
Le prime parole dopo il Premio
La Nobel per la Pace Machado si appella a Trump: «Per la libertà in Venezuela contiamo su di lui». Svenimenti a sinistra
La leader dell'opposizione a Maduro si rivolge al presidente Usa per il sostegno contro il regime. Durante le fasi più dure della repressione aveva ringraziato Meloni per il sostegno al popolo venezuelano
Un anno fa il ringraziamento a Giorgia Meloni, per il sostegno al popolo venezuelano; oggi il riconoscimento a Donald Trump per il suo ruolo nella difesa della libertà e della democrazia. La leader dell’opposizione a Maduro, Maria Corina Machado, appena insignita con il Nobel per la Pace, ha tutte le carte in regola per far venire un coccolone alla sinistra italiana.
Il primo atto di Machado da Nobel: appellarsi a Donald Trump e al Papa
«Questo immenso riconoscimento della lotta di tutti i venezuelani è uno stimolo per portare a termine il nostro compito: raggiungere la libertà», ha scritto su X Machado, commentando il Nobel e dedicandolo «al popolo sofferente del Venezuela e al presidente Trump per il suo sostegno decisivo alla nostra causa!». «Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai – ha scritto ancora la leader dell’opposizione venezuelana – contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell’America Latina e sulle Nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia. Il Venezuela sarà libero!». Trump, che tramite la Casa Bianca aveva fatto trapelare tutta la sua amarezza per non aver ottenuto il riconoscimento, ha poi rilanciato il post di Machado sul Truth e, secondo quanto riferito da Bloomberg, l’ha chiamata per congratularsi.
«Non ci siamo ancora, ma ce la faremo», ha aggiunto, rivolgendo un appello, oltre che al presidente Usa, anche al Papa, al quale ha chiesto di farsi parte attiva con il governo di Caracas, affinché tutti i prigionieri politici presenti nel Paese vengano liberati prima della canonizzazione di José Gregorio Hernández e Carmen Rendiles, i primi santi venezuelani, prevista per il 19 ottobre.
Chi è Maria Corina Machado
Machado in Venezuela è accusata dal regime di Maduro di tradimento, terrorismo, cospirazione e omicidio. Nata a Caracas nel 1967, si è laureata in ingegneria industriale all’Universidad Católica Andrés Bello e specializzata in finanza all’Instituto de Estudios Superiores de la Administración. Ha cominciato a dedicarsi alla politica nel 2002, quando ha fondato l’Ong Súmate, per il monitoraggio delle elezioni e dei diritti umani. Dall’agosto dello scorso anno è costretta alla clandestinità, motivo per cui potrebbe non riuscire a ritirare il Nobel, ma non ha interrotto il suo impegno politico. Alle ultime elezioni ha sostenuto il candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, costretto poi all’esilio.
I Conservatori al fianco di Machado e dei venezuelani nella loro lotta per la libertà
Durante la drammatica repressione seguita a quelle elezioni e alla presa del potere da parte di Maduro, indicata come illegittima da numerosi osservatori internazionali, Machado e Urrutia hanno trovato al proprio fianco i Conservatori europei, con la delegazione di FdI in prima linea. «Le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione», avvertiva la premier Giorgia Meloni, mentre Maduro prestava giuramento dopo «una proclamata vittoria che non riconosciamo». Sempre in quei giorni di violenze di regime e arresti a migliaia, la sinistra rimaneva invece silente, tanto da spingere l’allora capogruppo di FdI, oggi ministro, Tommaso Foti, a denunciare «il silenzio assordante della sinistra, della sua classe dirigente e dei suoi sedicenti intellettuali» come «uno degli aspetti più incredibili di questa gravissima vicenda».
La rosicata pazzesca della sinistra
Oggi invece qualche sporadica voce s’è levata dal Pd per lodare la battaglia per la libertà e per la democrazia di Machado: non sia mai qualcuno dovesse pensare che le battaglie per la libertà e la democrazia le fanno anche persone di altre aree politiche. Poi, però, Machado ha parlato e tra le sue prime parole c’è stato quel riconoscimento a Trump. E, insomma, non solo il tentativo di mettere cappello è fallito sul nascere, ma sono anche arrivate le critiche esplicite: «Non ci convince affatto – hanno commentato Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli – che il Nobel per la Pace sia stato dato a Maria Corina Machado. Una scelta che risponde più all’egemonia politica che la destra conservatrice e i suoi adepti nel mondo stanno cercando di rendere predominante. Chi chiede l’intervento militare degli Usa nel suo Paese, per rovesciare il governo cui lei si oppone, evidentemente c’entra davvero poco con l’impegno per la Pace come il sostegno alle politiche di Netanhayu». Grosse dosi di maalox dalle parti di Avs.