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FdI sfonda quota 30% nel sondaggio per Porta a Porta: il centrodestra sale al 48,7%

In calo gli indecisi

FdI sfonda quota 30% nel sondaggio per Porta a Porta: il centrodestra sale al 48,7%

Cronaca - di Vittorio Giovenale - 11 Novembre 2025 alle 17:24

Uno due da kappaò per l’opposizione: all’indomani del sondaggio che dà i Sì per il referendum sulla Giustizia avanti di dieci punti, arriva il sondaggio di Porta a Porta sulle preferenze di voto. E anche stavolta la maggioranza di centrodestra stacca nettamente il centrosinistra di oltre dieci punti.

Nel dettaglio, Fratelli d’Italia guadagna mezzo punto rispetto alla rilevazione dello scorso 27 ottobre e si attesta al 30,1%, seguito dal Pd al 22,2 % che cresce anch’esso dello 0,5%. È quanto emerge dal sondaggio Only Numbers (Alessandra Ghisleri) per “Porta a Porta” sulle intenzioni di voto degli italiani.

Sondaggio Porta a Porta: in calo gli indecisi

Il Movimento 5 Stelle, invece, cresce dello 0,2% attestandosi all’ 11,8%. Forza Italia al 9,4%, cede lo 0,1%, mentre la Lega all’8,5% perde lo 0,2%. Alleanza Verdi e Sinistra è al 6,5% (- 0,3%). Azione è al 2,9% (-0,4%), Italia Viva al 2,6% (-0,1%). Infine +Europa è stabile al 2,0%, come Noi Moderati allo 0,7%. In generale, il centrodestra è al 48,7% (+0,2%), mentre il centrosinistra è al 30,7% (+0,2). Il campo largo al 45,1% guadagna lo 0,3%. Gli astenuti-indecisi si attestano al 47,4% (in calo del 1,6% rispetto all’ultima rilevazione). 

Dati che arrivano a distanza di poche ore da un altro sondaggio, effettuato sempre dalla società di Alessandra Ghisleri.  Il “Sì” al referendum sulla giustizia parte infatti in vantaggio. Secondo la rilevazione di Only Numbers pubblicata su La Stampa, il fronte dei favorevoli supera di dieci punti quello dei contrari: 38,9% contro 28,9%.

Il referendum sulla giustizia: nei sondaggi sì avanti di dieci punti

Numeri che galvanizzano il centrodestra: la riforma della giustizia è indubbiamente uno dei punti qualificanti dell’azione di governo. “Conto che alla fine i punti di distacco siano 20”, ha pronosticato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. Le firme per la richiesta del referendum sono state depositate la scorsa settimana. Le urne dovrebbero aprirsi nella primavera del 2026.

Le opposizioni faranno campagna per il “No” e una bocciatura della consultazione a un anno dalle politiche del 2027 sarebbe un motivo di sprone per il campo largo. Anche se la presidente del consiglio ha ribadito categoricamente che non c’è un legame fra l’esito del voto e la durata dell’esecutivo. La Meloni “insieme al governo arrivano a fine legislatura e poi chiedono agli italiani di essere giudicati sul totale del loro lavoro. La Meloni a casa la possono mandare solo gli italiani, una cosa alla quale la sinistra non è abituata: la democrazia”.

 

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di Vittorio Giovenale - 11 Novembre 2025