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Il colpo di fulmine di Schlein per la “tassa Mamdani”. La “manovra alternativa” di Elly si riduce alla vecchia patrimoniale

L'eterno ritorno

Il colpo di fulmine di Schlein per la “tassa Mamdani”. La “manovra alternativa” di Elly si riduce alla vecchia patrimoniale

Politica - di Gabriele Alberti - 7 Novembre 2025 alle 14:41

L’eterno ritorno della patrimoniale. Puntuale, a ritmi regolari, riciccia l’ipotesi sempreverde della sinistra per tassare redditi e patrimoni. Ricetta rilanciata da Elly Schlein proprio in queste ore in cui ferve il dibattito sulla legge di Bilancio. Come il gioco dell’Oca, alla fine della fiera, la sinistra torna a casa, ai nastri di partenza sulla sua misura simbolo, che è anche l’unica soluzione messa sul tappeto. Dichiarazioni di fuoco contro la manovra alla fine partoriscono il solito topolino. La leader dem apre a una tassa europea sui grandi patrimoni. Sul nuovo revival della patrimoniale va considerato l’effetto Mamdani sulla segretaria dem. Un assist che arriva come manna per una segretaria che doveva proporre la manovra alternativa e invece rincorre modelli improbabili.

Effetto Mamdani

La proposta “vintage” di Elly: tassare in modo coordinato, a livello europeo, la ricchezza enorme concentrata al vertice. Facile da afferrmare, impossibile da realizzare. Ma tant’è. Elly Schlein la rimette sul tavolo indicando la necessità di strumenti comuni con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e finanziare beni pubblici – dal clima alla scuola – evitando che ogni Paese combatta da solo una gara al ribasso su aliquote e scappatoie. La patrimoniale è un marchio di fabbrica della “ditta”, ma a rinverdirne i fasti è il modello che viene da New York, dove il nuovo sindaco Zohran Mamdani ha proposto un inasprimento selettivo del prelievo sui più ricchi per finanziare servizi universali (asili, trasporti, case popolari). Del resto, l’entusiasmo della segretaria dem all’indomani della vittoria del primo cittadini della Grande Mela (Rossa) era stato tale, a suon di punti esclamativi, che Schlein ha giocato facile: copiare il modello. Al punto da proporre una “patrimoniale globale”.

“Tassa Mamdani”, che ideona…

Tanto vale chiamarla “la tassa Mamdani”, come propone Nicola Porro dal suo sito. La “ricchezza” è parola che che al solo evocarla fa venire l’ortigaria alla sinistra. Elly non si è sottratta alla suggestione della mini-patrimoniale proposta da Mamdani che piace molto agli ambienti progressisti internazionali. La Schlein la chiama “tassazione vera”, ma il concetto è sempre lo stesso: colpire chi ha di più, nella speranza che da lì sgorghi la giustizia sociale. “Questa è una questione già affrontata. Siamo a favore di una tassazione a livello europeo sulle persone che hanno milioni a disposizione, sui miliardari”, ha detto Schlein. Naturalmente ciò ha innescato il richiamo della foresta:

Patrimoniale, l’unica soluzione di una sinistra non attrezzata a governare

“Felicissimo” si dichiara Nicola Fratoianni di Avs.  “Noi veramente proponiamo la patrimoniale da sempre”. Così, mentre il governo lavora a ristabilire maggiore equità sociale  Il Financial Times ha appena riconosciuto la solidità  del governo Meloni, sottolineando come l’Europa dovrebbe guardare all’Italia come modello di stabilità  politica e di credibilità sui mercati. E c’è una sinistra disarmata che ripropone idee vecchie sulla scia di un “papa straniero”. Ecco perché gli italiani non si fidano di chi dimostra ogni giorno che passa di non essere attrezzato a governare i cambiamenti. Anche Landini non vuole essere da meno e si intesta la tassa sui ricchi.

“Siamo alla cultura dell’invidia”

“Landini insiste nel voler tassare chi lavora, investe e crea ricchezza. Chiamarlo ‘contributo di solidarietà’ non cambia la sostanza: è una patrimoniale. Quella di Landini e della sinistra non è giustizia sociale ma miope ideologia. Siamo alla cultura dell’invidia, per cui chi crea ricchezza va punito. L’Italia non cresce tassando il successo. Cresce sostenendo chi produce e crea lavoro”. Così il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione bilancio, Dario Damiani sintetizza la posizione del governo su chi riupropone vecchi attrezzi ideologici.

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di Gabriele Alberti - 7 Novembre 2025