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“Bazar Mediterraneo” di Alberto Negri: altro che memorie, basta colpevolizzare l’Occidente per l’instabilità mediorientale

Il libro

“Bazar Mediterraneo” di Alberto Negri: altro che memorie, basta colpevolizzare l’Occidente per l’instabilità mediorientale

Cultura - di Giulio Benarmato - 16 Novembre 2025 alle 07:00

Il Mar Mediterraneo è una straordinaria occasione per l’Europa e per le regioni mediorientali, poiché consentirebbe una connessione collaborativa, diplomatica e pacifica. Ma c’è ancora chi non l’ha compreso e continua a rammentare i vecchi rancori. È il caso del reporter di guerra ed editorialista de Il Manifesto Alberto Negri, che nel libro “Bazar Mediterraneo”, pubblicato nel 2021 da Gog edizioni, ha raccontato le proprie esperienze nelle regioni arabe bagnate dal “Mare bianco di mezzo”. Ma non solo, perchè nella prefazione ha tenuto a ricordare le ingerenze americane nei conflitti mediorientali anche più recenti. Fortunatamente non si è dimenticato del disastroso ruolo di Joe Biden nelle relazioni internazionali.

Nella prefazione ha ricordato la morte del generale iraniano Qassem Soleimani, ucciso da un bombardamento americano nel 2020, descrivendolo come  un uomo che è riuscito a fermare l’Isis quando si trovava a poca distanza da Baghdad. Insomma, ha tralasciato il fatto che la Repubblica islamica di cui faceva parte il militare viola perennemente i diritti delle donne. Ma non solo, perché come aveva ricordato Donald Trump in una conferenza stampa 5 anni fa, Soleimani stava architettando “un sinistro e imminente attacco ai diplomatici americani e al personale militare”.

Bazar Mediterraneo di Alberto Negri: premesse non condivisibili

Algeri, Beirut, Alessandria d’Egitto e Salonicco sono solo alcune delle rotte percorse da Negri durante i suoi viaggi di lavoro. Il racconto risulta scorrevole e i dettagli non lasciano nulla al caso, ma le premesse fatte all’inizio stonano con la lettura. All’inizio del libro scrive che l’Europa è concentrata principalmente sulle civiltà mediterranee per il fattore migratorio, ma da qualche, almeno in Italia, Giorgia Meloni sta cercando di ricostruire i rapporti con i Paesi africani attraverso l’iniziativa “ItaliAfrica” contenuta nel “Piano Mattei“.

Ci sono anche dei punti condivisibili e fattuali, a proposito della Libia ormai divisa dalla confusione e dalle guerre tra i predoni delle diverse tribù che la popolano, fin dalla caduta di Gheddafi nel 2011. Colpiscono particolarmente i riferimenti “pop” sulla città marocchina di Tangeri, tanto amata da William Burroughs, Jack Kerouac e Truman Capote. Insomma, l’insieme di racconti contenuti nel libro di Negri è piuttosto interessante, ma non si può dire lo stesso di certe sue analisi nella prefazione.

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di Giulio Benarmato - 16 Novembre 2025