CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

E’ morto Giorgio Forattini, un monumento della satira politica che fu querelato da D’Alema. Aveva 94 anni

Le vignette memorabili

E’ morto Giorgio Forattini, un monumento della satira politica che fu querelato da D’Alema. Aveva 94 anni

Addio al re della satira italiana che ha collaborato con i più importanti quotidiani e settimanali italiani buttando i politici giù dal piedistallo. I rapporti burrascosi con la sinistra "che non accetta la satira quando le è rivolta contro", come disse in un'intervista

Cronaca - di Angelica Orlandi - 4 Novembre 2025 alle 17:26

Addio a un monumento della satira italiana. E’ morto il disegnatore e giornalista Giorgio Forattini, autore di vignette di satira politica che sono state le prime ad essere pubblicate in prima pagina sui giornali e a cadenza quotidiana; tanto da guadagnarsi per lungo tempo il soprannome di “re della satira”. E’ deceduto all’età di 94 anni a Milano. Dal 1973, per quasi mezzo secolo, ha “castigato” tanti protagonisti della scena politica. Le sue vignette irriverenti sono apparse su “Paese Sera”, “La Repubblica”, “La Stampa”, “Il Giornale”, “Qn”, “L’Espresso” e “Panorama”. La notizia della scomparsa del vignettista che ha cambiato il modo di fare satira in Italia è stata data da “Il Giornale”, uno degli ultimi quotidiani con cui ha collaborato.

Nato a Roma il 14 marzo 1931, dopo la licenza liceale classica Forattini frequenta sia il biennio di architettura all’Università di Roma che l’Accademia di Teatro. Nel 1953 inizia a lavorare, dapprima come operaio in una raffineria di petrolio nel nord Italia; poi come rappresentante di commercio di prodotti petroliferi a Napoli e nel sud Italia. Nel 1959 torna a Roma da dove cura la rappresentanza di una casa discografica, prima come venditore, poi come direttore commerciale a Milano occupandosi della realizzazione di cataloghi di musica leggera e musica classica in Italia e negli Stati Uniti.

Tra il 1967 e il 1970 Forattini lavora in un’agenzia di pubblicità a Roma come illustratore e copywriter, creando campagne nazionali per la Fiat, l’Alitalia e altri importanti società. A quarant’anni entra come impaginatore grafico nel quotidiano romano “Paese Sera”, dopo aver vinto un concorso per disegnatori di fumetti indetto dal giornale stesso. Le prime vignette di satira politica appaiono a colori nel 1973 sul settimanale “Panorama” della Mondadori e su “Paese Sera” nel 1974. Di quel periodo rimane celebre la vignetta del 14 maggio 1974 pubblicata in prima pagina da “Paese Sera” in occasione della vittoria dei “no” al referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio, promosso dall’allora segretario della Democrazia cristiana Amintore Fanfani: Forattini disegna una bottiglia di champagne con un tappo, raffigurato con le sembianze dello statista cattolico, che vola in aria. Da allora le vignette di Forattini non passarono più inosservate al punto che la casa editrice Feltrinelli le raccolse in un volumetto, dal titolo “Referendum Reverendum” che, uscito nel 1975 fu subito un piccolo successo editoriale ristampato nel giro di breve tempo nella collana economica Universale Feltrinelli.

Una vita dedicata alla satira

Alla fine del 1975, dopo essere diventato giornalista professionista, Forattini lascia “Paese Sera” per contribuire alla fondazione del nuovo quotidiano “La Repubblica” di Eugenio Scalfari: dopo aver collaborato al progetto grafico, entra stabilmente nella redazione come disegnatore satirico nella pagina dei commenti. Per il giornale di Scalfari, oltre a disegnare ogni giorno in prima pagina la vignetta, nel 1978 crea l’inserto “Satyricon”, il primo in Italia dedicato interamente alla satira, pubblicando alcune nuove firme, tra cui Sergio Staino ed Ellekappa. Nel 1978 per tre mesi è direttore del settimanale satirico “Il Male”. Nel 1982 Forattini viene chiamato a “La Stampa”.Alla fine del 1984 torna a “La Repubblica” dove continua a pubblicare una vignetta al giorno in prima pagina. Sempre nel 1984 comincia a collabora anche al settimanale “L’Espresso”, fino al 1991, anno in cui torna a “Panorama”, dove collabora fino al 2009. Le vignette di Forattini non hanno fatto solo sorridere, ma anche arrabbiare taluni esponenti politici presi di mira.

La querela di D’Alema

Ma non sono nate solo polemiche: in venti casi il disegnatore è stato anche querelato “solo da esponenti della sinistra”.La sinistra non accetta la satira quando le è rivolta contro”, disse in un’intervista del 2008. Ricordiamo quando il 30 dicembre 1999, in seguito a una querela per una vignetta dell’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema (raffigurato intento a purgare col bianchetto i nomi del dossier Mitrokhin), Forattini lasciò “La Repubblica”, allora diretta da Ezio Mauro, e ritornò nel 2000 a “La Stampa” di Torino, su invito dell’editore Gianni Agnelli, cui collabora per cinque anni. Giorgio Forattini è stato criticato anche dal Vaticano, in particolare nel 1982 per una vignetta su Giovanni Paolo II e Lech Walesa. Nel 1987 è Forattini a citare in giudizio la Dc per una sua vignetta su Salvatore Ligresti, trasformata in un manifesto.

Gli anni di Tangentopoli gli hanno dato materia per arricchire la sua galleria di caricature, ma Forattini si è rammaricato di non poter attaccare Primo Greganti, Achille Occhetto e il Pds sul fronte tangenti. In quel periodo il vignettista, unico in Italia a lavorare sia per un giornale del gruppo Berlusconi (“Panorama”) sia per il quotidiano diretto allora da Scalfari, dicendo di trovarsi “benissimo” in questo doppio ruolo, ammise però nel 1993 di non essere completamente libero a “La Repubblica”: “Censura non è la parola giusta – precisò -. Con Scalfari ci sono liti furibonde su certe vignette ma se qualche politico si lagna lui gli risponde: ‘Alt, Forattini è zona franca’”.

Nel 2000 Forattini attaccò Scalfari e Giorgio Bocca nella sua settimanale vignetta “Mascalzonate” su “Panorama”. Il disegnatore tratteggiò con inclemenza i due colleghi (Bocca è sulla sedia a rotelle, Scalfari, incurvato, lo spinge) e faceva dire al fondatore di “La Repubblica”: “A Giò, t’aricordi quanno combattevamo er nemico sulle montagne?” Bocca, seduto con fiasco e fucile in mano, rispondeva: “Ammazzavamo, fucilavamo! Mica abbiamo fatto la Repubblica con queste cretinate della satira!”

La caratterizzazione irriverente dei politici

Memorabile resta per la discussione che provocò nella sinistra una vignetta della fine degli anni ’70 – ricorda Paolo Martini sull’Adnkronos– in cui si vedeva Enrico Berlinguer, segretario del Pci, seduto su una poltrona nella sua abitazione, vestito in vestaglia mentre leggeva “Il Manifesto” di Karl Marx, imperturbabile nonostante dalla finestra si udissero le proteste degli operai. Altrettanto dibattute furono le vignette che mostrarono agli inizi degli anni ’80 l’allora presidente del Consiglio Giovanni Spadolini completamente nudo e le parti intime coperte solo da una foglia di edera, simbolo del suo Partito repubblicano. Al re della satira non mancarono attriti neppure durante la lunga presidenza del Consiglio del socialista Bettino Craxi raffigurato con la mascella volitiva e gli stivali neri che ricordavano la figura di Benito Mussolini.

Fu anche querelato e condannato per una vignetta su Craxi, nella quale il leader socialista venne raffigurato mentre legge “La Repubblica” e commentava: “Quanto mi piace questo giornale quando c’è Portfolio!” (Portfolio era un concorso allegato al giornale), con l’implicazione evidente che Craxi fosse un borseggiatore, scrisse il giudice. Nell’aprile 1993, in piena stagione di Mani Pulite, raffigurò Craxi, in camicia nera, a testa in giù con un cappio legato ai piedi: la vignetta alludeva alla notizia del voto contrario del Parlamento per il rilascio delle autorizzazioni alla Procura di Milano a procedere contro il leader socialista.

Il “bestiario” di Forattini

Uno dei principali motivi del successo di Forattini è stata proprio la caratterizzazione irriverente dei politici: Giovanni Goria invisibile, Piero Fassino scheletrico, Giuliano Amato come Topolino, Silvio Berlusconi e Amintore Fanfani bassi di statura,; Walter Veltroni come un bruco, Lamberto Dini come un rospo; Rocco Buttiglione come una scimmia, Nicola Mancino come un cinghiale, Luciano Violante come una volpe; Romano Prodi come un prete comunista, Umberto Bossi come Pluto talvolta nudo oppure vestito da cavaliere templare; Vincenzo Visco come un vampiro e Carlo Azeglio Ciampi come un cane, Rosa Russo Jervolino come una gallina. Forattini non è mai stato tenero neppure con Achille Occhetto (raffigurato come Charlie Brown) ai tempi della fatidica “Cosa”, ovvero la fase di passaggio dal Pci al Pds, tra la caduta del Muro di Berlino nel novembre 1989 e il 1991.

Il peggior rapporto fu con Massimo D’Alema

Ma il peggior rapporto di Forattini è stato certamente quello con Massimo D’Alema, raffigurato come Adolf Hitler (ma in veste comunista). Un primo scontro con Botteghe Oscure risale agli inizi degli anni ’90 quando cominciarono a giungere in Occidente, in seguito al dissolvimento dell’Unione Sovietica, notizie sul finanziamento del Pcus ai partiti comunisti fratelli, fra i quali quello italiano. Una vignetta di quel periodo suscitò le ire della loro gruppo dirigente del Pds: intitolata “Io rublo, tu rubli”, apparve sul settimanale “Panorama”. Un’altra vignetta del 1991 raffigurava Achille Occhetto e Massimo D’Alema che, vestiti da prostitute, ricevevano del denaro da Michail Gorbaciov, seduto in una lussuosa macchina al cui volante si trovava Enrico Berlinguer. Occhetto e D’Alema querelarono Forattini e il Tribunale di Milano condannò il disegnatore con la motivazione che “la vignetta non è pura e semplice espressione satirica ma vero e proprio veicolo di informazione giornalistica e, come tale, assoggettata ai limiti propri del diritto di cronaca”.

 I funerali si terranno giovedì 6 novembre, alle ore 1, nella Chiesa di Santa Francesca Romana, in via Alvise Cadamosto, 5, a Milano. Le ceneri verranno poi tumulate nel cimitero di Monte Porzio Catone (Roma), dove si trova la tomba di famiglia. Giorgio Forattini riposerà accanto ai genitori, il fratello e al figlio Fabio prematuramente scomparso.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Angelica Orlandi - 4 Novembre 2025