
L'intervento
Chiara Colosimo all’Onu lancia l’allarme mafiosfera: “Sui social serve una contro-narrazione” (video)
«Il giudice Borsellino, da sempre uno di miei punti di riferimento, raccomandava di parlare di mafia sui giornali, in tv, su tutti i media. Io mi permetto di aggiungere che oggi bisogna parlarne soprattutto sui social network, perché l’unico antidoto su questa piattaforma è la contro-narrazione». Lo ha affermato Chiara Colosimo, presidente della Commissione antimafia, intervenendo al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite all’evento “Organized crime in the social media age”.
I social vengono usati anche per la comunicazione da e per il carcere: «Da un monitoraggio del Gom della polizia penitenziaria su TikTok – ha ricordato la parlamentare di Fratelli d’Italia – da una prima ricerca riferita solo al 2025 sono emerse 36 dirette video di detenuti al 41bis. Naturalmente, i detenuti nel circuito dell’alta sicurezza hanno ancora più facilità a parlare con l’esterno e utilizzano tutte le opportunità possibili per fascinare».
Il video integrale dell’evento dell’Onu dal sito Fondazione Magna Grecia
Per Colosimo «la mafiosfera (il modo in cui le organizzazioni criminali operano e comunicano online attraverso social network, simboli e racconti, ndr) ormai è così intrinseca alla società, soprattutto alle nuove generazioni, che rischia di diventare un vero e proprio passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata».
Colosimo cita al Palazzo dell’Onu l’omicida di Palermo
«È un problema di valori che riguarda tutte le nazioni – ha spiegato Colosimo – in tempi in cui il criminale è un eroe, le istituzioni qualcosa da combattere, il denaro facile e’ glamour e il lavoro quasi un disvalore. Quanto accaduto a Palermo, con l’omicidio di un ragazzo che voleva solo sedare una rissa nel cuore della movida, è di una straordinaria gravita’ anche per quello che è successo dopo: la prima reazione del giovane che ha sparato e ucciso è stata quella di prendere lo smartphone e postare su TikTok un videoselfie con sullo sfondo un audio di Totò Riina».
«Nuove generazioni e nuove tecnologie sono due aspetti dello stesso allarme – ha ammonito la presidente della Commissione antimafia – oggi la criminalità organizzata è silente, la gente non scende più in piazza come ai tempi delle stragi e tutto diventa terribilmente ‘normale‘, fino a trasformare un omicidio in una notizia social. È questo il rischio più grande da scongiurare».