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studente insospettabile marocchino

Violenza sulla ciclabile

Cinquantenne stuprata a Modena: arrestato “insospettabile” ventenne marocchino. La nota del Pd: è colpa del patriarcato

Cronaca - di Penelope Corrado - 5 Ottobre 2025 alle 10:35

Un “insospettabile” 20enne di origine marocchina, come hanno titolato il Corriere della sera nell’edizione locale e il Resto del Carlino, è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di avere violentato e rapinato una cinquantenne su una pista ciclabile a Modena, la mattina del 19 agosto.

La Polizia di Stato di Modena ha eseguito l’ordinanza cautelare applicativa della custodia in carcere, richiesta dalla procura ed emessa dal tribunale, nei confronti del giovane, cittadino italiano di 20 anni, di origine marocchina, accusato di violenza sessuale pluriaggravata, rapina aggravata e lesioni aggravate, per fatti commessi il 19 agosto scorso nei confronti di una donna.

La vittima mentre si trovava in sella alla sua bicicletta sul percorso Vivi Natura, in località San Damaso presso le Casse di espansione del fiume Panaro, è stata spintonata e aggredita dal giovane che dopo averla trascinata in punto isolato e non visibile, e averle legato con una corda prima le mani e successivamente il collo, l’ha costretta a subire una violenza sessuale.

Il ventenne è poi scappato rapinando la donna anche della sua bicicletta, del valore di circa 4.500 euro, e gettando poco più avanti, gli effetti personali della vittima tra cui il telefono cellulare. Sul posto è intervenuta la Polizia con personale della Squadra Volante, Squadra Mobile e della Polizia Scientifica. La vittima, dopo essere stata trasportata soccorsa e visitata in ospedale, ha presentato una querela per quanto accaduto fornendo una descrizione accurata dell’indagato, consentendo così di approntare un identikit del presunto autore da parte del personale specializzato. Attraverso l’analisi delle celle telefoniche attivate nella zona dove era avvenuta la violenza sessuale, è stata individuata, tra le altre, l’utenza cellulare dell’indagato, compatibile con la presenza dello stesso nell’ora e nel luogo della violenza. Sulla scorta dell’identikit realizzato e dei tabulati telefonici acquisiti, il 30 settembre la procura di Modena ha disposto la perquisizione e il sequestro nei confronti dell’indagato, con fotosegnalamento.

La perquisizione ha consentito agli agenti della Squadra Mobile di trovare nell’abitazione del giovane la forcella della bicicletta provento della rapina e gli indumenti utilizzati in occasione della violenza sessuale. Le indicazioni fornite dall’indagato in occasione della perquisizione hanno consentito anche di sequestrare il telaio della bicicletta, recuperata all’interno di un canale a Castelfranco Emilia grazie all’intervento dei vigili del fuoco di Modena. Dopo l’acquisizione degli oggetti, la vittima presso gli uffici della Squadra Mobile ha riconosciuto senza ombra di dubbio la forcella e il telaio della sua bicicletta.

Lo stupratore è nato in Marocco, ma per il Pd è colpa del patriarcato italiano

Il segretario cittadino del Partito Democratico Diego Lenzini, la Coordinatrice della Conferenza delle Donne Democratiche Patrizia Belloi e la responsabile Giustizia della segreteria cittadina Danaida Delaj, hanno diramato una nota individuando il vero responsabile: l’immigrazione incontrollata? No, il patriarcato. “Chiediamo – si legge nel comunicato – che sia fatta piena luce sui fatti e auspichiamo che la giustizia, a cui crediamo con fiducia, sia, certa, rapida, efficace ed espressione delle garanzie e tutele previste dalla legge”.
“Restiamo convinte che solo tutto ciò non basti – aggiungono le esponenti dem – e che la violenza sessuale affondi le radici in una cultura patriarcale che continua a vedere la donna come oggetto, a giustificare l’abuso, a colpevolizzare chi subisce invece di chi agisce”.
“Per questo, accanto agli strumenti giuridici, serve un lavoro profondo e diffuso di educazione, prevenzione e trasformazione culturale – affermano – occorre intervenire nei luoghi dell’informazione, dell’educazione e del lavoro, promuovendo una cultura del rispetto, del consenso e dell’autodeterminazione femminile. Serve uno sforzo collettivo per superare stereotipi e linguaggi sessisti, per smantellare quei meccanismi che ancora oggi legittimano o minimizzano la violenza. Serve anche più presidio e presenza delle forze dell’ordine sul territorio”.

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Le impronte digitali dell’indagato sono state, quindi, immediatamente comparate con esito positivo dal gabinetto regionale della Polizia Scientifica di Bologna sui frammenti di impronte trovate sullo schermo del telefono cellulare della vittima e su una lente degli occhiali sempre della vittima, che erano stati toccati dall’indagato in occasione dell’aggressione e sottoposti a sequestro dalla Polizia Scientifica di Modena, intervenuta in occasione del sopralluogo. Le fonti di prova acquisite hanno permesso alla procura di avanzare in tempi rapidissimi richiesta cautelare al giudice per le indagini preliminari, che il giorno successivo al deposito della richiesta, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari prospettate dal pubblico ministero, ha emesso un’ordinanza cautelare in carcere, che nella stessa giornata la squadra mobile di Modena ha eseguito trasferendo il giovane nella casa circondariale.

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di Penelope Corrado - 5 Ottobre 2025