stato, con un’altra donna come vice. Anche in New Jersey, con la deputata Mikie Sherrill, ex procuratrice federale e una ex ufficiale di Marina, si è affermata la prima donna governatrice, ma per i dem si è trattato di una riconferma. «L’assenza di Trump come candidato e lo shutdown sono le due ragioni per cui i repubblicani hanno perso stasera le elezioni», ha commentato il presidente su Truth, citando i sondaggi.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Sveva Ferri - 5 Novembre 2025