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Case, sinistra all’assalto

Sinistra all'assalto

Casa, requisizioni, penali, censimenti. “Giustizia abitativa”? No, solo il nuovo nome dell’assedio rosso alla proprietà

Il piano presentato ieri in Aula da Pd, Avs e M5S si rivela una riedizione anacronistica dell'esproprio proletario ("requisizione temporanea") che mina la proprietà privata, disincentiva gli investimenti, e usa la lotta di classe per un’operazione di disturbo contro il piano casa del Governo

Politica - di Chiara Volpi - 16 Ottobre 2025 alle 14:35

Scrivono “giustizia abitativa” ma per la sinistra si legge esproprio proletario coatto, riletto e tradotto – con la tempistica sbagliata a ridosso del lancio da parte del governo di un mastodontico piano casa – all’insegna del vecchio, e sempre caro vessillo ideologico della lotta di classe, aggiornato alla politica militante di una indefessa madrina delle occupazioni come Ilaria Salis. E anche la definizione per quest’ultimo assalto rosso alla proprietà immobiliare lo testimonia: “Piano nazionale perla giustizia abitativa”, che poi è il titolo sotto cui Pd, Avs e M5S al seguito, hanno presentato ieri in Aula a Montecitorio il loro progetto, sponsorizzato dai deputati Marco Furfaro (il testimonial del Nazareno), Marco Grimaldi e Agostino Santillo, sotto l’egida dell’Unione Inquilini.

A dimostrazione che, invece di contribuire con emendamenti o proposte concrete e innovative all’interno del solco già tracciato, la sinistra sceglie la contrapposizione frontale basata su un dogma anacronistico: la lotta di classe e la demonizzazione della rendita immobiliare.

Casa, la sinistra torna all’assalto: il progetto firmato Pd-Avs-M5S

Un prospetto – e un’operazione di disturbo politicamente miope – che sin dall’incipit sgombera il campo da qualunque dubbio o equivoco di sorta: «Requisizione temporanea, non per la piccola proprietà, ma per i grandi speculatori che tengono decine di immobili sfitti». Tanto che, il testimonial di punta dem, Marco Furfaro, lo presenta in questi termini (laddove la definizione lessicale la dice lunga sull’estrinsecazione logica del solito, abusato, concetto demagogico: «Vogliamo trasformare la casa in un diritto reale. Perché avere un tetto sopra la testa non è un lusso ma la base della dignità, della sicurezza e della libertà di ogni persona». E se quello dell’esponente dem è un assioma apodittico, l’aggiunta spiccia del collega di Avs Grimaldi esplicita ben più pragmaticamente l’intento (rivendicativo quanto auto-difensivo) che c’è dietro: «Non è estremismo, piuttosto giustizia abitativa».

Requisizioni, censimenti, penali fiscali. In una parola: assalto a casa e proprietari

Anzi, di più. «Di fronte alle locazioni turistiche che stanno svuotando i quartieri – asserisce tranchant il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi Grimaldi – proponiamo un limite ai giorni di affitto breve e un tetto al numero di B&B per zona. A fronte di 7 milioni di case sfitte, chiediamo il censimento degli immobili vuoti, il loro riutilizzo per l’edilizia sociale e delle penali fiscali e in alcuni casi requisizione temporanea, non per la piccola proprietà. Ma per i grandi speculatori che tengono decine di immobili sfitti. Non è estremismo. È – conclude per l’appunto Grimaldi – giustizia abitativa».

Il cuore della proposta, ci sembra di capire, sarebbe la «requisizione temporanea» per i «grandi speculatori che tengono decine di immobili sfitti». Che altro non è che la riedizione edulcorata di un concetto che la storia ha sonoramente bocciato: l’esproprio proletario. Nonostante i tentativi di circoscriverlo alla «grande proprietà», infatti, il richiamo è inequivocabile. E tradisce una profonda sfiducia nel mercato e, in ultima analisi, nella proprietà privata come pilastro economico e sociale.

Dopo il demagogismo Pd, e il radicalismo Avs, l’imprimatur grillino

Avete capito bene? Al vaglio ci sarebbero requisizioni, contingentazioni, censimenti inquisitori e arbitrarie cancellazioni… E a margine di tutto questo, poteva mai mancare la chiosa movimentista apposta come il sigillo in cera lacca (rigorosamente giallo-rossa) di un supposto anti-pauperismo targata M5S? Certo che no… Allora ecco l’imprimatur grillino alla strategia parlamentare d’opposizione: «La casa non può essere un privilegio economico per pochi. E non può essere il mercato a gestire la questione abitativa, ma la politica».

E nel frattempo…

Eppure, questa sommaria “giustizia abitativa” non offre alcuna soluzione strutturale ai problemi reali (burocrazia, offerta limitata, eccesso di domanda nelle grandi città). Al contrario, minaccia di aggravare la crisi perché: disincentiva gli investimenti. Non per niente, la minaccia di requisizione crea un clima di incertezza che allontana gli investitori, riducendo l’offerta immobiliare futura. E facendo di fatto aumentare i prezzi anziché abbassarli. Inoltre, sul fronte infuocato di confusione e occupazioni: il piano, cavalcando l’onda dell’attivismo e citando implicitamente figure come Ilaria Salis, rischia di dare una legittimazione politica alle occupazioni abusive, confondendo il diritto con la violazione della legge.

La risposta “ideologica” è sempre la stessa… esproprio proletario

E alla fine della fiera: la formula di Marco Furfaro («trasformare la casa in un diritto reale») si risolve in un assioma apodittico che, se non accompagnato da mezzi concreti e sostenibili, rimane pura demagogia. Chi paga la trasformazione di un bene economico in un «diritto reale» gestito dalla politica? La risposta ideologica è sempre la stessa: il proprietario. E passando per il difensivismo di Marco Grimaldi («non è estremismo, piuttosto giustizia abitativa»), si tenta peraltro goffamente di smarcarsi dall’etichetta di radicalismo. Ma un piano che prevede la coercizione statale come strumento primario è, per definizione, estremista rispetto ai principi liberali e di mercato.

Casa: sinistra all’assalto. Ma un attacco alla proprietà privata non è giustizia…

Infine, l’imprimatur del M5S («non può essere il mercato a gestire… ma la politica») è la chiosa movimentista che sigilla l’intento: sostituire la logica economica e la libera iniziativa con la gestione politica centralizzata. Vogliamo dirla in parole povere ma chiare? Un attacco alla proprietà privata che non è “giustizia”: ma la classica scorciatoia coatta che mina le fondamenta del sistema economico e spaventa famiglie e piccoli risparmiatori. Rendendo, in ultima analisi, un cattivo servizio alla causa di chi cerca davvero una casa. Un un modello fallimentare insomma… Ma agli elettori l’ardua sentenza.

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di Chiara Volpi - 16 Ottobre 2025