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Il Cardinale Pizzaballa benedice la pace a Gaza: “Nelle strade c’è già un’energia diversa, ma servirà tempo per la stabilità”

I cristiani restano ad aiutare

Il Cardinale Pizzaballa benedice la pace a Gaza: “Nelle strade c’è già un’energia diversa, ma servirà tempo per la stabilità”

Esteri - di Giovanni Teller - 10 Ottobre 2025 alle 11:03

“Più che parlare di pace, direi che vediamo le prime luci dell’alba: che non vuol dire che è pieno giorno. È un inizio giusto, qualcosa che porta speranza: già stamattina, nelle strade qui intorno, c’era un’energia diversa”. Sono le parole con cui il cardinale e patriarca cattolico di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, ha descritto il primo accordo di pace tra Israele e Hamas in un’intervista a La Repubblica. Poi ha aggiunto: “La strada è lunga, gli ostacoli saranno tanti, però è il momento anche di gioire di questo momento, che è sicuramente positivo”.

Quanto alla ripartenza di una vita normale in Medio Oriente dopo il conflitto, Pizzaballa ha sostenuto che il nuovo inizio avverrà “poco alla volta, ma ci vorrà tempo, bisognerà ammettere che non c’è solo la propria parte in questa storia. Entrare anche nel dolore dell’altro richiederà tempo: riconoscere che l’altro c’è, che esiste, mi pare un buon punto di partenza. Negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi due anni, l’idea portante è stata “io e nessun altro”: questo dovrà cambiare”. “Non sarà rapido e non sarà facile – ha ribadito – ci vorrà un lungo percorso, ci vorrà anche leadership. Uno dei problemi che abbiamo è che la leadership, sia politica che religiosa, da entrambe le parti in questi anni non ha aiutato”.

Pizzaballa sulla pace a Gaza: “Ci vorrà del tempo per comprendere la situazione”

“Quando finirà la guerra, se finirà la guerra, ci si potrà rendere conto veramente della situazione”, ha spiegato Pizzaballa, per poi aggiungere che “parliamo di gente che ha perso tutto: casa, lavoro, prospettive. Ci vorrà un grande desiderio di mettersi in gioco per rimanere. Io credo che qualcuno partirà e qualcuno deciderà di restare. Noi, come sempre, ci saremo: stiamo già progettando un ospedale e una scuola”. Quanto alla soluzione per una convivenza civile, il patriarca ha evidenziato che “i due Stati restano la soluzione ideale, che non possiamo negare ai palestinesi”. Per quanto riguarda le relazioni tra il Vaticano e Israele, “non si potrà ignorare quello che è stato: ciò che è accaduto e il modo in cui “”altro’ è stato percepito. Ma voglio vedere questa situazione in positivo: è stato un momento di verità. Dobbiamo ripartire da dove non ci siamo compresi: chiederci il perché e crescere”.

“Abbiamo bisogno di portare dentro questo discorso anche nuove figure che aiutino ad allargare il nostro sguardo – ha ripreso il cardinale – penso che sia possibile e necessario. In questi anni abbiamo lasciato la narrativa agli estremisti. È giunto il momento di costruirne una diversa, solida, seria, che tenga in considerazione non ‘io e nessun altro’, ma io e l’altro”. Quanto alla presunta paura che il mondo si dimenticherà della presenza cristiana in Palestina, Pizzaballa ha tirato le somme affermando che “non lo temo. Lo so già. Ma noi saremo qui. Come siamo sempre stati“.

 

 

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di Giovanni Teller - 10 Ottobre 2025