
Il report, nulla di buono
Francia nello sprofondo, previsto il peggior deficit dell’Eurozona nel 2026. I mercati temono l’instabilità di Parigi
Più solo che mai davanti ad una delle crisi più laceranti della storia della Quinta Repubblica francese. Dopo il ritiro del premier dimissionario, Sébastien Lecornu, in una diretta su France 2 seguita da 7 milioni di telespettatori, la palla è tornata nel campo del presidente, Emmanuel Macron. Che si è impegnato a nominare entro venerdì sera un nuovo capo del governo per scongiurare la prospettiva di urne anticipate. Opzione, quest’ultima, invocata dal Rassemblement National (Rn), strafavorito nei sondaggi in caso di ritorno alle urne, e dalla sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise). Ma i problemi della Francia non sono solo di natura prettamente politica, si sta profilando una delle crisi economiche più pesanti degli ultimi tempi.
Francia, previsioni fosche: il più alto deficit nel 2026
La crisi economica che attanaglia Parigi era ben nota e le fibrillazioni delle piazze dei “blocchiamo tutto” contro Macron ne hanno testimoniato l’intensità. Ora si aggiunge l’onda lunga delle ultime proiezioni che sono a dir poco: il Paese ha il peggiore buco di bilancio dell’Eurozona. Come riportato dagli esperti, infatti, il deficit transalpino è previsto essere il più alto nel 2026, attestandosi al 5,7 per cento. Fa il punto il Giornale.
“Restando al 2025, il deficit è al 5,6 per cento: la Francia spende più di quanto incassa quasi per sei punti percentuali. Numeri significativi, considerando che è il doppio rispetto all’Italia (3 per cento): uno scenario che dieci anni fa sarebbe sembrato impossibile. L’ex premier Bayrou aveva lanciato l’allarme, rimarcando che il debito di Parigi sale di 12 milioni all’ora soprattutto a causa del sistema pensionistico. Da qui la proposta – bocciata – di una manovra di risanamento lacrime e sangue da 44 miliardi tra l’aumento delle tasse (13,8 miliardi) e tagli alla spesa (30 miliardi). Il resto è storia, con il cambio di premier e la nuova crisi.
Si sono invertiti i ruoli con l’Italia
La situazione della Francia per quanto riguarda i titoli di Stato è considerata rischiosa. La caduta del governo ha scatenato un’ondata di vendite sugli Oat – paragonabili ai Btp italiani – il cui rendimento ha raggiunto il massimo del 2025 (3,59 per cento). Il fatto che gli Oat francesi abbiano superato i Btp italiani indica che i mercati temono l’instabilità politica di Parigi, più dei tradizionali problemi strutturali italiani. Per quanto concerne lo spread, il differenziale di rendimento rispetto al Bund tedesco è salito a 87 punti base. In altri termini, la Francia è considerata più rischiosa dell’Italia, un tempo vista con grande diffidenza dai mercati a causa dell’elevato debito pubblico. Ad affermarlo in un report è Thomas Avolio, principal di Redfish Capital, commentando le recenti dimissioni del primo ministro francese Sébastien Lecornu.
“Se ragioniamo per un attimo in ottica ‘italocentrica’ – commenta l’analista- si è verificato un cambio di rotta storico: per cui la Francia, con cui di solito il paragone con l’Italia era sostanzialmente inavvicinabile, viene oggi percepita come politicamente instabile come accadeva per l’Italia fino a qualche tempo fa”. A preoccupare i francesi è l’assenza di un esecutivo in grado di operare e risolvere i problemi.