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Piantedosi alla sinistra: “Fui io stesso a decidere la scorta per Ranucci. Offensivo adombrare responsabilità del governo”

L'informativa

Piantedosi alla sinistra: “Fui io stesso a decidere la scorta per Ranucci. Offensivo adombrare responsabilità del governo”

Politica - di Gabriele Alberti - 22 Ottobre 2025 alle 15:26

Offensivo il solo adombrarlo. “Chi utilizza questo grave atto intimidatorio per adombrare una qualche responsabilità del Governo offende la verità e le istituzioni, con scarso senso dello Stato”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha esordito nell’informativa alla Camera sull’attentato nei confronti del giornalista. Un’informativa ricca di riferimenti e dati enunciati, non prima i avere espresso massima solidarietà al giornalista di Report e a i suoi familiari. Il Viminale onitora costantemente gli  atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. “Anche per il tramite del Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni al riguardo, da me personalmente presieduto. E che sta per essere riconvocato ai primi di novembre”.

Ranucci, Piantedosi: “Offensivo adombrare responsabilità del governo”

L’ultima riunione del Centro di coordinamento si è svolta il 25 marzo e “in tale occasione, il Centro ha analizzato i dati aggiornati sugli episodi di minacce e intimidazioni ai danni dei giornalisti. Ed ha messo in evidenza la necessità di potenziare le misure di protezione e di promuovere una maggiore cooperazione tra istituzioni e organi di informazione”. Il Viminale ha potenziato ogni contromisura: “E anche recentemente, a seguito del gravissimo atto intimidatorio del 16 ottobre, ho immediatamente dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a protezione del giornalista. Pertanto, è stato innalzato il livello di sicurezza rimodulando il dispositivo tutorio dal quarto al terzo livello, rappresentato da ‘tutela su auto specializzata’ – prosegue il ministro -. Oltre a tale misura, la Questura di Roma ha ampliato i target sensibili, ossia le aree abitualmente frequentate dal giornalista, presso le quali è stato attivato un dispositivo di vigilanza generica radiocollegata”.

Merita di essere sottolineato che le competenti articolazioni del ministero dell’interno sono impegnate, da tempo, nei servizi di protezione e tutela di Sigfrido Ranucci: proprio in ragione dell’esposizione a rischio derivante dalla sua attività di giornalista d’inchiesta. Infatti, a partire dal 2020, il giornalista ha effettuato alcune segnalazioni relative ad atti intimidatori, di diversa natura e per lo più consistenti in missive e messaggi minatori anche via web”. “Più di recente, il 9 luglio 2024, il personale addetto alla scorta ha rinvenuto due proiettili inesplosi all’interno di una siepe nei pressi del muro di cinta della sua abitazione – continua -. Tutti gli episodi segnalati sono stati puntualmente comunicati alla autorità giudiziaria”.

Piantedosi: “Nel 2021 picco di intimidazioni ai giornalisti”

Anche guardando i dati dal punto di vista della matrice, “emerge che, nel periodo 2020-2024, il maggior numero di atti intimidatori a sfondo socio-politico si è verificato nel 2021 con 113 episodi, a fronte dei 40 del 2023, anche in questo caso, l’anno con il calo più marcato – continua Piantedosi – Infine, circa le concrete modalità di realizzazione delle minacce, quella statisticamente più ricorrente proviene dal web, includendovi naturalmente le piattaforme ‘social'”.

“Questa forma di atto intimidatorio è in crescita e nel solo primo semestre dell’anno in corso, su 81 casi totali, 31 sono state le minacce via web, mentre il dato complessivo riferito al 2023 e al 2022 non supera i 30 casi per ciascun anno. Degno di nota, per la sua gravità, è il dato sulle minacce perpetrate mediante aggressione fisica: anche qui abbiamo registrato un picco nel 2021 con 41 casi, ma, da allora, tale modalità mostra una tendenza alla riduzione – aggiunge – Nel primo semestre dell’anno in corso, la modalità più utilizzata risulta essere stata quella delle scritte minatorie o ingiuriose, corrispondenti al 22 per cento del totale. Ulteriori condotte minatorie sono le minacce verbali e il danneggiamento di beni di proprietà dei giornalisti, che, sommate, sfiorano il 20 per cento del totale”.

 

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di Gabriele Alberti - 22 Ottobre 2025