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Furti d’arte, ma non sempre ladri “d’autore”: da van Gogh a Caravaggio, ecco i capolavori rubati (e non tutti ritrovati)

Cronaca - di Redazione - 20 Ottobre 2025 alle 16:47

Dalla Gioconda ai gioielli di Napoleone, il Louvre si conferma epicentro di una storia che troppe volte ha intersecato i percorsi tra arte e crimine. Sulla scia di un nuovo, clamoroso furto che scuote la Francia, torna allora a far discutere la vulnerabilità del patrimonio artistico mondiale. Dagli audaci colpi degli anarchici a quelli della criminalità organizzata, fino ai saccheggi di guerra, il Novecento e il nuovo millennio sono costellati di sparizioni che hanno trasformato i capolavori in leggende del mistero.

Furti d’arte, ma non sempre ladri d’autore

Ripercorriamo allora i casi più emblematici: dal “ratto” della Gioconda nel 1911, che tenne il mondo col fiato sospeo, e rese la Monna Lisa un’icona planetaria, alla ferita ancora aperta della Natività di Caravaggio a Palermo. Passando per il blitz all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston e il recupero in extremis di opere di Van Gogh e Munch, la storia dei colpi inferti al patrimonio artistico mondiale svela una trama internazionale di furti che mette in luce il valore inestimabile – e il rischio costante – che incombe sui tesori dell’umanità.

Furti d’arte, da Caravaggio a van Gogh, ecco i grandi colpi nei musei del mondo

Riavvolgiamo il nastro allora: dal primo decennio del Novecento, il patrimonio artistico mondiale è stato spesso vittima di audaci furti nei musei più celebri, fino ai luoghi più nascosti. Il furto più leggendario è certamente quello della Gioconda, sottratta nel 1911 da Vincenzo Peruggia, un ex dipendente del Louvre che, con un gesto tanto semplice quanto clamoroso, portò via il capolavoro di Leonardo da Vinci. Due anni dopo, il quadro fu ritrovato a Firenze, quando Peruggia cercò di venderlo, convinto di restituire all’Italia un’opera “rubata” durante le guerre napoleoniche. Quella vicenda trasformò per sempre il volto della Monna Lisa in un simbolo di fascino e mistero.

Non solo la Gioconda: quel capolavoro della Natività caraveggesca inghiottita nel buio

Ma non tutte le opere hanno avuto un ritorno trionfale. Alcune sono state inghiottite dal buio, come la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio, rubata a Palermo nella notte del 17 ottobre 1969. L’Oratorio di San Lorenzo custodiva un Caravaggio tra i più intensi, dipinto durante la sua drammatica fuga da Napoli. Una tela grande, scura, viva. Troppo ingombrante per essere sottratta senza aiuti. E infatti, anni dopo, i pentiti di mafia racconteranno che fu Cosa Mostra a commissionare il furto.

Da allora, solo voci: la tela sarebbe stata venduta, forse tagliata, forse bruciata. C’è chi giura di averne visto pezzi in una stalla, altri parlano di acido e oblìo. L’Italia ne ha fatto un’icona del “patrimonio negato”: la ferita più grande della nostra storia artistica recente.

Quelle cornici vuote e i dipinti di Vermeer e Rembrandt spariti e mai ritrovati

Nel 1990 il mondo fu scosso da un altro colpo memorabile, quello all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Due uomini travestiti da poliziotti si presentarono al museo e, in un’ora, portarono via 13 opere di inestimabile valore, tra cui il Concerto a tre di Vermeer e La tempesta sul mare di Galilea di Rembrandt. Nonostante le ricerche e una ricompensa milionaria, quei capolavori non sono mai stati ritrovati, e le loro cornici vuote rimangono lì, come ferite aperte nella memoria culturale americana.

Lo scempio alle tele di van Gogh e Cézanne fortunatamente sanato

Anche la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma subì un grave colpo il 19 maggio 1998, quando vennero sottratte due opere di Vincent van Gogh (Il Giardiniere e L’Arlésienne) e una di Paul Cézanne (Le Cabanon de Jourdan). In questo caso, però, fortunatamente, le opere vennero poi recuperate il 6 luglio 1998.

Neanche Munch passò del tutto indenne alla mannaia dei ladri d’arte

E ancora. Nel 2004 la Norvegia fu teatro di un altro furto spettacolare. Al Munch Museum di Oslo sparirono L’Urlo e La Madonna, due delle opere più iconiche di Edvard Munch. I dipinti furono recuperati nel 2006, ma purtroppo danneggiati dall’umidità subita durante la detenzione forzata. Era il secondo colpo subito da questa celebre tela, che già nel 1994 era stata rubata in modo altrettanto rapido e audace.

Il 2015 vide invece un furto quasi militare al Museo di Castelvecchio a Verona. Tre uomini armati portarono via 17 dipinti, tra cui capolavori di Rubens e Tintoretto. Il colpo sembrava perfetto, ma la refurtiva venne ritrovata sei mesi dopo in Ucraina. Un ritrovamento che ricordò al mondo come la criminalità organizzata fosse sempre più legata al mercato nero delle opere d’arte.

Il colpo (mancato) e la rocambolesca fuga da Amsterdam che costrinse i ladri all’abbandono

Anche il Van Gogh Museum di Amsterdam non è stato immune da queste vicende: nel 1991, due ladri portarono via 20 opere, ma dopo appena 35 minuti abbandonarono tutto a causa di un problema con la loro auto di fuga, un dettaglio che fece riflettere sulle complessità e rischi di questi colpi.

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