Lutto nel cinema
Addio all’attore che prestò il volto all’agente che, addestrando “Nikita” a diventare una spietata killer, toccò il cuore di mezzo mondo (video)
È morto Tcheky Karyo: aveva 72 anni l'attore franco-turco, volto iconico del cinema europeo, noto per l'intensità interpretativa prestata in film cult come quello diretto da Luc Besson, che l’ha catapultato sullo scenario internazionale. Ma forse in pochi sanno che nel suo curriculum artistico, più che blasonato, vantava ruoli sul set diretti da cineasti del calibro di Éric Rohmer, Andrzej Żuławski, Michael Bay, Roland Emmerich e i fratelli Taviani
La sua immagine resterà per sempre legata a un nome in codice, Bob, e a uno dei cult cinematografici più graffianti degli anni Novanta: Nikita. L’attore francese di origini turche Tchéky Karyo è morto in Bretagna all’età di 72 anni a causa di un tumore, lasciando un vuoto nel panorama cinematografico europeo e internazionale. L’annuncio della sua scomparsa è stato dato dalla famiglia – la moglie, l’attrice Valérie Keruzoré e i figli – con un comunicato diffuso dalla sua agente Élisabeth Tanner.
Cinema, è morto Tcheky Karyo, l’attore-agente che addestrò “Nikita” a diventare un killer
Resta, nella memoria di moltissimi di noi, e scolpito nell’immaginario cinematografico, il suo sguardo magnetico, capace di trasmettere un’intensità rara, con cui Karyo ha plasmato personaggi forti e fragili allo stesso tempo. Uomini tormentati destinati a rimanere impressi nella memoria.
L’attore francese di origini turche si è spento in Bretagna: aveva 72 anni
Nato a Istanbul il 4 ottobre 1953 con il nome di Baruh Djaki Karyo, da padre ebreo sefardita e madre greco-ortodossa, si era trasferito da bambino a Parigi, dove aveva scoperto la passione per la recitazione. Dopo gli studi al Conservatorio, aveva iniziato la carriera teatrale, calcando anche il palcoscenico del Festival di Avignone, prima di approdare al cinema. Dopo aver debuttato nel 1983 nel film Il ritorno di Martin Guerre, nello stesso anno venne nominato ai César per la sua interpretazione nella pellicola La spiata. Ottenne poi ruoli secondari in Le notti della luna piena (1984) di Éric Rohmer e Amour braque-Amore balordo (1985) di Andrzej Żuławski. Nel 1986 vinse il Premio Jean Gabin.
Non solo l’addestratore di Nikita: ma un curriculum blasonato di tutto rispetto
Un curriculum di tutto rispetto il suo. Di più, una gavetta blasonata a sigillo di un successo sull’onda del quale arrivò per l’appunto proprio il ruolo dell’agente Bob: il cinico ma premuroso mentore e addestratore di Anne Parillaud nel capolavoro di Luc Besson del 1990. Un personaggio iconico e una interpretazione magistrale, che lo consegneranno all’immortalità di celluloide. Un ruolo che, insieme all’interpretazione del cacciatore tormentato in L’orso (1988) di Jean-Jacques Annaud, ha cementato la sua fama internazionale. Ma Karyo non è stato solo l’addestratore di Nikita. In oltre ottanta titoli ha saputo mantenere una presenza scenica sempre riconoscibile: discreta, carismatica e versatile. E, soprattutto, capace di spaziare da grandi produzioni hollywoodiane a pellicole d’autore, fino al successo televisivo dell’investigatore Julien Baptiste in The Missing.
Nikita e molto di più: una poliedricità artistica e un talento in prestito a drammi e commedie
Certo, inutile negare che il vero successo, quello capace di travalicare i confini nazionali e raggiungere platee ben più estese e eterogenee, arrivò alla fine degli anni Ottanta con L’orso (1988) di Jean-Jacques Annaud, in cui interpretava un cacciatore tormentato, e si consolidò con Nikita (1990) di Luc Besson, dove diede vita al personaggio dell’agente Bob, mentore della protagonista Anne Parillaud. Due ruoli che bastarono a fissare per sempre la sua immagine: quella di un uomo forte e fragile allo stesso tempo, capace di un’intensità rara.
Non solo attore per Nikita: la collaborazione con i più rinomati maestri del cinema di sempre
Sempre, peraltro, diretto dai più indiscussi maestri della settima arte, di ieri de di oggi, e di caratura internazionale. E allora, non stupisce ricordare che Karyo è stato uno dei volti più richiesti del cinema europeo. Tra i suoi film più noti figurano Vincent & Théo (1990) di Robert Altman, 1492-La conquista del paradiso (1992) di Ridley Scott, Bad Boys (1995) di Michael Bay, Golden Eye (1995) di Martin Campbell e Il patriota (2000) di Roland Emmerich, al fianco di Mel Gibson. Non solo. In Italia aveva conquistato il pubblico con Va’ dove ti porta il cuore (1996) di Cristina Comencini e con La masseria delle allodole (2007) dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani.
Una presenza scenica discreta ma carismatica
Inoltre, ha collaborato anche con Jean-Pierre Jeunet ne Il favoloso mondo di Amélie (2001), confermando la sua poliedricità in ruoli che andavano dal dramma alla commedia, dal thriller al film storico. Del resto, in oltre ottanta titoli, Karyo ha saputo mantenere una presenza scenica sempre riconoscibile: discreta ma carismatica, intensa senza mai essere eccessiva. Negli ultimi anni aveva conosciuto una nuova stagione di popolarità grazie alla televisione, con la serie The Missing (2014–2016) e il suo spin-off Baptiste (2019–2021), dove interpretava l’investigatore Julien Baptiste. Il personaggio, malinconico e profondamente umano, era diventato uno dei suoi ruoli più amati.
