
La forza della responsabilità
La maggioranza mette in sicurezza la Camera sulla pace a gaza: la risoluzione passa senza voti contrari
Il centrodestra ha teso una mano all'opposizione con un testo che ha consentito a Pd, M5S e Avs di astenersi. Azione e Marattin votano a favore. Sì anche al testo sul riconoscimento dello Stato di Palestina, ma la sinistra vota no: non apprezza che sia condizionato all'esclusione di Hamas
La mano tesa della maggioranza all’opposizione è riuscita a evitare che il Parlamento si spaccasse sull’impegno per la pace a Gaza. La risoluzione del centrodestra sul Piano Usa, firmata anche da Azione e Partito liberaldemocratico di Luigi Marattin, è passata senza alcun voto contrario: i sì sono stati 182, gli astenuti 101. Si è trattato di una risoluzione molto stringata, proprio per evitare divisioni. Nessun gesto di responsabilità, invece, è giunto da Pd, M5S e Avs sul riconoscimento della Palestina: la sinistra ha votato contro la seconda risoluzione della maggioranza, molto più articolata della prima, in cui tra l’altro si esprime la totale condanna di Hamas e si condiziona il riconoscimento dello Stato di Palestina all’esclusione del gruppo dal suo futuro. Il testo è passato con 175 sì, 108 no e 7 astenuti. Pd, M5S e Avs hanno presentato una loro risoluzione assai meno netta sul tema e nella quale si chiedeva anche il sostegno alla Flotilla. La risoluzione è stata respinta con 168 no, 108 sì e 10 astenuti.
La risoluzione del governo sul Piano Usa passa senza voti contrari
Approvata anche la risoluzione di Italia Viva, che chiede tra l’altro di sostenere il piano Blair per Gaza con una gestione internazionale della Striscia e l’esilio dei leader di Hamas. La risoluzione ha avuto un’approvazione quasi completa da parte del governo: è passata con 181 voti favorevoli e 105 astenuti. Infine è stata approvata parte della risoluzione di +Europa con 182 a favore e 106 astenuti.
Tajani: «Mi pare che il voto sia stato molto chiaro»
«Mi pare che il voto sia stato molto chiaro…», ha commentato il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che ha svolto le comunicazioni. «I voti sulla risoluzione che abbiamo proposto hanno dimostrato che c’è una condivisione da una parte dell’opposizione. C’è chi dell’opposizione l’ha firmata… C’è dunque una solidità della posizione del governo», ha aggiunto Tajani, sottolineando che «io credo che il messaggio arrivato poco fa dall’Assemblea della Camera sia incoraggiante perché una parte dell’opposizione ha votato un documento comune che invita il governo a fare di tutto per raggiungere l’obiettivo di trasformare il piano americano in realtà». «Non c’è stato nessun voto contrario perché un’altra parte dell’opposizione si è astenuta. Questo – ha sottolineato il vicepremier – mi pare che sia un messaggio positivo che diamo a tutti i cittadini italiani e anche al mondo esterno».
I riformisti dem a favore delle risoluzioni di Italia Viva e +Europa
Complessivamente le forze di opposizione hanno presentato cinque diverse risoluzioni, con accenti anche molto diversi, mettendo nuovamente in evidenza tutte le contraddizioni che attraversano il presunto campo largo e gli stessi partiti. A iniziare dal Pd. Da segnalare, infatti, che sulle risoluzioni di Italia Viva e +Europa cinque dem hanno votato a favore: i riformisti Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Lia Quartapelle e Virginio Merola e il centrista Bruno Tabacci.
La convergenza tra maggioranza e opposizione «è stata più nella disponibilità da parte della maggioranza di votare per parti separate. Poi uno dei firmatari della risoluzione del centrosinistra ha ritenuto di non accedere a questa richiesta, mi riferisco a Fratoianni, ne comprendo le ragioni, ma credo che sia stato un errore», ha commentato Guerini. Sul riconoscimento della Palestina «il passaggio è molto complicato, credo che avere ottenuto che ci fosse una astensione da parte nostra e delle opposizioni nei confronti della proposta della maggioranza sul punto del piano di pace sia stato un passo avanti importante. Io questo – ha detto Guerini – lo valorizzo come passaggio positivo a cui io insieme ad altri abbiamo dato un contributo».
Elly Schlein resta in modalità assemblea studentesca. Ma Conte la scavalca di nuovo a sinistra
Toni assai diversi da quelli barricaderi assunti dalla sua segretaria. Elly Schlein nel suo intervento in Aula ha accusato la premier di brandire una «clava» e sul riconoscimento della Palestina ha parlato di «presa in giro», perché «lo Stato di Palestina si riconosce o non si riconosce. Non esiste un riconoscimento condizionato». Insomma, la solita posizione più adatta a una studentessa in assemblea permanente che a una leader di partito con velleità di governo. Del resto, Schlein ha annunciato che domani sarà nella piazza dello sciopero generale indetta dai sindacati «per manifestare per la flottiglia, per manifestare per Gaza». Ancora una volta però si è fatta scalvacare a sinistra da Giuseppe Conte: lui scenderà in piazza direttamente coi centri sociali, sabato.