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Gli affari d’oro delle borseggiatrici a Venezia: 2.500 euro a testa

Finisce l'era dell'impunità

Gli affari d’oro delle borseggiatrici di Venezia: 2.500 euro al giorno a testa. Sgominata una banda di 23 rom e sinti

L'operazione interrompe il circolo vizioso di arresti in flagranza e scarcerazioni immediate. Accertate anche le modalità particolarmente aggressive delle ladre, che si scagliavano contro chi segnalava il rischio di furti ma anche le violenze contro le borseggiatrici più giovani, spesso poco più che bambine

Cronaca - di Luciana Delli Colli - 12 Novembre 2025 alle 13:07

Le donne rubavano e all’occorrenza picchiavano, gli uomini si occupavano del riciclaggio e della logistica. Era un sistema perfettamente rodato quello del borseggio a Venezia, emerso grazie a un’indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri con il supporto delle autorità di polizia ungheresi e croate e sfociato in 23 provvedimenti di custodia, a carico di 20 donne e tre uomini, coniugi delle borseggiatrici. Gli indagati – di etnia rom e sinti, nazionalità bosniaca e croata e senza fissa dimora – sono accusati a vario titolo di concorso tra loro di furto aggravato, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, lesioni personali, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti, ricettazione, riciclaggio e violazione del foglio di via obbligatorio. Una lunga lista di reati che fruttava benissimo: dalle indagini è emerso che gli “introiti” giornalieri erano di 2.500 euro a ladra.

Per le borseggiatrici di Venezia scattano gli arresti

L’indagine, coordinata dalla procura di Venezia, che si è svolta tra il luglio 2023 e il dicembre 2024, è particolarmente importante non solo per i numeri dell’operazione, ma perché è la prima che ha avuto come esito il superamento del circolo vizioso di arresti in flagranza e scarcerazioni in cui sfociavano le operazioni anti-borseggio, di fatto creando una condizione di impunità per le ladre.

Gli affari d’oro della banda: 2.500 euro di furti a testa per ogni ladra

Il gruppo criminale individuato a Venezia era specializzato nei borseggi nel centro storico della città, nelle stazioni e a bordo di autobus e treni, soprattutto a danno dei turisti. Sia attraverso le indagini tradizionali, sia attraverso l’ausilio di attività tecniche, gli investigatori hanno potuto ricostruire ricostruire 32 episodi di furto, per un totale di circa 50mila euro, e identificare le 20 borseggiatrici, per lo più giovani donne, alcune delle quali risultate di indole particolarmente aggressiva: non disdegnavano infatti l’uso della violenza fisica e delle minacce, anche gravi, tanto nei confronti dei passanti che segnalavano o riuscivano a sventare i furti, quanto nei confronti delle loro complici più giovani che non raggiungevano gli obiettivi prefissati, vale a dire “l’incasso” di 2.500 euro a testa.

La violenza contro chi segnalava il rischio dei furti, ma anche contro le borseggiatrici più giovani

Su questo fronte in particolare dalle indagini è emerso che una delle indagate aveva minacciato di ferire con un coltello due giovani borseggiatrici, una delle quali minore di 14 anni, arrivando a colpire con dei pugni sulla pancia una delle due, incurante del fatto fosse incinta.

Fra gli episodi di violenza ai danni delle malcapitate vittime o dei passanti che si ribellavanoai furti, è emerso il caso di una donna che, alla stazione Santa Lucia, era riuscita a sventare un borseggio e che per questo è stata brutalmente picchiata, anche con una borsa, da tre delle indagate, che le hanno procurato la frattura di un dito e una prognosi di 30 giorni.

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di Luciana Delli Colli - 12 Novembre 2025