
Medio Oriente in fiamme
Gaza, al via il vertice di pace in Egitto. Trump minaccia Hamas e avverte Netanyahu : “Basta attacchi”
Al via oggi, a Sharm El Sheikh, in Egitto, il nuovo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas sul piano di pace per Gaza fortemente voluto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Gaza, Trump in pressing su Hamas e Israele
Trump si è mostrato ottimista sull’esito dei colloqui affermando già alla vigilia che i negoziati “stanno andando molto bene” e che per le trattative “ci vorranno un paio di giorni”.
“Non abbiamo bisogno di flessibilità – ha affermato il presidente Usa – perché tutti hanno praticamente accettato” il piano, tuttavia ”ci saranno sempre dei cambiamenti”, ha detto aprendo a possibili modifiche. Ma su alcuni pilastri del piano ‘The Donald’ non è disposto a fare concessioni. Hamas rischia di andare incontro al “completo annientamento” se si rifiuta di cedere il potere e il controllo della Striscia di Gaza, ha ammonito ai microfoni della Cnn. Se Hamas non rispetta i termini dell’accordo “Israele può finire il lavoro”, ha ribadito il capo del Pentagono Pete Hegseth affermando che “Israele può intervenire e assicurarsi che Hamas venga annientato”.
Trump ha confermato tuttavia anche l’impegno di Israele a porre fine ai raid per favorire l’accordo di cessate il fuoco, come chiesto da Hamas. “Penso che gli israeliani e tutti gli altri siano consapevoli che non è possibile rilasciare gli ostaggi nel bel mezzo di un attacco, quindi gli attacchi dovranno cessare”, ha chiarito il Segretario di Stato americano Marco Rubio. “La priorità numero uno, quella su cui pensiamo di poter ottenere qualcosa molto rapidamente, è il rilascio di tutti gli ostaggi in cambio del ritiro di Israele” verso la linea gialla, dove l’Idf si trovava a Gaza a metà agosto, ha detto Rubio alla Nbc.
Il recupero (smentito) dei corpi degli ostaggi
Hamas oltre a un cessate il fuoco completo, con la sospensione di tutte le operazioni militari israeliane e la sospensione delle attività dell’aviazione e dei droni per dieci ore al giorno, dodici ore nei giorni in cui si svolgono gli scambi di prigionieri, chiederà di liberare alcuni dei più noti detenuti palestinesi nelle carceri israeliane in cambio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, riporta l’emittente israeliana Channel 12 citando fonti di Hamas. Tra i nomi che Hamas citerà nei colloqui che inizieranno oggi ci sono quelli di Marwan Barghouti, capo di Fatah Tanzim, incarcerato per molteplici omicidi commessi durante la Seconda Intifada, Ahmad Sa’adat, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Ibrahim Hamed, condannato a 45 ergastoli per aver orchestrato l’uccisione di numerosi israeliani come comandante di Hamas in Cisgiordania durante la Seconda Intifada; Abbas al-Sayed, che orchestrò l’attentato del 2002 al Park Hotel di Netanya, in cui morirono 39 israeliani, e Hassan Salameh di Hamas, condannato a 48 ergastoli per molteplici attentati suicidi.
Channel 12 cita una fonte di Hamas che afferma che il gruppo “non rinuncerà” a garantire il rilascio di questi e altri detenuti condannati all’ergastolo, “anche a costo di compromettere l’accordo”. Israele aveva posto il veto su questi nomi nei precedenti accordi. Attualmente in Israele ci sono 303 detenuti in stato di libertà vigilata che stanno scontando l’ergastolo. Channel 12 riferisce inoltre che la delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya negozierà contemporaneamente anche con una squadra dell’Autorità Nazionale Palestinese, nel tentativo di garantire che il meccanismo “del giorno dopo” a Gaza includa l’Anp.
Intanto una fonte di Hamas ha fatto sapere ieri attraverso all Arabiyache il gruppo islamico avrebbe già iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi uccisi per lo scambio. Tuttavia i media affiliati ad Hamas hanno negato la notizia diffusa da al Arabiya, di proprietà saudita. Organi di informazione come Al-Aqsa Radio di Hamas affermano che si tratta di notizie false, prive di fondamento. Smentita anche la notizia secondo cui Hamas avrebbe accettato di consegnare le sue armi a un organismo sotto supervisione internazionale.
Netanyahu tra scetticismo e speranza
“Non posso garantire che Hamas accetterà di rilasciare gli ostaggi. Credo sia possibile. Spero che accada, ma non posso garantirlo”. A poche ore dai negoziati il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu resta scettico. “Se non dovesse accadere” che Hamas accetti l’accordo, ”il presidente Trump ha dichiarato che sosterrà pienamente Israele in un’azione determinata contro Hamas”, ha ribadito Netanyahu. “Speriamo di poter concludere questa situazione nel modo più semplice e non in quello più difficile”, ha aggiunto.