
Legnata alle donne dem
Paola Concia stende la sinistra: “Un modello Meloni esiste per molte ragazze. Da Schlein segni di provincialismo”
“Un modello Meloni esiste per molte ragazze”. Ad affermarlo in un’intervista al Riformista è stata Paola Concia durante un colloquio in merito ai tre anni di governo di centrodestra. Paola Concia, femminista storica, già parlamentare del Pd, è persona onesta intellettualmente. Al punto da mandare un siluro ai dem e alla sua segretaria. E non è la prima volta. La sintesi sul triennio, concentrandosi sulla prova data dalla premier stride – a dir poco- con gli slogan di Schlein &Co. Meloni? “Da lei la sinistra può imparare, da Schlein segni di provincialismo: venga in Germania a vedere cos’è l’estrema destra”.
Paola Concia: “Esiste un modello Meloni potente”
Un attestato sulla leadership della premier sulla quale risponde a precisa domanda: Esiste un “modello Meloni” per le nuove generazioni? «Esiste – risponde- ed è riconoscibile: autenticità, durezza quando serve, gusto per il conflitto politico, niente timore della polemica. Piaccia o no, è rimasta coerente con il proprio carattere: anche brusco, certo, ma vero. Questo, per molte ragazze, è un modello potente».
Concia: “Ritardo culturale della sinistra”
Concia vive in Germania da anni e ha potuto constatare come sia esistito un effetto emulazione delle ragazze per il modello Angela Merkel. Il paragone che spesso viene proposta dai politologi calza a metà: «Sono diversissime per storia e cultura politica, ma l’effetto-role model è comparabile. Per quindici anni qui ho visto bambine dire “da grande farò la cancelliera”. In Italia i modelli femminili di potere sono stati pochi: Meloni ha dovuto inventarsi un proprio canone».
“A sinistra non sopportano Meloni per il rifiuto delle quote rosa”
Un canone che a sinistra non digeriscono si potrebbe dire epidermicamente: si va dall’insulto “cortigiana“ usato con disinvoltura in diretta tv da Landini; al “cheerleader” usato dalla grillina Maiorino proprio mercoledì. Che dire? Perché tanto astio? Concia formula un’ipotesi: «Perché è arrivata lei a Palazzo Chigi e non è “una di noi”. E perché non ha cercato scorciatoie: ha rifiutato l’idea che l’unico ascensore per le donne siano le quote. Quella schiettezza urta. Ma rivela anche un ritardo culturale della sinistra nel riconoscere la leadership femminile quando è “altrui”».
La sinistra preferisce la caricatura alla politica
Il che è dannoso, avverte Concia. Proseguire con l’insulto e il dileggio non porta lontano, «avvelena il dibattito e impedisce alla sinistra di capire il fenomeno Meloni per batterla politicamente, non caricaturalmente». Una bella legnata. Schlein ha detto, in un contesto internazionale, che è una leader di estrema destra. Concia la liquida così: «Segno di provincialismo. Non si conosce l’estrema destra in Europa. Meloni è destra conservatrice. Schlein venga in Germania a vedere che cos’è l’estrema destra, chi è Alice Weidel, che con Afd è oggi il primo partito qui».