
Tra lacrime e vetriolo
Littizzetto senza vergogna, nella letterina tv si strugge per la Flotillia e dispensa miele ai pro-Pal e veleno su Meloni (video)
L'arringa della comica a "Che tempo che fa" si articola sul solito copione: quello intestato alla propaganda antigovernativa. Stavolta, però, declinato platealmente a uno sperticato elogio alla flotta Pro-Pal, usato come pretesto per lanciare stoccate al vetriolo alla premier. Ma la missiva tv declamata con fare drammatico, scatena un'ondata di indignazione e critiche sul web
La Littizzetto recita a soggetto, ma il copione è sempre lo stesso: specie se la performances epistolare è in scaletta. Così, anche per l’ultima letterina tv (la prima della nuova stagione) la comica e il suo pigmalione danno fiato alle trombe pseudo-buoniste e sferrano attacchi a man bassa contro governo e premier. Protagonista al centro della scena stavolta è la Flotillia, ma il convitato di pietra destinatario di accuse e offese, è sempre il governo (con la premier destinataria delle recriminazioni più accese e sempre di più bassa lega).
Flotillia, la letterina della Littizzetto tra lacrime e veleno
Rieccoci qua: tra le pattuglie di devastatori nelle piazze d’Italia ai giudici delle sentenze postate sull’agorà virtuale della Rete, si inserisce a gamba tesa il palco tv della domenica sera de La Nove, che si è trasformato, ancora una volta, in un pulpito da cui sparare a salve, con l’obiettivo – neanche troppo velato, per quanto mimetizzato tra le righe mediatiche – di cavalcare l’onda emotiva e strizzare l’occhio all’audience “giusta”.
La fanfara antigovernativa di Fazio e compagni si ripresenta a orologeria a inaugurazione di stagione, per intonare il “la” a ridosso del voto regionale. E Luciana Littizzetto torna – con tanto di sottofondo musicale “struggente” – a esibirsi nella sua rituale “letterina” declamata e firmata in diretta a Che Tempo Che Fa. E il risultato si risolve nella solita, stucchevole miscela di demagogia in pillole, retorica melensa, facile indignazione e, soprattutto, nell’ennesima, velenosa, stoccata indirizzata al governo e alla sua leadership. (Sotto da X un estratto della letterina declamata a favore di telecamere dalla Littizzetto nella puntata di ieri di “Che tempo che fa”).
Luciana Littizzetto su Flotilla “persone che hanno alzato vele e culi per prendere il mare meritano rispetto…vi hanno detto irresponsabili…ma di chi è la responsabilità di 62mila morti? Hanno detto a voi di fermarvi non a Netanyahu”
solo applausi#CTCF #Flotilla #6ottobre pic.twitter.com/CPHttPAGKQ— Sirio 🏀 (@siriomerenda) October 6, 2025
Flotilla, Littizzetto bifronte: tra miele per gli attivisti e veleno sul governo
Dunque, nel centro del mirino elogiativo della comica di Che Tempo che Fa prestata al buonismo d’accatto targato mainstream c’è – e poteva mai essere diversamente dopo le devastazioni compiute dalle frange più violente dei manifestanti e gli encomi mediatici stilati ad arte da corsivisti e opinionisti di parte? – la Global Sumud Flotilla, intercettata da Israele mentre si dirigeva verso Gaza. Un pretesto perfetto per imbastire un panegirico che ha raggiunto vette di imbarazzante stucchevolezza attivista con punte di retorica terzomondista.
Un panegirico “stucchevole” sulla flotta all’arrembaggio di consensi
La Littizzetto, come facilmente prevedibile, ha messo in scaletta tv l’ossequio al “sacrificio movimentista” degli attivisti della flottiglia, trasformando le “gesta” dei pirati rossi votati al sacrificio lampo – scortati dalle navi della Marina prima, e poi subito tornati sani e salvi a casa grazie a governo, Farnesina e diplomazia internazionale – e descritti come alle prese con un atto di puro eroismo marittimo. «Grazie per il coraggio che avete dimostrato mettendovi in mare», declamato con tono ispirato e emozione trattenuta a stento la Littizzetto, con toni che sfiorano alternativamente commozione e indignazione. E tutto mentre dedica lodi sperticate a «persone che hanno alzato vele e culi per prendere il mare e (che) meritano rispetto».
Flotilla, il web fa a pezzi la letterina della Littizzetto
Il tono, si capisce da subito, è quello del pietismo più svenevole. Quello che ignora ogni complessità rinnegata e conseguenza, e chiude gli occhi sulle riserve sollevate da molti e sulle complicazioni generate a dispetto di allarmi e richieste di desistenza. E allora tocca agli utenti social menzionare il non detto: e in molti si sono cimentati nella missione. Come chi, online, ha bollato l’impresa come una «crociera» sostenuta da «sponsor tutt’altro che cristallini. Nessun cenno al contesto, alla matrice del conflitto, né al fatto che Hamas abbia dato il via alla carneficina attaccando in quella carneficina del 7 ottobre, civili innocenti», ha scritto qualcuno che non si è lasciato irretire dalla facile operazione commozione andata in onda in tv.
Flotillia, dalla Littizzetto una stoccata in punta di vetriolo a governo e premier
Già, perché nonostante tanto e tale sperticato encomio tv – smascherato senza troppa fatica dagli spettatori più smaliziati – il vero succo della “letterina” non era concentrato tutto sulla Flotilla, ma puntava a miscelare tra propaganda e agiografia, generose dosi di veleno indirizzato, neanche troppo tra le righe come si diceva poco sopra, a governo e premier. E infatti, la stoccata arriva e proprio quando la Littizzetto, scadendo nella retorica più banale e strumentale, arriva a toccare il tema della responsabilità…
«Vi hanno detto irresponsabili. Ma chi è responsabile della morte di 62mila persone? Se non è un genocidio questo, ditemi un’altra parola e mi adeguo», legge compenetrata nella parte la comica, laddove, è stato immediatamente chiaro ai più, con l’espressione «vi hanno detto irresponsabili» sembra alludersi in modo trasparente alle prese di posizione di leader politici, inclusa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, considerando congiunture con tempistiche e situazione bellica e diplomatica, aveva chiesto alla flotta di attivisti un passo indietro.
Littizzetto tra elogio alla Flotilla e accuse e insulti neanche troppo indiretti alla premier
E non è ancora tutto. Perché è stata la chiosa della missiva la vera, inaccettabile, stoccata politica a un esecutivo che è tra i primi per aiuti e sostegno umanitario alla popolazione palestinese: «Hanno detto a voi “fermatevi”. Non a Netanyahu»… Una frase che, nella sua plateale vis accusatoria, si commenta da sé… Per non parlare dell’inciso tra una declamazione e l’altra che recita: “Er Meloni dice che fate politica – il riferimento è sempre alla Flotilla –. Ha ragione: se c’è una politica con la P maiuscola, è la vostra, non fare le faccette di fianco ai potenti».
Insomma, la leader FdI, il presidente del Consiglio apprezzata e ascoltata internazionalmente, che ha ridato peso e prestigio al Paese e al suo ruolo, ridotta a “campionessa di faccette”. E ancora: «Dice che il vostro obiettivo era dare fastidio al governo, ma se sulla Flotilla c’erano persone di 44 paesi diversi. Cosa vuoi che gliene freghi a Jonas di Copenaghen o a Cirille di Parigi, o a Lola di Madrid del governo dell’Italia?!», conclude quindi la sua arrampicata sugli specchi mascherata da arringa epistolare la Littizzetto…
L’indignazione monta sul web
Eppure, malgradi tanta veemenza e “impegno”, stavolta la demagogia in salsa sdrammatica non ha attecchito su tutti. Così, mentre la Littizzetto raccoglieva gli applausi del pubblico schierato ad hoc in studio, la rete reagiva con il consueto e sacrosanto dissenso. Gli utenti di X (ex Twitter) a valanga hanno fatto a pezzi la comica, evidenziando le sconcezze logiche e la veemenza propagandistica della sua invettiva. Come chi, tra i tanti, ha postato: «Provo orrore per questa sx che non ha alzato un dito per il massacro degli ucraini, però sta a braccetto con i tagliagole», ricordando la selettività dell’indignazione e la mobilitazione a corrente alternata della sinistra italiana.
Gli utenti insorgono e stracciano stralci e messaggio della “letterina”
«Ha dimenticato di dire che la responsabilità dovrebbe cadere su Hamas che ha di fatto aperto il conflitto attaccando dei civili. Ma non fa figo dirlo», ha chiosato poi a stretto giro un altro utente, riportando la realtà al centro della scena digitale. Ma citare questi e altri esempi che si potrebbero fare basta a malapena a fermare la macchina del fango (e delle violenze) messe in scena negli ultimi giorni dai Pro-Pal e dalle frange estreme che a loro si accompagnano nelle piazze d’Italia e nell’agorà virtuale della Rete.
Il solito, abusato copione di Fazio, Littizzetto e compagnia cantante (e declamante)
E alla fine della fiera delle vanità e della propaganda, resta comunque il fatto che, ancora una volta, la televisione di Fazio e Littizzetto si conferma l’ultimo baluardo di una retorica stanca e accusatoria, incapace di affrontare la complessità senza ricorrere al facile buonismo e, di contro, al rituale acrimonioso dell’attacco al Governo declinato a una sorta di ennesima “lezioncina moralizzante” non richiesta. Tutto cambi perché nulla cambi insomma: la nuova stagione tv di Fazio e collega è inaugurata: ma il copione sembra restare sempre lo stesso…