
Si cambia
Chi si perde in montagna pagherà il soccorso alpino: nella manovra la norma contro i turisti sconsiderati
Il pagamento del soccorso alpino scatterà esclusivamente nel caso di "dolo o colpa accertata"
Nella bozza della manovra del governo spunta anche il soccorso alpino a pagamento, ma solo in caso di turisti spericolati o distratti. Ignorare i segnali di pericolo o essere mal equipaggiati in montagna non sarà più a costo zero: chi trovandosi ad esempio in cima ad una montagna con i sandali – come raccontano alcuni episodi di cronaca – non sarà in grado di tornare a valle e avrà bisogno del soccorso alpino dovrà pagare per le operazioni di “ricerca, soccorso e salvataggio” effettuate dalla Guardia di Finanza.
Un decreto del ministero dell’Economia stabilirà i costi
La novità arriva con la manovra, secondo quanto si legge in una prima bozza del ddl. Ovviamente, il pagamento scatterà nel caso di “dolo o colpa accertata” o nel caso la richiesta di aiuto sia “immotivata o ingiustificata”, si legge nel testo. Sarà un decreto del ministero dell’Economia a stabilire la tabella dei costi.
A duemila metri sulle Dolomiti coi sandali: 4 ragazzi (e un cane) salvati dal soccorso alpino
Negli ultimi dieci anni, il numero degli interventi ha eguagliato i volumi registrati nei sessant’anni precedenti. Gli interventi sono dovuti fondamentalmente a cadute, ma operazioni di soccorso sono state effettuate anche a causa di malori, incapacità nelle attività svolte o maltempo. L’aumento dei soccorsi negli ultimi anni è determinato anche dal maggior numero di persone che utilizzano e-bike o che praticano la corsa in montagna.
Soccorso alpino a pagamento: ora è gratuito in quasi tutta Italia
Ogni Regione determina in maniera diversa il contributo che ogni turista distratto