L'ultima sparata social-tv
Iacchetti, da Striscia la notizia alla Striscia di Gaza con furore: sono un comico e posso dire quello che voglio. Ma il web lo fa a pezzi
L'ex co-conduttore del tg satirico di Canale 5 si trasforma in tv da comico a guru pro-Pal. Ma dalle intemerate su Rete 4 ai video in differita sui social, sono molti gli utenti che non gradiscono e glielo postano chiaramente, riportandolo a più miti pretese...
C’è un nuovo, e assolutamente non richiesto parere politico che squarcia il già logoro velo del dibattito mediatico: quello di Enzo Iacchetti. L’ex spalla di Ezio Greggio a Striscia la Notizia che si è ritagliato un ruolo da protagonista sulla scena dei talk televisivi, e che ormai è ospite di culto nel salotto di Rete 4 di Bianca Berlinguer, trovando una nuova vocazione: quella del profeta alle prese del sermone anti-sistema, anti-governo e, ora, pure anti-Papa…
Iacchetti, il nuovo guro dei dem?
La sua ultima sortita in televisione, rilanciata con orgoglio su Instagram, è la perfetta sintesi di una sinistra in cerca di bandiere anti-tutto e di figure “curriculari” da contrapporre alla maggioranza. Iacchetti non si accontenta di criticare la Legge di Bilancio o il Ponte sullo Stretto (che, si badi bene, aspetta solo il suo autorevole parere prima di iniziare i lavori): il comico va dritto alle fondamenta dello Stato e della Chiesa.
La sferzata a Pontefice e Vaticano
Così, il momento più alto – o più basso, a seconda di come la si guardi – del suo comizio in diretta televisiva e poi in differita social riguarda il Vaticano. Iacchetti, con la disinvoltura di chi detiene la verità rivelata in tasca, si erge a censore del Pontefice, a cui rivolge un’accusa pesante e fantasiosa: «Di quale antisemitismo sta parlando?» – si chiede l’ex co-conduttore del Tg satirico di Canale 5 – insinuando che siano gli israeliani stessi a perpetrare l’antisemitismo verso gli “ebrei veri”.
Tutto prodromico a denunciare una presunta «ipocrisia religiosa» – così la definisce Iacchetti – pretendendo che la Chiesa smetta le “frasi di circostanza” sull’antisemitismo e passi alle azioni concrete: sanzioni e stop alla vendita di armi (che magari, di questo passo, la prossima volta si potrà azzardare a dire che si vendono pure in Piazza San Pietro)…
L’auto-sdoganamento: «Sono un comico e dico quello che voglio…»
Ma la vera bomba Iacchetti la sgancia rivendicando il suo diritto auto-proclamato di dire “quel c***o che vuole” in quanto comico. E invece la verità dovrebbe essere un’altra: i comici hanno sempre avuto la libertà di dissentire ironicamente e criticare da artisti “disorganici” a qualunque sistema. Ma il comico non sembra più voler vestire i panni del critico mordace che colpisce e punge con battute secche nella scaletta tv preparata dagli autori e metafore sardoniche cavalcate (o improvvisate) alla bisogna.
Iacchetti, se il web s’indigna
Bensì quelli un po’ più logori di una sorta di attivista politico con licenza di intrattenitore. E il suo monologo diventa una sorta di pretesa di un’immunità politica camuffata da satira, dove l’ironia è sostituita dal sermone retorico e l’analisi dal delirio anti-istituzionale. E il risultato, come confermato dalle reazioni, è una pioggia di critiche dagli utenti che, stanchi di questa retorica monocorde, lo hanno fatto a pezzi sui social.
Alcuni dei commenti social non gli danno scampo
«Enzino eri in comico che seguo fin dai tempi di fiori di zucca. Non vedevo l’ora di vederti in TV nei cabaret nei telefilm. Ora appena tu vedo cambio canale. Prima si sapeva della tua appartenenza e schieramento dai copioni che interpretavi ora vuoi metterci la faccia in prima persona ma non ti sta venendo bene», irrompe sulla scena social un utente. Mentre un altro rilancia a stretto giro: «Sei diventato più opportunista e più noioso dei politici. L’unica persona a cui posso paragonarti a livello di comicità e di tempistiche è la Schlein».
Ma la platea mediatica di sinistra lo accoglie e lo rilancia
Mentre un terzo, solo a titolo esemplificativo, non le manda a dire e tuona sinteticamente: «Fenomeno. Sa tutto lui». Con un altro ancora che rimarca: «”Io sono un comico!???” È forse l’unica battuta divertente che ha fatto in tutta la sua carriera!»… Così, mentre lui contesta il governo, attacca i vertici istituzionali di Stato e Stato Vaticano su un loro presunto silenzio “colpevole” su Gaza, l’unica cosa che Iacchetti ottiene è che la platea che ancora lo accoglie, è quella del salotto buono di una sinistra nostalgica che non riesce a trovare un leader più credibile e si abbarbica alla giacca dal tessuto più resistente di chi gli va incontro…
Sotto la Storia postata sul proprio account Instagram da Enzo Iacchetti dal suo ultimo intervento a È sempre Cartabianca su Rete 4
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