Ricominciare a vivere
Achille Polonara, il ritorno alla vita dopo il coma: “Non vi libererete facilmente di me, ho fatto una promessa a mia moglie”
Il giocatore della Dinamo Sassari, reduce da un lungo ricovero al Sant’Orsola di Bologna, rivive ai microfoni de Le Iene i momenti più duri della malattia: "Mi avevano detto che al 90% sarei morto. Quando ero in coma sembrava di essere in un'altra città"
Dopo settimane sospese tra paura e speranza, Achille Polonara può finalmente tornare a casa. L’ala della Dinamo Sassari, colpito da una gravissima complicanza dopo il trapianto di midollo osseo, è stato dimesso dall’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Si apre ora per lui una nuova fase, segnata dalla riabilitazione e da una lenta riconquista della quotidianità.
Un percorso in salita
La battaglia di Polonara contro la leucemia mieloide acuta era iniziata lo scorso giugno, quando la diagnosi lo aveva costretto a interrompere l’attività agonistica. Dopo un’estate trascorsa a Valencia per sottoporsi alla chemioterapia, il giocatore era stato operato il 25 settembre: un trapianto di midollo osseo da una donatrice americana con una compatibilità del 90%. L’intervento aveva alimentato l’ottimismo dei medici e della famiglia, ma pochi giorni dopo la situazione è precipitata.
Il 16 ottobre, una embolia cerebrale improvvisa ha interrotto il decorso post-operatorio. “Gli è partito un trombo e il cervello è andato in carenza di ossigeno, le possibilità di vita erano molto basse”, ha raccontato la moglie Erika Bufano nel servizio de Le Iene andato in onda su Mediaset. I medici hanno deciso di indurre il giocatore in coma farmacologico, nel tentativo di preservare le funzioni cerebrali.
Il risveglio e la promessa
Per due settimane Polonara è rimasto sospeso in un limbo. “Mi avevano detto che al 90% sarei morto. Quando ero in coma mi sembrava di essere in un’altra città. Ma non vi liberate così facilmente di me: ho fatto una promessa a Erika”, ha raccontato il cestista, ricordando i momenti più drammatici. Parole che restituiscono l’immagine di un uomo ancora provato, ma lucido e consapevole del proprio percorso di rinascita.
Il risveglio ha segnato l’inizio di un lento ritorno alla normalità. La mobilità del braccio destro resta parziale, ma il giocatore ha già iniziato un programma di fisioterapia intensiva. Nelle ultime settimane gli è stato concesso di lasciare per alcune ore l’ospedale, e sabato ha potuto festeggiare il quinto compleanno della figlia Vitoria, insieme al piccolo Achille Junior, di tre anni.
L’attesa di una nuova normalità
“Gli sono mancati terribilmente i figli”, ha confidato la moglie, che non ha mai lasciato la sua stanza d’ospedale. Ora, con le dimissioni imminenti, la famiglia potrà riabbracciarsi lontano dalle corsie del Sant’Orsola. Un sollievo condiviso anche dall’ambiente sportivo: compagni, avversari e tifosi che hanno seguito ogni aggiornamento con trepidazione.
Il futuro professionale resta in secondo piano. La priorità, per il momento, è la salute. Dopo aver superato il trapianto, l’embolia e il coma, Achille Polonara affronta oggi la sfida più difficile: ricominciare a vivere.