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Borseggiatrice seriale incinta finisce in carcere a Venezia. Ostellari chiarisce il perché del cambio di passo voluto dalla Lega

Scappatoie addio

Borseggiatrice seriale incinta finisce in carcere, il Pd grida allo scandalo? Ostellari replica: ridare dignità alla maternità, basta usarla come alibi

Una ladra seriale di 24 anni, di origine slava, è finita in cella a Venezia nonostante fosse incinta. E mentre il dem Ruotolo insorge, il sottosegretario alla Giustizia e senatore leghista spiega e rivendica il cambio di passo: lo stato interessante non può diventare uno scudo penale. E spiega perché

Cronaca - di Bianca Conte - 9 Novembre 2025 alle 13:29

Dunque la notizia è delle ultime ore, ma il dibattito a cui rimanda è noto e in discussione da tempo: una borseggiatrice seriale di 24 anni, di origine slava, è finita in carcere a Venezia nonostante fosse incinta. La Procura lagunare ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di una vasta inchiesta sui borseggi che hanno assediato la città. La donna, con numerosi precedenti, è stata tra le prime a finire in manette. Un fatto che segna un punto di svolta nel contrasto a un fenomeno che sfrutta da tempo l’immunità legata alla maternità come uno scudo penale. Di più: come un alibi per evitare la pena detentiva.

Piaga furti con destrezza impuniti, la borseggiatrice seriale incinta finisce in carcere

Il caso ha immediatamente riacceso il dibattito politico, con il leader della Lega, Matteo Salvini, che sui social ha commentato: «Grazie al decreto sicurezza voluto dalla Lega. Bene così!». Un plauso condiviso dal sottosegretario alla Giustizia, il senatore leghista Andrea Ostellari, che in un’intervista a Il Giornale ha commentato senza mezzi termini il significato intrinseco politico-giudiziario della vicenda.

Ostellari: stop alla maternità usata come alibi

Chiarendo innanzitutto: «Non siamo certo contro la maternità o contro i bambini», ha tenuto a precisare Ostellari, replicando alle accuse del Pd scattate a orologeria – e che, tramite il componente della segreteria nazionale dem, Sandro Ruotolo, ha criticato genericamente l’uso della maternità a fini di propaganda – taglia corto: «A differenza della sinistra, vogliamo semmai dare dignità alla maternità e proibire che organizzazioni criminali possano ancora sfruttare la gravidanza per far commettere reati. La norma serve a questo».

Borseggiatrice incinta in carcere, il senatore leghista: “Basta sfruttare la gravidanza per delinquere”

E ribadendo, nelle more, che l’intervento legislativo promosso dal Carroccio ha eliminato l’automatismo che in precedenza impediva di procedere con la detenzione nei confronti di donne in stato di gravidanza, trasformando di fatto la maternità in uno “scudo penale” per le serial-borseggiatrici. Tanto da chiarire: «Non abbiamo mai pensato di eliminare la discrezionalità del giudice», ha voluto ribadire al di là di ogni ragionevole dubbio Ostellari. Ma, sottolineando nel contempo: «Ci fidiamo dei nostri giudici. Saranno loro a valutare, caso per caso, se e quando la maternità è stata utilizzata solo per ottenere una sorta di impunità».

Il sottosegretario del Carroccio: «La nostra legge funziona». Ecco perché

Così, mentre la norma sui precedenti penali e la maternità dimostra la sua efficacia, Ostellari sposta l’attenzione sul passo successivo, cruciale per arginare il dilagante allarme sociale dei furti con destrezza, che colpiscono soprattutto turisti e cittadini nelle grandi città. Precisando sul punto che la proposta, avanzata insieme al sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, mira a correggere una delle criticità introdotte dalla Riforma Cartabia: l’abolizione della procedibilità d’ufficio per quasi tutti i furti aggravati. Specificando sul punto: «Con la riforma Cartabia s’è tolta la procedibilità d’ufficio per quasi tutte le fattispecie di furto con destrezza. Ci si rimette alla querela di parte», ha spiegato Ostellari. «E secondo noi questo è un bel danno per lo Stato».

Il problema (e il danno) si sdoppiano

Il problema, allora, si sdoppia: da una parte la burocrazia che incombe sulle vittime: che sono spesso malcapitati turisti, costretti a sporgere querela, affrontando una trafila burocratica complessa e, nel caso dei visitatori stranieri, l’onere di dover tornare in Italia per manifestare la volontà di proseguire nell’azione penale. E, dall’altro, il corollario non trascurabile del «danno d’immagine ed economico» che ricade sull’intera comunità nazionale. Molti procedimenti, infatti, si arenano per la mancata o ritardata querela, creando una «sacca di impunità» che danneggia l’immagine dell’Italia come Paese sicuro. E incide negativamente sul turismo.

L’appello leghista: completiamo l’opera

«Completiamo l’opera», è allora l’appello leghista. «Torniamo alla procedibilità d’ufficio per questi reati, così magistratura e inquirenti potranno agire in modo veloce ed efficace. Contiamo sull’imminente adozione di un provvedimento che contenga misure a tutela della sicurezza di cittadini e turisti, in continuità con il decreto sicurezza già approvato».

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di Bianca Conte - 9 Novembre 2025