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Furto del secolo, la surreale difesa di Doudu: “Non sapevo che fosse il Louvre”. La Corte dei Conti: museo colabrodo

Dilettanti allo sbaraglio

Furto del secolo, la surreale difesa di Doudu: “Non sapevo che fosse il Louvre”. La Corte dei Conti: museo colabrodo

Esteri - di Eugenio Battisti - 6 Novembre 2025 alle 14:12

Il colpo del secolo al Louvre, con il bottino record di 8  gioielli di valore inestimabile, si colora di ora in ora di particolari rocamboleschi che ridicolizzano la Grandeur francese. A partire dalla dinamica che lascia trasparire una banda di dilettanti allo sbaraglio, canovaccio degno di una sceneggiatura teatrale. Durante la fuga i ladri perdono la corona. La fanno accidentalmente cadere a terra, a pochi metri dal museo, dove la polizia la ritrova danneggiata. Il museo più famoso e visitato al mondo violato da un gruppo di uomini in tuta arancione che sembravano montare l’aria condizionata. Criminali di basso livello, li ha definiti la procuratrice Laure Beccuau.

Surreale la difesa di Doudou: non sapevo che fosse il Louvre

Surreali poi le dichiarazioni a sua difesa di uno dei sospettati, il 39enne di origine maliana  Niakate Abdoulaye, nome d’arte “Doudou Crosse Bitume”, riportate dai media francesi. Piccola star dei social, appassionato di moto,  avrebbe dichiarato agli inquirenti  di ignorare che stesse compiendo un furto alla casa della Giocona. Era convinto che il museo si trovasse solo sotto la Piramide e che la domenica fosse chiuso. L’uomo – rivela Le Parisien – ha alle spalle quindici precedenti penali per reati minori e avrebbe agito su ordine di “un committente straniero”. Identica la difesa del suo complice, Ayed Ghelamallah. Gli inquirenti hanno definito “sconcertanti” le dichiarazioni dei due ladri “distratti”. Membro della banda dei quattro, Doudou, conosciuto su Youtube e Tikok come la leggenda del motocross , è stato arrestato nella sua abitazione alla periferia di Parigi. Ed è accusato di furto organizzato e associazione a delinquere. Ha lavorato come guardia di sicurezza al centro Pompidou ma – a suo dire- non sapeva che stesse rapinando il museo più grande del mondo. Non proprio limpida la sua fedina penale, in questi giorni è a processo per danneggiamenti in un commissariato nel 2019. Tassista abusivo, dedito a furti, ha nel suo curriculum delinquenziale anche una rapina con fucili finti in una bigiotteria.

Quattro sospettati per il furto al museo più grande del mondo

Per il furto dei gioielli da 88 milioni di euro al Louvre, tra cui la celebre corona dell’imperatrice Eugénie, al momento ci sono quattro sospettati in custodia cautelare. Per raggiungere la finestra al primo piano della galleria Apollo del museo, i rapinatori hanno usato un camion rubato con una scala estensibile e un montacarichi. Intanto si conferma la tesi del Louvre colabrodo. Il Museo “ha dato priorità alle operazioni di immagine e attrattiva” a scapito della “manutenzione e della ristrutturazione degli edifici e degli impianti tecnici. In particolare la sicurezza”. È l’amara conclusione della Corte dei Conti francese in un report presentato quasi tre settimane dopo il furto di gioielli. “Nonostante le abbondanti risorse”, il museo, a causa della mancanza di una graduatoria per ordine di importanza dei suoi numerosi progetti, “si trova di fronte a un muro di investimenti che non è in grado di finanziare”. Il faraonico progetto del presidente Macron viene demolito. La direzione del Louvre non può fare altro che accogliere “la maggior parte delle raccomandazioni” formulate dalla Corte dei Conti, pur sostenendo che la sua relazione “non riconosce” diverse delle sue azioni, in particolare in materia di sicurezza.

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di Eugenio Battisti - 6 Novembre 2025