CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Meloni replica

L'intervento della premier

La replica di Meloni in Senato: tutte le risposte, da Monti a Maiorino (testo e video integrale)

I Video del Secolo - di Redazione - 22 Ottobre 2025 alle 14:59

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’Aula del Senato in fase di replica in occasione delle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo di domani e venerdì 24 ottobre, a proposito delle manifestazioni per Gaza.

Il testo integrale della replica di Meloni in Senato

«Signor Presidente, ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti. Cercherò di essere breve, rispondendo soprattutto alle cose che non condivido o a quelle che, dal mio punto di vista, hanno bisogno di alcune specifiche risposte.
Inizierò dall’intervento del senatore Monti, che è stato poi ripreso anche da altri colleghi, da ultimo dal collega Alfieri. Il senatore Monti mi diceva: utilizzi la sua autorevolezza per convincere il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che l’Europa non è un demone. Ora, senatore Monti, il presidente Trump è un leader che, come molti altri, lavora guardando e difendendo soprattutto il suo interesse nazionale. Questo ci porta diverse volte a non essere d’accordo con le sue scelte, ma non credo che si possa dire che considera l’Europa un demone.
Lo stesso accordo sui dazi partiva da un problema, come lei sa meglio di me, che non ha inventato Donald Trump, guardandolo dal punto di vista americano, perché diversi Presidenti degli Stati Uniti d’America hanno, nel corso degli anni, posto la questione di un disavanzo commerciale che favoriva molto l’Unione europea (per la verità, credo per la nostra capacità di essere presenti sui mercati esteri) e hanno agito in senso protezionistico.
Mi è già capitato di ricordare che il predecessore di Donald Trump, Joe Biden, durante i due anni che precedettero l’arrivo di Donald Trump, avviò, con l’Inflation Reduction Act, una iniziativa che favoriva di fatto il mercato e l’industria americana, anche a discapito di quella europea. Quindi l’accordo sui dazi alla fine è un accordo. Chiaramente non era la mia soluzione; lei sa che la mia soluzione preferita sarebbe stata un accordo per un’area di libero scambio tra l’Europa e gli Stati Uniti. Ma l’accordo, per come si è configurato, alla fine è migliore di quello che avremmo potuto temere ed è un accordo per il quale io mi sono personalmente spesa, anche nei rapporti tra il Presidente degli Stati Uniti e la Presidente della Commissione europea.
Per cui, presidente Monti, io ho già utilizzato la mia autorevolezza, non tanto per difendere l’Europa, perché io credo che ci sia un errore di fondo a livello strategico in tutti quelli che cercano di creare una divisione tra Europa e Stati Uniti. Non è che vale se si dice che Trump si vuole distanziare dall’Europa e non vale quando si dice che bisogna difendere l’Europa contro Donald Trump. Io lavoro per l’Occidente, perché penso che l’Occidente sia forte insieme. (Applausi). E utilizzo la mia autorevolezza, lato americano e lato europeo, per cercare di rafforzare un legame senza il quale, mi dispiace, noi comunque avremo dei problemi.
Avremo dei problemi anche perché – come è stato detto correttamente in diversi interventi, e io lo condivido – l’Europa in questi anni non ha fatto spesso la sua parte; non l’ha fatto certo sul piano della sicurezza, non l’ha fatto certo sul piano della difesa, non l’ha fatto certo sul piano della competitività. Questo ci pone oggi in una situazione di debolezza, per cui il tema non è cosa vogliamo fare, ma il tema è, prima di tutto, cosa possiamo fare nello scenario attuale.
Certamente possiamo rafforzare la nostra competitività e possiamo imparare a difenderci da soli. Come ho detto, anche qui, decine di volte, purtroppo, quando chiedi a qualcun altro di occuparsi della tua difesa e della tua sicurezza, devi anche sapere che quel qualcun altro non lo fa gratis. (Applausi). E io, che non voglio essere subalterna a nessuno, che voglio un’Italia che non sia subalterna nessuno, a differenza di quello di cui mi accusano coloro che ci dicono che non dobbiamo investire risorse sulla sicurezza, penso che noi dobbiamo investire in difesa e in sicurezza, esattamente perché vogliamo essere pienamente sovrani. (Applausi). Quindi la mia è una posizione abbastanza lineare.
Dopodiché penso che tutti dobbiamo essere consapevoli del fatto che, quando per esempio Putin provoca con i droni sui cieli europei, non è l’Europa sotto attacco, è l’Alleanza atlantica sotto attacco, è l’Occidente sotto attacco. È chiaro? (Applausi). Quando c’è una saldatura tra Russia, Cina e Corea del Nord, che cercano di saldare i Paesi del sud globale, rafforzando l’influenza in quei Paesi (lei conosce e voi conoscete quali sono, per esempio, le strategie italiane in Africa, che corrispondono a questa strategia), non è l’Europa che si cerca di isolare, è l’Occidente che si cerca di isolare. Quindi penso che si debba continuare a lavorare per rafforzare questo legame e penso che tutti coloro che provano a mettere la questione dal punto di vista di “decidi se stare con l’Europa o con gli Stati Uniti” stiano facendo un errore, perché io voglio stare con l’Occidente, rafforzando il ruolo dell’Europa e dell’Italia all’interno dell’Occidente. (Applausi). Mi pare una cosa abbastanza chiara, che ho spiegato varie volte. Questi sono i messaggi che trasmetto a tutti i miei partner, perché questa è la mia strategia e penso che debba essere la strategia dell’Italia; ed è quello che intendo continuare a fare.

Sono d’accordo con la collega Pucciarelli. L’Europa – come dicevo – ha sbagliato molto in passato e ora cerca di correggere la rotta, anche se non ci pare che lo stia facendo quanto dovrebbe – ciò è stato oggetto di molte cose che ho detto questa mattina – e certamente ha dovuto prendere atto di quanto fosse sbagliata la sua strategia quando sono arrivati gli shock. Abbiamo detto anche questo diverse volte. Quando è arrivata la pandemia ci siamo resi conto di quanto fosse pericoloso non controllare le nostre catene di approvvigionamento: quando la Cina durante la pandemia, per esempio sui chip, ha deciso di privilegiare il mercato interno, noi ci siamo trovati con intere catene di approvvigionamento bloccate. Oggi corriamo ai ripari e cerchiamo di fare una politica di competitività che tenga conto anche del controllo delle catene del valore e che tenga conto del problema delle materie prime critiche, che sono un elemento fondamentale nella geopolitica. Esattamente come, quando è scoppiata la guerra in Ucraina, ci siamo resi conto di quanto le politiche energetiche, che non esattamente l’Italia aveva favorito in Europa negli anni passati, fossero sbagliate. Questa è la ragione per la quale penso che noi non possiamo rimanere inerti se si dovesse continuare su una strada che ha già dimostrato di essere fallimentare, di avere dei limiti e di avere dei problemi. È quello che ho detto questa mattina, per esempio in riferimento alle materie del Green Deal, ed è per questo che l’Italia, dal mio punto di vista, deve essere chiara nel dire quello che non funziona nelle nuove proposte e tentare di correggere la rotta. Colleghi, questo non significa essere contro l’Europa, ma significa cercare di salvare un’Europa che delle volte, per diktat ideologici insensati, ha purtroppo devastato la sua forza e la sua competitività. (Applausi). Se è così, va detto, se si vuole dare una mano; non è dicendo “sì” che si dà una mano; è dicendo “no” quando va detto di no che si dà una mano a essere più forti, (Applausi).
Senatrice Rojc, non sono favorevole ad allargare il voto a maggioranza all’interno delle istituzioni europee. Certo, varrebbe per l’Ucraina e sarebbe utile per l’Ucraina, ma varrebbe anche per molti altri temi, e su molti altri temi le posizioni della maggioranza potrebbero essere abbastanza distanti dalle nostre e da quelle dei nostri interessi nazionali (Applausi), e la mia priorità rimane difendere gli interessi nazionali italiani. Le rispondo dicendo che non intendo, come lei mi esortava a fare, formulare la proposta di una revisione dei Trattati nel senso di allargare il voto a maggioranza in luogo dell’unanimità.
Senatore Menia, la ringrazio per aver ancora una volta ricordato il lavoro che l’Italia ha fatto per la popolazione palestinese, a partire dalla nave Vulcano. Le voglio dire e voglio dire a quest’Assemblea che non è il solo: come lei, molti altri ci hanno ringraziato; come lei, ci ha ringraziato varie volte l’Autorità nazionale palestinese, e ci basta, perché ci interessa la realtà e non la propaganda. (Applausi). Sono d’accordo anche sul tema della difesa della casa, che per noi è un bene sacro, particolarmente la prima casa, come dimostra anche – approfitto per ricordarlo – la scelta, compiuta con l’ultima legge di bilancio, di escludere la prima casa fino a un dato valore catastale dal calcolo dell’ISEE. (Applausi).
Senatore Gasparri, come lei, sono fiera della democrazia italiana e come lei considero irresponsabile andare in giro per il mondo a gettare ombre sulla Nazione che si rappresenta quando non la si governa, solo per cercare di raggranellare qualche consenso o, peggio, solo per cercare un soccorso esterno per fare quello che non si è in grado di fare in Patria. (Applausi).
Senatore Claudio Borghi, lei diceva che è difficile spiegare ai cittadini che non ci sono i soldi per gli ospedali, ma ci sono per le armi. Non è esattamente così, come lei sa, vista la legge di bilancio. Però questo mi dà la possibilità di ricordare anche qui quello che abbiamo fatto con la legge di bilancio sulla sanità e quindi con gli ospedali. Dunque, noi partivamo da un incremento del Fondo sanitario nazionale che. dai 126 miliardi del 2022, arrivava ai 136,5 miliardi del 2025.
Ci eravamo presi l’impegno per il 2026 di aumentare di ulteriori 5 miliardi, ma quando abbiamo scritto la legge di bilancio abbiamo deciso di fare di più. L’incremento dal 2025 al 2026 delle spese del Fondo sanitario nazionale è di 7,4 miliardi di euro (Applausi) e con gli impegni che questa maggioranza ha assunto per i prossimi anni, se dovessimo arrivare alla fine della legislatura, mantenendo quegli impegni, ci sarà stato un incremento del Fondo sanitario nazionale di circa 30 miliardi di euro. (Applausi).
Collega Cristina Tajani, condivido alcune cose che ha detto (non per il cognome Tajani, che mi ci porterebbe naturalmente), come la necessità di risolvere l’annosa questione del dumping fiscale: su questo possiamo tranquillamente lavorare insieme, se volete. Spero che riusciremo a lavorare insieme, perché mi corre l’obbligo di ricordare, al Partito Democratico in particolar modo, che in Europa è in maggioranza, lo è da diversi anni e quindi può fare la differenza molto più di quanto dia a vedere quando sta in quest’Aula. (Applausi).
Mi consenta di dirle, collega Tajani, che dire che questo Governo ha portato l’Italia in procedura di infrazione oggettivamente è una mistificazione che va anche oltre le mistificazioni a cui siamo abituati. Durante il Covid sono state sospese, come voi sapete, le regole del Patto di stabilità ed è stata data agli Stati membri una libertà totale. In Italia quella libertà totale è stata utilizzata per sprechi di ogni genere, sui quali non torno, dalle mascherine acquistate cinque volte il prezzo che avevano, fino ai monopattini, i banchi a rotelle e compagnia cantante (Applausi). Quando sono rientrate…(Commenti). Voi dite delle cose, io vi devo rispondere, signori; non è il mantra, però – come si dice dalle mie parti – un po’ ve le chiamate. Allora, quando sono tornate le regole del Patto di stabilità, noi ci siamo trovati in procedura di infrazione. Non l’abbiamo portata, ci siamo ritrovati in procedura di infrazione. Sa cosa? Dopo tre anni stiamo uscendo dalla procedura di infrazione (Applausi) nella quale l’opposizione attuale ci aveva portato. Bisogna anche essere onesti. I mille euro con un click sono in ogni caso anni luce dal reddito di cittadinanza che davate a persone che potevano tranquillamente andare a lavorare, come hanno fatto. (Applausi).
Dopodiché, collega Tajani, sulla casa, ne parleremo a livello nazionale, perché ho fatto degli annunci e stiamo lavorando. È un tema che arriverà anche in Parlamento. Volevo dirle che a livello europeo, ma perché rappresenta tutti, l’Italia ha già inciso, perché, come dicevo nella mia relazione, la proposta di inserire il tema della casa nelle cinque priorità della revisione della coesione, è una proposta che porta il nome di un signore, vice presidente della Commissione europea, che si chiama Raffaele Fitto. Penso che possiamo tutti ringraziarlo per aver fatto questa scelta. (Applausi).
Dopodiché, sempre la collega Tajani ha detto che se il Governo si occuperà di salari, di casa e di sociale, vado a memoria, il PD lo riconoscerà. Ho la presunzione che questo Governo si sia occupato prevalentemente, per esempio, di salari, però non vi abbiamo trovato al nostro fianco. (Applausi).
Il senatore Enrico Borghi diceva che ho fornito delle garanzie alla Casa Bianca sulle Big Tech. Non so di che cosa lei parli, non ho fornito alcuna garanzia alla Casa Bianca, in particolare sulle Big Tech. Ricordo che questa Nazione è una delle Nazioni europee che hanno una tassa sulle grandi aziende del web e non mi pare che ci siamo impegnati in senso diverso.
Aggiungo, senatore Enrico Borghi, che non so come funzionasse per altri ma io, quando assumo un impegno, lo dichiaro. Quindi, gli impegni che non dichiaro, sono impegni che non ho assunto. Altri sottoscrivevano degli impegni e poi facevano finta di non averli assunti, ma non è il mio modo di fare politica. (Applausi).
Sull’invio delle truppe in Ucraina, il senatore Enrico Borghi mi accusa e ci accusa di volere indietreggiare sull’Ucraina perché non siamo d’accordo sull’invio delle truppe nell’ambito della coalizione dei volenterosi. Ne prendo atto. Mi sembrava una delle poche cose sulle quali questo Parlamento era d’accordo. Devo prendere atto del fatto che neanche su questo, nel cosiddetto campo largo, esiste una posizione unitaria, visto che Italia Viva è favorevole all’invio delle truppe.
Senatore Calenda, condivido molte cose che ha detto, compreso sul piano di pace a Gaza. È evidente che si tratta ancora di un lavoro molto lungo, molto complesso e di una tregua fragile, come stiamo vedendo anche in queste ore. Sul rapporto con gli USA ho già risposto quando ho risposto al senatore Monti, ma ribadisco anche a lei che, quali che siano le strategie dei nostri alleati, il punto è che quello che noi possiamo fare dipende da quanto siamo forti noi. Io credo che sia questa la bussola delle posizioni, anche scomode, che è necessario che l’Italia assuma in Europa: per esempio sulla competitività; per esempio sulla difesa.
Collega Alfieri, ho condiviso diverse cose che lei ha detto, quindi le voglio fare solamente due osservazioni velocemente. Lei ha detto: non tema di fare parte del formato dei volenterosi. Guardi, io non temo di fare parte di nessun formato, però non temo neanche di dire la mia all’interno dei formati ai quali partecipo, che è esattamente quello che l’Italia sta facendo. Partecipa alle riunioni e sostiene le sue posizioni. (Applausi).
Dopodiché, lei dice anche che siete una forza responsabile: se Trump fa una cosa giusta, noi ci siamo. Allora io vi devo chiedere perché anche il Partito Democratico non ha accettato di votare con la maggioranza a sostegno del piano di pace del presidente Donald Trump. (Applausi).
Collega Maiorino, sulla libertà di stampa, chiaramente ho espresso personalmente la mia solidarietà a Sigfrido Ranucci e lo faccio volentieri anche in quest’Aula. Dopodiché, il tema della libertà di stampa è un tema molto serio, ma è anche un tema che va affrontato con equilibrio e con obiettività e mi pare che quell’equilibrio e quell’obiettività un po’ manchino da parte di alcuni.
Vale la pena forse di citare alcuni precedenti. Io non ricordo mobilitazioni quando il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, è stato arrestato in redazione per scontare una condanna ai domiciliari o quando Tommaso Cerno e Daniele Capezzone hanno ricevuto minacce di morte. (Applausi).
Nessuna reazione neanche quando Tommaso Cerno è stato escluso da una audizione ufficiale sulla libertà di stampa organizzata al Parlamento europeo dal MoVimento 5 Stelle. (Applausi).
Non voglio tornare a Beppe Grillo che invocava i tribunali del popolo contro alcuni giornalisti sgraditi o quando diceva: vi mangerei per il gusto di vomitarvi, ma mi chiedo e vi chiedo se sia possibile prendere lezioni di libertà di stampa dal MoVimento 5 Stelle, che oggi scende in piazza per difenderla e ieri stilava le liste di proscrizione per i giornalisti che non piacevano. (Applausi).
Dopodiché, se vogliamo attenerci ai fatti sulla libertà di stampa in Europa e in Italia, secondo l’Ong Reporter Senza Frontiere, nel 2022, quindi l’ultimo anno in cui eravate al Governo, l’Italia era al cinquantottesimo posto nella classifica mondiale di libertà di stampa. Sono passati tre anni ed oggi siamo al quarantanovesimo: abbiamo risalito nove posizioni. C’è molto ancora da fare, ma direi che stiamo cercando di fare la nostra parte. (Applausi).
Per quello che riguarda rispondere alle domande dei giornalisti, collega, io non sono – e mi dispiace che lei lo dica – scappata da una conferenza stampa; io sono dovuta andare via per partecipare al funerale di tre carabinieri, che erano morti mentre facevano il loro lavoro. (Applausi). Mi sembra più che doveroso che le istituzioni della Repubblica ci siano per chi muore per questa Nazione. (Applausi). Lo rivendico con orgoglio. (Applausi. Commenti).
Visto che lei citava le Forze dell’ordine, dicendo che non abbiamo fatto abbastanza per loro, anche qui un po’ ce la chiamiamo, collega Maiorino: la legge di bilancio vale 18,7 miliardi di euro, il superbonus quest’anno vale 40 miliardi. Se io avessi avuto quei 40 miliardi di euro e non solo 18, alle Forze dell’ordine le avrei coperte di aumenti. (Applausi. Commenti).
Così come avrei fatto con la sanità, con i salari, con le imprese e per tutto quello che non posso fare, perché abbiamo ristrutturato le seconde case e i castelli! (Commenti).
Sono contenta che adesso teniate molto alle Forze dell’ordine, visto che qualche mese fa ancora stavate facendo ostruzionismo contro il decreto-legge sicurezza, che chiedeva di inasprire le pene per chi insulta e aggredisce le Forze dell’ordine. (Applausi).
Su Gaza, prendo atto che lei non condivide il piano. Prendo atto anche del fatto che lo condividono tutti. Il piano del presidente Trump è stato condiviso da tutti i Paesi arabi, dall’Autorità nazionale palestinese, da Israele, dall’India, da tutti i Paesi europei, da tutti. Prendo atto – questo perché rimanga ai posteri sull’isolamento internazionale – che, se oggi avessimo avuto al Governo il MoVimento 5 Stelle, l’Italia sarebbe stata totalmente isolata a livello internazionale. Prendiamo atto. (Applausi).
Ho da dare un’ultima risposta, sempre alla senatrice Maiorino, per quello che riguarda le piazze e la mobilitazione. Io sono una persona che ha organizzato centinaia di manifestazioni nella sua vita; ho sempre grande rispetto per le piazze e l’ho anche dichiarato. Chiaramente non le considero un elemento di consenso, anche quando c’è un milione di persone in piazza. Se si volesse ragionare con questo schema, vorrebbe dire che c’è un milione piazza e 59 milioni a casa, quindi non bisogna ragionare così. Però io la devo ringraziare, senatrice Maiorino, perché lei ha detto una cosa molto importante e molto onesta: lei ha detto che quelle piazze erano contro di me. È esatto. Allora mi dica lei qual è il cinismo di utilizzare la sofferenza di un popolo per cercare di raggranellare voti e per cercare di fare propaganda. (Proteste). Perché non è il mio modo di fare politica!» (Vivi e prolungati applausi. Commenti).

(Testo integrale dallo stenografico dal sito del Senato della Repubblica)

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Redazione - 22 Ottobre 2025