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Bersani, attacco con imbarazzo al governo Meloni

Su La7

Date una camomilla a Bersani: ha avuto una crisi isterica per il salto anti-comunista di Meloni (video)

La sinistra, da Galimberti all'ex segretario Pd, critica lo "stile" della comunicazione del centrodestra perché i sondaggi bocciano la sostanza delle sue proposte. Ospite di Floris su La7 l'indomito "smacchiatore di giaguari" bacchetta l'esecutivo per il ballo di Napoli definendolo demagogico, mentre l'unica cosa che non ha slanci e piomba a picco nei consensi è la sua parte politica...

I Video del Secolo - di Giulia Melodia - 19 Novembre 2025 alle 15:50

C’è una cosa che, in politica, non tramonta mai: il malpancismo “estetico” del perdente. Non importa se i sondaggi sorridono all’avversario e l’opinione pubblica si schiera a favore dell’agire governativo; ciò che conta, per la vecchia guardia di sinistra, è che si acclari che, non potendosi appellare ad altro, il vincitore non abbia stile. Anzi, non abbia proprio il tono giusto, la gestualità consona, o, peggio ancora, che commetta l’irreparabile: rispondere a tono con un lessico colloquiale che, a volte, più includere anche il saltare allegramente su un palco al termine di un comizio strettamente politico e di argomentazioni inoppugnabili sul piano della forma dialettica.

Bersani attacca Meloni e governo per il saltarello di Bari

Così, l’ultimo a indossare i panni del censore e arbiter elegantiarum è l’immancabile Pier Luigi Bersani, l’ex-segretario Pd: così l’autorevolezza della critica è servita sul piatto mediatico della rituale ospitata nel salottino dem de La7, con Giovanni Floris a fare da anfitrione nel rituale appuntamento di diMartedì dove, con ineccepibile prontezza  – ma con smalto formale decisamente opacizzato – si è calato nelle logori vesti del Deus ex machina di turno. Il casus belli? Il celebre video di Napoli, con la premier Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, tutti in piedi e pronti alla danza irriverente al grido liberatorio di «Chi non salta comunista è!».

Un “arbiter elegantiarum” con la memoria corta e selettiva

L’espressione di Bersani, mentre guarda le immagini, era un trattato di “rosicamento” mal celato: un mix tra un docente di buone maniere sorpreso e un ex capofila pentito di non aver trovato formule e stratagemmi per restare in pista… E così, una volta che la narrazione torna in studio, l’anatema scende inesorabile: «E chi salta che governo è? Di saltimbanchi…». E poi, la sentenza tranchant: «Purtroppo questi modi testimoniano un fatto molto serio, la politica è ridotta a demagogia e avanspettacolo». Siamo dunque al punto, palesato inconsciamente e slatentizzato improvvidamente. Il problema non è la manovra finanziaria, il debito, o la sanità. Il problema è l’armocromia politica e l’uso sconsiderato dei muscoli delle gambe. Per Bersani, il governo Meloni non è sbagliato nella sostanza, ma inappropriato nella forma?

Ma chi dice quali cliché sono validi e in voga tra gli elettori?

Ma poi, a quali cliché dovrebbe rispondere? A quella della sinistra al caviale lontana anni luce dal pragmatismo e all’operosità dell’esecutivo di centrodestra? E a distanza siderale dagli stilemi della comunicazione istituzionale e del dialogo schietto e onesto con gli interlocutori elettorali? Ma l’ironia, si sa, ha la memoria corta per chi la evoca e lunghissima per chi la subisce. È bastato un giro sui social per far tornare in mente i vecchi fasti del Bersani showman, l’uomo che prometteva di «smacchiare il giaguaro» (un’espressione di un’eleganza aristocratica, si capisce) e che non disdegnava balletti e siparietti ben più commentabili per catturare un voto…

Bersani, dal pauperismo “d’antan” delle Feste dell’Unità all’attacco sgraziato alla Meloni

O il pauperismo (d’antan e assai poco veritiero) ostentato nella abbuffate di pasta al sugo (rigorosamente rossa) nelle varie feste dell’Unità tutte salsicciate e braciolate? Un dubbio che è girato nelle teste di diversi utenti che, sui social, non hanno mancato di rivolgere, più o meno indirettamente, la domanda che è piovuta addosso al buon Bersani è legittima, quanto sferzante: «Quando ballava lui e i suoi amici andava bene, giusto?» La risposta è implicita: i loro balletti erano performance artistiche, quelli degli altri sono avanspettacolo. I loro slogan erano visionari. Gli altri sono demagogia da bar… E ancora. Sui social, come detto, piovono recriminazioni e critiche, e tra i tanti c’è chi denigra proprio l’ex-segretario piddino: «Bersani tra gli ultimi rottami comunisti: da fondatore di partito a distruttore di narrazioni paesane. Un perdente di lusso. Offeso perché “chi non salta comunista è”.

I social si scagliano sullo “smacchiatore di giaguari”: da che pulpito?…

E qui veniamo al punto più dolente del suo ragionamento, quello che trasforma la critica estetica in pura rosicata demagogica. Bersani, dopo aver condannato lo stile, tenta di ricorrere ai numeri, snocciolando dati su crescita e posizionamento nell’eurozona, per affermare che questo governo «non riconosce i problemi, non li guarda in faccia, li nega, li annega nella propaganda». Peccato che, mentre l’ex-segretario si indigna per il “saltello fascio-populista”, i dati reali (e ancor più i sondaggi) continuano a raccontare una storia diversa. Se il governo fosse davvero un circo di “saltimbanchi” intenti solo alla “propaganda”, sarebbe lecito aspettarsi un crollo verticale del consenso. Invece, l’unica cosa che pare crollare è il morale dell’opposizione, costretta ad attaccarsi ai tic, ai vestiti e, adesso, alla tensione del polpaccio di premier e ministri do governo.

Bersani attacca Meloni? La il vero avanspettacolo non è a Napoli… E Galiberti docet

Il vero avanspettacolo, caro Bersani, non è sul palco di Napoli. È la continua, vanesia, e ormai patetica campagna di delegittimazione della sinistra che, bocciata sulle ricette e sui leader, ha deciso di fare la guerra al look e al tono di voce (Galimberti docet?) e, adesso, all’equilibrio dinamico. Insomma, il centrodestra salta e governa. L’opposizione sta ferma e si lamenta dello stile tericoreo. E, con buona pace di Pier Luigi, questa è una coreografia che il pubblico non premia più…

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di Giulia Melodia - 19 Novembre 2025