La missione in Africa
Materie prime e flussi illegali, Tajani e Piantedosi in Mauritania: accordi alla pari in un’ottica anticoloniale
È un segnale politico forte quello dato dall’Italia con la missione dei ministri Antonio Tajani e Matteo Piantedosi in Africa. Si parte con la Mauritania, poi sarà la volte del Senegal e del Niger. “Abbiamo ribadito la volontà dell’Italia di rinforzare i legami già molto buoni con questo paese africano, che è parte delle strategie del piano Mattei, ma si può fare molto, ma molto di più”. Così il ministro degli Esteri parlando con la stampa a Nouakchott al fianco del ministro dell’Interno, dopo essere stato accolto dal suo omologo mauritano.
Tajani e Piantedosi in Mauritania: un segnale politico forte
“Per noi la Mauritania rappresenta un punto di riferimento importante nell’area subsahariana – ha proseguito Tajani – Questo non significa che non possiamo lavorare con gli altri Paesi, ma siamo partiti dalla Mauritania, nel nostro giro che ci vedrà in Senegal e in Niger, proprio perché la Mauritania è un Paese sul quale noi puntiamo”. Nel pomeriggio i ministri inaugureranno la l’ambasciata italiana che è operativa già da qualche mese.
Il ministro degli Esteri: siamo i portavoce dell’Africa in Europa
Tajani ha sottolineato più volte la mission dell’Italia: “Noi consideriamo i Paesi africani nostri amici, siamo anche pronti a trasformarci sempre più in portavoce dell’Africa in Europa. Siamo il Paese più vicino all’Africa e quindi conosciamo la mentalità, conosciamo i problemi, conosciamo la realtà e siamo pronti a fare tutto ciò che è in nostro possesso per compiere un salto di qualità in questa direzione”.
Accordi win-win sulle materie prima in un’ottica anticoloniale
L’obiettivo è quello di stipulare accordi win-win sulle materie in “un’ottica assolutamente anticoloniale. “Pensiamo di poter esportare di più, ma anche di importare di più. Questo Paese africano ha delle grandi potenzialità”, proseguito il titolare ella Farnesina. “Io credo che un continente ricco come l’Africa, che ha grandi risorse di materie prime, ma è abitato da popolazioni in alcune parti che sono povere, possa avere delle grandi prospettive”. In concreto l’Italia si impegna ad aiutare al recupero e all’estrazione delle materie prime per “trasformarle qui, acquistarle e portarle in Italia. Questo è un accordo vincente per tutti, è una mentalità, come posso dire, diversa da quella neocoloniale”.
Piantedosi: i flussi illegali devono trasformarsi in immigrazione legale
Dal suo canto Piantedosi ha puntato i riflettori sul dossier immigrazione. “I temi migratori sono al primo posto nell’agenda. Abbiamo già accennato all’impostazione che noi diamo alla gestione di questi fenomeni in termini di collaborazione, sottoscriveremo anche degli accordi importanti durante questi tre giorni”. Il titolare del Viminale ha parlato dell’opportunità di trasformare “i flussi migratori illegali in possibilità di migrazione legale per i ragazzi, per i giovani, per coloro che hanno progetti di migrazione positiva, quella reale, quella proficua, legata al lavoro”.
Vogliamo trasformare i percorsi di morte in percorsi di vita
Sul campo anche la possibilità di “dare quote dedicate all’ingresso e tutto questo abbinandolo a delle azioni molto rigorose di controllo dei flussi migratori legali”. Al centro dei nostri obiettivi – ha detto il ministro durante la prima tappa del tour africano – c’è il contrasto alle organizzazioni dei trafficanti di esseri umani che sono organizzazioni criminali, transnazionali, che speculano sulla vita delle persone. Noi vogliamo combattere tutto questo. Vogliamo trasformare i percorsi di morte in percorsi invece di vita”.